Sentire la mancanza, quando è positivo e quando è il segnale che serve cambiare

Da Assugoodnews @assunta73

“Il mancarsi è già un appartenersi” ho letto questa mattina su Facebook. Una citazione della scrittrice Lailly Daolio che mi ha portato a qualche riflessione che vorrei condividere con voi. Il sentimento di mancanza è uno di quelli che più ardentemente proviamo nella nostra vita. Ci manca una persona amata, un’amica o amico, un genitore o un figlio ma ci mancano anche paesi e luoghi, situazioni e sentimenti. E’ appartenenza? Si, quel che ci manca è sicuramente parte della nostra vita e della nostra esistenza. Lo è stato o lo è.

La sensazione di vuoto generata dalla mancanza ci fa comprendere la forza di un sentimento e il valore che una persona ha nella nostra vita. Le mancanze legate alla famiglia si spiegano da sé: indubbiamente la mancanza di un figlio o di un genitore sono sentimenti molto forti che tutti proviamo per motivi belli – una partenza o un viaggio – e per motivi meno belli – un lutto o un distaccamento dovuto agli eventi, un allontanamento volontario di una delle parti – in ogni caso è una mancanza. Intensa e meravigliosa è la mancanza della persona amata. Potrebbe marcarci un partner via per lavoro ma anche un amante che non possiamo vedere o sentire. Manca la persona che ha deciso di interrompere il tratto di vita insieme. Altrettanto importante è la mancanza di luoghi – dove abbiamo vissuto o dove siamo nati – o di sentimenti e situazioni – mancanza dell’amore, dell’ amicizia o del senso di famiglia –.

Come si può convivere con questo senso di vuoto generato dalla mancanza? Chiaramente dipende dalla situazione. Se parliamo della perdita di una persona deceduta dobbiamo necessariamente provare dolore e poi lasciare andare questo sentimento. La persona che non c’è più ha lasciato qualcosa di molto importante nella nostra vita se arriviamo a sentirne la mancanza, quindi, non dimentichiamo i momenti belli vissuti insieme. Ogni tanto rifugiamoci in quei ricordi, nelle sue parole, nei suoi insegnamenti o nei suoi abbracci ma facciamolo con il sorriso e non con il dolore di non averli più. Vi cito questa frase di Sant’Agostino che amo molto “Non disperiamo per aver perso una persona cara, ma gioiamo per averla avuta”.

Se una persona della famiglia ci manca perché ha deciso di interrompere il rapporto –purtroppo accade anche questo – allora è doveroso verso noi stessi metabolizzare questo abbandono e poi lasciare andare ogni sentimento di ansia, paura e rabbia ad esso associato. I sentimenti negativi non ci fanno stare bene e non ci riportano nemmeno a riallacciare quel rapporto finito. Evitiamo di affollare la mente con domande su come sia possibile che un padre abbandoni un figlio o una madre lasci una figlia in difficoltà. Noi non potremo mai conoscere gli aspetti della mente di quella persona. Quello che possiamo fare è volerci bene, cercare un contatto all’inizio – soprattutto perché ci farà sentire di aver provato tutto – e poi dedicarci alla nostra felicità. Esiste una felicità anche senza quelle persone. Esiste se la vogliamo fortemente, se la coltiviamo, se la cerchiamo in quello che ci è accanto. Nella maggior parte delle situazioni succede che troppo concentrati a capire perché quel rapporto è finito perdiamo di vista la meraviglia e i doni che la vita ci ha fatto. Una persona che ci ama, un figlio, la salute, la magia delle emozioni.

E ora veniamo all’amore. Sentire la mancanza della persona amata è il primo passo per comprendere che quella persona ha un vero valore per noi, ci appartiene. Ci mancano i suoi sguardi, le sue parole, i suoi messaggi,il suo sorriso, le sue carezze e gli abbracci. Ci manca e la ritroviamo in ogni canzone, in ogni film, in ogni parola letta su un libro. E’ cosi, fa parte dell’amore. Che fare? Dobbiamo gioire se questo sentimento è parte di un rapporto che funziona e che non ci fa mancare la sensazione di essere la persona più amata al mondo. Anche se la mancanza genera un vuoto, la consapevolezza di essere parte di un tutt’uno con l’altra persona deve farci stare bene. Soprattutto se sappiamo – e noi lo sappiamo sempre – che manchiamo anche all’altra persona. Torniamo con la mente all’ultimo abbraccio o all’ultimo bacio e restiamo li per un po’…sorridendo e godendo di quelle meravigliose sensazioni. Questo ci aiuta a superare la mancanza fino al prossimo abbraccio.

Se il rapporto non è corrisposto serve cambiare atteggiamento, un bel giro di boa e ricominciamo. Non fermiamoci là dove non c’è felicità per noi. Non è corretto nei confronti di noi stessi e della vita che ci è stata donata. Non meritiamo l’infelicità e nella nostra vita dobbiamo sempre sentire l’amore vero e sincero. Quello che ti travolge e che ti fa emozionare inaspettatamente. Quello che ti fa alzare al mattino pensando alla persona che ami e sapendo che lei sta pensando a te. Quello che ti tiene lontano fisicamente ma unito nel cuore e nell’anima. Se questo non c’è, quel viaggio non è fatto per noi. Dobbiamo scendere dal treno e farlo al più presto, prima che quello giusto possa passare al nostro fianco senza fermarsi.

L’amore finito. Questo è molto complicato. Qui serve recuperare tutte le forze necessarie per riuscire a volersi bene a tal punto da comprendere che quella storia è finita e noi non possiamo tenerci ancorati a un’idea che appartiene al passato. La fine di un matrimonio, di una convivenza, di un fidanzamento o di una semplice relazione non è un fallimento. Questo è importante imprimerlo nella nostra mente perché è il primo blocco che ci imponiamo. Abbiamo fatto un pezzo di vita insieme con quella persona ma ora è tempo di chiudere e guardare oltre. La mancanza, soprattutto nel caso di relazioni lunghe, è spesso dettata dall’abitudine. Non apparecchiare più per quella persona fa sentire il vuoto cosi come non vedere più lo spazzolino nel bicchiere o non avere una persona con cui organizzare la domenica. E’ una mancanza il bacio della buonanotte o la complicità nel preparare la colazione del mattino. Manca la telefonata quotidiana e la chiacchiera prima di andare a dormire. Ecco, spesso è questo che manca. Un’idea di famiglia, di coppia, di quotidianità condivisa. Ma questo, non è amore. L’amore è sentire la mancanza di respiri, baci, abbracci, sorrisi, gesti e parole che solo quella persona ci sapeva dare. Parlate con voi stessi: se mancano le emozioni e l’amore non è più corrisposto sapete cosa fare; se invece mancano i gesti quotidiani allora lavorate sulle abitudini e inseritene di nuove nella vostra vita. I primi giorni è difficile ma datevi tempo un mesetto e vi troverete ad apparecchiare contando i giusti commensali senza nemmeno pensare a chi manca. L’idea di amore e di felicità condivisa con un’altra persona si può ricostruire con il nuovo. Ma dobbiamo essere noi pronti ad accoglierla…

E, per finire, se a mancarvi sono luoghi e paesi vicini o lontani. Beh, partite…fate un viaggio per recuperare le meravigliose emozioni che vi donano oppure trasferitevi se pensate che la vostra vita altrove possa essere migliore.



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