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Senza parole, agenzia iraniana “Alef”: “Gli ebrei bevono il sangue dei neonati”

Creato il 22 aprile 2015 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Se non riguardasse un regime ideologicamente primitivo e medievale come quello iraniano, si stenterebbe a credere che la notizia sia vera. Riguardando pero’ la Repubblica Islamica, niente stupisce, considerando che l’odio verso il diverso, l’antisemitismo e il negazionismo e’ parte fondante dell’ideologia della Velayat-e Faqih. Parliamo di un articolo vergognoso pubblicato il 18 aprile scorso dal giornale iraniano Alef, il cui proprietario e supervisore e’ Ahmad Tavakkoli, membro del Parlamento iraniano, ex Ministro del Lavoro e Presidente del centro di ricerca del Majles. Il titolo dell’articolo pubblicato da Alef e’ assai eloquente: “Quale e’ il popolo piu’ sanguinario della storia dell’umanità?”. La risposta di Alef, ovviamente, e’ una sola: il popolo ebraico (qui il link al pezzo: http://goo.gl/V8723d).

L’articolo pubblicato dal quotidiano iraniano, corredato di immagini e video, pretende di avere una valenza accademica e richiama addirittura come fonte una supposta “Enciclopedia di Giudaismo” che, a detta dell’autore, proverebbe la natura criminale dell’ebraismo. Secondo Alef, quindi, lo spargimento di sangue non e’ una novità nella storia del popolo di Israele, considerando che “un esame dalla storia ebraica nei secoli passati, evidenzia chiaramente la sete di sangue propria della religione ebraica e la mistificazione fatta dagli Ebrei della fede e dei suoi insegnamenti”. 

Tanto per dimostrare il valore intellettuale di questo articolo, Alef cita le parole di Rafat Mustafa, siriano, noto per il suo antisemitismo e soprattutto per essere membro del partito siriano Baath, lo stesso del regime sanguinario ancora al potere oggi – grazie al regime iraniano – a Damasco. Riportando le parole scritte da Mustafa in una rivista egiziana, l’articolo di Alef denuncia come gli Ebrei usino il sangue per preparare il pane azzimo della Pasqua o per i rituali della circoncisione. Una vecchia tesi razzista, la cui valenza viene rafforzata secondo “Alef” dagli studi sul Talmud di Richard Burton (uno che ha vissuto nel XIX secolo…), anche egli noto per il suo antisemitismo e per il suo sostegno al razzismo scientifico. Soprattutto, pero’, Burton era un grande sostenitore dell’imperialismo britannico, lo stesso contro il quale il regime iraniano pretende di basare una delle ragione della sua esistenza…

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L’articolo si conclude con questa affermazione incredibile: “i crimini che abbiamo menzionato possono sembrare strani oggi, ma la tradizione sanguinaria degli ebrei non e’ cambiata. Considerando le restrizioni legali e le possibilita’ odierne di individuare velocemente un crimine…il rabbino beve immediatamente il sangue dei neonati ebrei dopo la circoncisione. Questo comportamento rende i bambini malati e ne determina la morte. Alef, tanto per rafforzare la sua tesi assurda, pubblica nell’articolo diverse immagini dei “moel” (i responsabili del rituale della circoncisione), mentre si avvicinano con la bocca al pene del neonato. Per la cronaca, questo rituale si chiama metzitzah b’peh, ovvero la completa pulizia del pene dopo la circoncisione che prevede un piccolo risucchio di sangue (che viene immediatamente risputato), al fine di pulire completamente il pene dal sangue. Esattamente il contrario di quanto afferma l’articolo antisemita di Alef, proprio perché nella tradizione ebraica e’ severamente vietato bere o consumare sangue in qualsiasi forma (la stessa carne kosher, ovvero quella permessa agli ebrei, deve essere macellata e consumata senza la presenza del sangue). 

Purtroppo, questo nuovo articolo di Alef rappresenta solamente un altro capito della tradizione antisemita del regime iraniano. Nonostante la presenza in Iran di migliaia di ebrei, infatti, dopo la rivoluzione islamica l’odio verso la storia del Popolo del Libro e la negazione dei drammi subiti dagli Ebrei, in primis l’Olocausto, e’ sempre stata parte integrante dalla retorica dei Mullah e dei Pasdaran. Una retorica negazionista e fascista, sostenuta oggi in primis dalla stessa Guida Suprema Ali Khamenei, non a caso primo traduttore iraniano de Sayyd Qutb (massimo ideologo dei Fratelli Mussulmani).  

Cio’ che lascia senza parole, quindi, non e’ tanto la scelta di Alef di pubblicare questo nuovo libello antisemita in stile Protocolli dei Savi di Sion, ma la passività Occidentale e la volontà delle democrazie nostrane – nate dopo il dramma dell’Olocausto e della lotta partigiana al nazifascimo – di voler dialogare e avere relazioni con un regime razzista, fondamentalista e jihadista. Un appeasement vergognoso che, non si caratterizza in alcun modo come “realismo”, ma solo come complicità…



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