Noi amiamo molto ascoltare le storie. Lette dal vivo, o ascoltate dal cd. La svolta la abbiamo avuta con una collana di fiabe classiche con cd del Corriere della Sera veramente bella. Storie originali, una ventina di pagine, una ventina di minuti di ascolto. Se il viaggio in macchina supera la mezz'ora, le fiabe sono d'obbligo, come l'acqua.
Ogni tanto Gnomo Uno si attartaruga sotto la tv e ascolta. Gnomo Due costruisce col lego e ascolta.
Sentire sentiamo tutti i giorni. Cioè le orecchie sono sempre accese, ma spesso è come se fossero in stand by. I rumori di sottofondo li lasciamo lì a fare contorno, la radio in macchina è accesa e non te ne accorgi... Se hai imparato ad ascoltare te ne accorgi soprattutto da grande. Molte persone con cui parlo, spesso hanno gli occhi (perché gli occhi hanno un filo che li collega alle orecchie) da orecchie in stand by. E' uno sguardo che sfugge, uno sguardo che pensa non a quello che stai dicendo ma a quello che ti deve rispondere.
Nel mio lavoro con i bambini raccontando storie ho capito che per parlare loro senza richiedere particolari sforzi e cercando di farlo con le orecchie stand by, si può farlo anche in piedi. Si alza la voce, si scherza con loro, si gesticola e il gioco è fatto. Ma se volete dire loro una cosa importante veramente, sedetevi, mettete il vostro viso alla stessa altezza del loro e guardateli negli occhi. Improvvisamente le loro orecchie si accenderanno...
Lo stesso metodo lo uso con i miei bambini. Se devo dire loro una cosa importante, mi inginocchio e li guardo. Alla fine, a ben pensarci è anche una forma di rispetto nei loro confronti.
Ogni volta che penso alla potenza della mia posizione, del mio metro e settanta rispetto al loro metro e dieci, mi viene in mente questo: