La stanza è in attesa. Bianca come la camicia che la sfiora nel suo dolce approdo sulle lenzuola blu di un letto disfatto. Lei la segue con lo sguardo, conosce i sentieri di quella camicia che altro non è che una nuvola a un passo dall'esser liberata. Prende tra le mani quel piccolo soffio di vita gonfiato da refoli di vento, invitati della finestra aperta e gioca. Le piace, gioca con le impronte d’un sogno sussurrato tra fili di cotone, gioca tra i ricordi d’una sera d’aprile che è andata via e resta nell’aroma indelebile di un viaggio appena iniziato e ancora tutto da vivere. Un suono, soltanto uno perché questa mattina danzi sulle note della sua musica preferita. Pensare che credeva che un viaggio come quello nonsarebbe più arrivato. Lo pensava e sapeva di dire una bugia, lei in quel viaggio, ci credeva più che a qualsiasi cosa. Aveva un biglietto pronto, no, non aveva un solo biglietto, ne aveva due. Ama viaggiare in compagnia, ridere e disegnare il sorriso di lui sulle sue labbra. Lei lo aspettava, il suo compagno di viaggio, e lui è arrivato con un sorriso più bello di quello che potesse immaginare e si è scoperta bravissima a disegnarlo. Si guarda allo specchio, guarda i suoi occhi che non smettono di sorridere, indossa la camicia e la stringe a sé più che può, chiude gli occhi e inizia a danzare. Il suo sorriso diventa sempre più luminoso, non si sente più stupida, neppure guardando allo specchio quell’improbabile ballerina dall’aria assonnata e i capelli spettinati. È bella, come non lo è mai stata, non ha altro che una camicia bianca stropicciata e un sorriso, non ha altro che lei nel modo più bello in cui possa avere sé stessa. Ama, ama d’un amore che non chiede, che vive del sorriso degli occhi, un amore in cui l’uno non s’accontenta più di quella stanghetta e quell’uncino e cerca l’abbraccio della curva del due, un amore come quello che danza, mentre si stringe a occhi chiusi in quella nuvola bianca. Un suono improvviso, quasi non lo sente, non ha bisogno di parole per continuare a danzare, mentre sussurra: ”Stiamo danzando, lo sai?” . Lui lo sa e lo sa anche lei, mentre, si lascia cadere esausta e felice tra le lenzuola blu a cui restituisce quella macchia bianca che altro non è che un soffio di vita. Adesso lo sente, si sente.
La stanza è in attesa. Bianca come la camicia che la sfiora nel suo dolce approdo sulle lenzuola blu di un letto disfatto. Lei la segue con lo sguardo, conosce i sentieri di quella camicia che altro non è che una nuvola a un passo dall'esser liberata. Prende tra le mani quel piccolo soffio di vita gonfiato da refoli di vento, invitati della finestra aperta e gioca. Le piace, gioca con le impronte d’un sogno sussurrato tra fili di cotone, gioca tra i ricordi d’una sera d’aprile che è andata via e resta nell’aroma indelebile di un viaggio appena iniziato e ancora tutto da vivere. Un suono, soltanto uno perché questa mattina danzi sulle note della sua musica preferita. Pensare che credeva che un viaggio come quello nonsarebbe più arrivato. Lo pensava e sapeva di dire una bugia, lei in quel viaggio, ci credeva più che a qualsiasi cosa. Aveva un biglietto pronto, no, non aveva un solo biglietto, ne aveva due. Ama viaggiare in compagnia, ridere e disegnare il sorriso di lui sulle sue labbra. Lei lo aspettava, il suo compagno di viaggio, e lui è arrivato con un sorriso più bello di quello che potesse immaginare e si è scoperta bravissima a disegnarlo. Si guarda allo specchio, guarda i suoi occhi che non smettono di sorridere, indossa la camicia e la stringe a sé più che può, chiude gli occhi e inizia a danzare. Il suo sorriso diventa sempre più luminoso, non si sente più stupida, neppure guardando allo specchio quell’improbabile ballerina dall’aria assonnata e i capelli spettinati. È bella, come non lo è mai stata, non ha altro che una camicia bianca stropicciata e un sorriso, non ha altro che lei nel modo più bello in cui possa avere sé stessa. Ama, ama d’un amore che non chiede, che vive del sorriso degli occhi, un amore in cui l’uno non s’accontenta più di quella stanghetta e quell’uncino e cerca l’abbraccio della curva del due, un amore come quello che danza, mentre si stringe a occhi chiusi in quella nuvola bianca. Un suono improvviso, quasi non lo sente, non ha bisogno di parole per continuare a danzare, mentre sussurra: ”Stiamo danzando, lo sai?” . Lui lo sa e lo sa anche lei, mentre, si lascia cadere esausta e felice tra le lenzuola blu a cui restituisce quella macchia bianca che altro non è che un soffio di vita. Adesso lo sente, si sente.