Non vi è un ben fatto o plauso, una pacca sulle spalle o sorrisi da elargire perché questo bisogna fare. La chiamo la mandria dei senza Infamia e senza Lode, di coloro, me compreso, che si ostinano a far la raccolta differenziata pur sapendo che poi il tutto (o quasi) venga rimescolato , dalla mattina alla sera cerca di arrivar puntuale per rispettare tutte le incombenze, dà parvenza di professionalità pur riscontrando una quantità di superficialità in chi dovrebbe prendere decisioni, rispetta le file e cede il passo in caso di necessità, pensa con la propria testa senza dover obbligatoriamente incamerare nozioni da sfoggiare per apparire, espone le proprie idee anche quando sa che saranno oggetto di scherno, cerca d'impegnare le proprie capacità al massimo delle potenzialità e puntualmente riceve rimbrotti, guarda intorno a se stesso il cumulo di macerie che circonda l'animo delle persone le invita a liberarsene e riceve solo insulti malcelati, si prodiga nel cambiar se stesso nel rispetto di tutto ciò che lo circonda e viene scambiato per un visionario, aggiunge giornalmente tasselli per non perdere il significato della crescita....dove anche Dante a mia insaputa non ha fatto che gettar nell'inferno...
....Senza Infamia e senza Lode continua il suo cammino senza intercessioni divine e pensa tra se e se...."La mia più grande paura è che la gente mi veda come io vedo la gente"....non ha paura di guardarsi allo specchio perché a quel punto non può che applaudir...orgoglioso ed impavido.
Ed elli a me: «Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
(Inf. III 35-36)