Se Ford, proprietario del saloon WhiteRussian avesse intrapreso la carriera di cineasta, questo quasi di sicuro sarebbe stato uno dei suoi film della sua filmografia.
Tralasciando i se e pure i ma, veniamo a noi, Hillcoat, dopo The Road (estetico e surreale lungometraggio che vedeva protagonista Viggo Mortensen) torna alla ribalta con Lawless, uno spaccato del proibizionismo di contea dopo la grande crisi di Wall Street.
Hillcoat gioca parecchio con l’estetica e i modelli del periodo, un’epoca “mitica” degli Stati Uniti, un mix di inquietudine e fascino. Le vicende narrate sono quelle di tre fratelli di una sperduta contea della Virginia che, in pieno proibizionismo fanno il bello e il cattivo tempo nella ridente campagna dell'East Coast tra alambicchi, boccali e distillerie di alcool. Nick Cave, collaboratore stretto di Hillcoat e anche sceneggiatore fa proprio un bel lavoro, trasponendo in maniera pulita e decorosa i fatti realmente accaduti. Personalmente riponevo una maggiore forza d'impatto nella regia che stenta a decollare e si limita a sporadici guizzi (nelle sparatorie e nelle scene d'azione). Poco importa, perchè Lawless si dimostra essere un film all'altezza che conquista col passare dei minuti. Inoltre un cast stellare contribuisce non poco alla pellicola: Tom Hardy, Guy Pearce, Gary Oldman, Jessica Chastain e Shia Labeouf.
Un capolavoro mancato ma rispettabilissimo nel quale si dimostra che dopo una terribile tempesta (vita smaliziata, sbarazzina e senza regole tenuta dai tre fratelli) prima o poi viene il tempo di ricercare la tranquillità, che può intendere quella del focolare domestico, quella della prole e quella dello stare alla sera sotto il portico ammirando le stelle.
*altro motivo per ricordare piacevolmente questo film è il primo nudo integrale della Chastain, figa stellare come al solito
John Hillcoat