Un romanzo intenso sull’abbandono, sul vuoto creato dall’assenza – tutte le assenze, quelle di coloro che ci hanno lasciato così come quelle di chi c’è ancora, ma non riesce a comprenderci. Una storia indimenticabile che è danza d’opposti: il dolore e la speranza, la solitudine e il calore dell’amicizia, la morte interiore e la rinascita della fenice dalle sue stesse ceneri.
Quello della di Gaetano può esere definito, a mio avviso, una sorta di elogio della banalità del quotidiano sentimentale. Nulla di sconvolgente in questa storia, nessuno struggimento e nessun amore impossibile. Semplicemente un uomo che lascia una donna. Però, è proprio questa semplicità apparente a rendere quasi claustrofobico il senso di voragine che inghiotte la protagonista. Si racconta, quindi, l’abbandono, il senso di vuoto, la resa di fronte all’inesorabile fine del rapporto, e tutto questo nonostante Nina possa contare su una vita soddisfacente, densa di opportunità lavorative e di riconoscimenti e su degli amici, Leo in particolare, che cercano di starle vicino. Il finale è aperto, c’è speranza, sicuramente, come sempre, e la speranza è quella di tornare ad amare, magari scoprendo che l’amore può nascondersi anche molto vicino, bisogna saperlo guardare con occhi diversi.