Mi guarda. Mi attende.I suoi occhi ammiccano suadenti da sotto la coperta. Forse mi legge dentro più di quanto io non mi aspettassi.
Ora è lì, fermo, davanti a me; c’è qualcosa che non colgo nella sua espressione; non coglierò l’intero suo mondo finché non mi darò a lui completamente.
Io non lo conosco. Lui sembra sapere tutto di me. E aspetta. Come un assassino dolce o un amante amaro.
Aspetta. Forse sa di cioccolato. O forse di incenso. E forse è sacro, o forse è profano come una maschera veneziana che cela un mistero.
Io tentenno, e ancora rimando. Eppure è qui per me, adesso, essenziale ma così imperterrito…
Cederò. Prima o poi cederò. Ma non ora. Ora mi bevo un caffè e poi- promesso- almeno lo sfoglio…