SENZA DI TE di Teresa Di Gaetano

Creato il 06 novembre 2013 da Linda Bertasi @lindabertasi
Oggi vi presento il romanzo "Senza di te" di Teresa Di Gaetano che ho già avuto il piacere di ospitare nel mio blog.

QUARTA: Nina è una giornalista, vive in un appartamento tutto suo ed è circondata da amici che le vogliono bene; tutto questo, però, non basta più da quando Pietro è andato via. Adesso, Nina è una donna sospesa: colei che attraversa la città con le sue gambe, che scrive articoli con le sue mani, non è altro che l’ombra della donna che è stata. Persino i suoi migliori amici, Leo ed Elena, sembrano non capire la profondità del dolore che l’attanaglia e Nina, perseguitata dal ricordo di Pietro come da uno spettro, non può che sentirsi terribilmente sola. Sola, mentre affronta il dedalo di strade cittadine, mentre viene assorbita dal caotico paesaggio urbano, sfondo rumoroso e costante della vita dei protagonisti. La solitudine, però, dovrà combattere con la forza che Nina ha ancora dentro di sé, celata dietro la paura di ricominciare ad amare. Un romanzo intenso sull’abbandono, sul vuoto creato dall’assenza – tutte le assenze, quelle di coloro che ci hanno lasciato così come quelle di chi c’è ancora, ma non riesce a comprenderci. Una storia indimenticabile che è danza d’opposti: il dolore e la speranza, la solitudine e il calore dell’amicizia, la morte interiore e la rinascita della fenice dalle sue stesse ceneri.

Il libro si apre con una ragazza, Nina, che si aggira per le vie della città al tramonto, il suo animo è triste e dilaniato dall'assenza di Pietro, il fidanzato, che ha troncato la loro storia d'amore. Nina è una bella ragazza, fa la giornalista ed è attorniata da amici che le vogliono bene e cercano di sostenerla ma questo non basta a farla sorridere, non basta a cancellare l'immagine di Pietro e i ricordi che anche una semplice fotografia scivolata sul pavimento fa riaffiorare  inevitabilmente.



'Ci siamo lasciati in un giorno di pioggia. Il cielo era grigio ... Le nuvole lo addensavano, lo soffocavano quel cielo. Io ero davanti al portone della mia abitazione. Avevo l'ombrello, anche tu. Poche parole e ho visto crollare il mio universo colorato, Poche parole per uccidermi.'
Il colore è il primo aspetto che colpisce in questo romanzo, assieme ai suoni e agli odori che circondano Nina nelle sue giornate melanconiche. L'autrice è molto brava nel descrivere tutto ciò che ruota attorno alla protagonista, sia esso animato o inanimato.
La strada con le sue luci, i fari delle macchine che transitano sull'asfalto e il cartellone pubblicitario che l' accoglie, ogni qualvolta si affaccia alla finestra, donano un realismo sorprendente al testo. Piccoli stralci di vita quotidiana che ci sono famigliari, in cui è impossibile non riconoscersi e non visualizzarli, quasi fossimo nella stanza con Nina, anche noi boccheggianti nel suo dolore.
Un altro aspetto interessante del libro è la narrazione scelta dell'autrice, il suo rivolgersi direttamente a Pietro in una sorta di diario-lettera. Gli racconta le sue giornate scandite dall'assenza, il lento altalenarsi del sorriso e del pianto, del sollievo e della disperazione. Quasi fosse un fantasma silenzioso che le aleggia sulle spalle, un compagno onnipresente che non vuol saperne di smettere di tormentarla.




'Quando si sta male per una persona, sembra che il mondo ti crolli addosso.. E incontrare l'indifferenza degli altri è la peggior ferita dopo essere stati crudelmente lasciati.'







Ciò che più ho amato del romanzo è il punto di vista. Questo è un libro che ti mostra il diritto e il rovescio della medaglia, ti mostra come una persona rinchiusa nel suo dolore non si accorga di quante cose positive la vita ha ancora da offrirle. Qui, abbiamo una protagonista in gamba, che non ha paura di far valere le sue idee e i suoi principi, con un futuro raggiate difronte a sé. Eccelle nel suo lavoro ricevendo svariate proposte di impiego, ma lei non le vede, nei suoi occhi c'è solo Pietro e la sua vita è in continua discesa, una discesa che trova rifugio nel fumo e nell' alcool.

'E' vero: gli amici sono meravigliosi, riescono in qualche modo a lenire le ferite, il dolore.' 
I temi affrontati sono la sofferenza, l'abbandono, le delusioni e il valore dell'amicizia. Proprio su quest'ultimo voglio focalizzare l'attenzione e, in particolar modo, sulla figura di Leo, l'amico sempre presente, il consigliere, la spalla su cui piangere, su cui sfogarsi, contro cui scagliarsi. Leo è una figura positiva nel libro, forse l'unica accanto a Nina, un'àncora che lei sembra non vedere e non percepire, le sue mani rifiutano di allungarsi ed afferrarla.
Se cercate un romanzo sui sentimenti e sulla rinascita, questo è il romanzo che fa per voi. Chi ha vissuto momenti di depressone o la perdita di un amore non potrà non ritrovarsi tra le sue pagine scorrevoli. Non impiegherete che un giorno a leggerlo, provare per credere!
'L'amore è dolore, è ferita, è dolore.'

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