Dopo una notte piuttosto agitata, come può capitare a normali adolescenti di normali famiglie che abitano in normali quartieri, Cinthya si sveglia in una casa dove il silenzio fa più rumore di qualsiasi trambusto: tutta la sua famiglia - genitori e fratello - è svanita nel nulla.
Da allora sono trascorsi 25 anni e le indagini sono rimaste ferme al palo: una di quelle vicende che in America archiviano come cold cases, casi per cui non vale più spendere energie, a meno di improbabili sorprese di essi rimarrà solo qualche faldone in magazzino, un certo numero di file nel computer e un ricordo che sbiadisce.
Un quarto di secolo e tutto comincia ora, e prosegue per 370 pagine tese come corde di violino. Senza dirsi addio di Linwood Barclay (Piemme edizioni) è assai più di un thriller - e peraltro rispetto a parecchi thriller manca di diversi luoghi comuni, tipo investigatori tutti di un pezzo, bionde micidiali, storie di letto e simili.
Ma quante cose che ci sono in questo libro, che racconta di ferite nel cuore che non è possibile rimarginare, di persone come fantasmi che sbucano dal passato, di incubi che non si scacciano con una dose doppia di tranquillanti.
Non sarà grande letteratura - o forse sì, chi può giudicare - ma che bello tuffarsi in un libro che non avrei mai richiuso fino alla fine, non fosse che non ho più il fisico per arrivare all'alba una pagina dopo l'altra.