Anche oggi, lo so, vi aspettavate un collegamento meno contorto per la rubrica "A cinema con Hermosa".
Diciamo che sono un'originalona (e non che la programmazione di Sky mi influenza paurosamente) e andiamo avanti, parlando del "Quinto Elemento"
Di Luc Besson ho amato molto Nikita. Questo film, visto appena uscito nella sale, all'epoca mi piacque senza troppi entusiasmi. La storia è assolutamente prevedibile: sono sicura che tutte sapete giá, o potete facilmente immaginare, quale sia questo 5 elemento. E il modo in cui la trama si sviluppa....diciamo che il finale ha poco da invidiare a molte, moltissime favole.
Eppure, nonostante queste molte pecche, si fa vedere dall'inzio alla fine, senza annoiare. Rivisto a distanza di molti anni, ne ho forse capito il motivo. Credo che il suo punto di forza stia proprio nell'universalitá dei suoi personaggi leggermente stereotipati: il burbero dal cuore d'oro, la ragazza finto-indifesa ma sognatrice, il ricercatore goffo ma simpatico etc etc.
Si va federe perchè, seppure in abiti moderni e futuristici, racconta una storia senza tempo, le cui dinamiche di narrazione riconosciamo rapidamente e ci fanno sentire "comodi".
Non ricordo piú chi lo scrisse, ma in fondo i grandi temi dei racconti ( e il cinema è una forma di racconto) sono pochi e sempre gli stessi da sempre: l'amore, la guerra, l'odio, la pace, il lavoro, la famiglia. Il vero talento sta nel trovare modi che ci sembrino nuovi per raccontarceli. Besson in questo caso non ci riesce, e dubito che ci abbia nemmeno tentato, restando all'interno di uno "spazio confortevole"*, senza grandi emozioni, almeno per me: se durante il film ho avuto tempo e modo di esaminare il trucco della protagonista, vuol dire che non mi ha emozionato abbastanza...
*sì, ho tradotto comfort zone. Adesso vi suona strano. Ma tra 30 anni, quando inglesisimi davvero inutili spariranno, vi sembrerá normale!