Senza ragione apparente, di Grazia Verasani

Creato il 16 ottobre 2015 da Funicelli
Sai perché faccio questo mestiere di merda?” Gli dico avvicinandomi a ogni passo.
“Perché detestavo il Carnevale. Non smette mai, dura tutto l'anno .. Ci si alza al mattino e ognuno indossa la sua bella mascherina, e se la toglie di notte, come una dentiera. Allora ti chiedi quanto costa fingere, fingere sempre, senza interruzione.” Mi accendo una sigaretta, coprendo l'accendino con la mano. “Forse una verità in senso assoluto non esiste, ma esistono momenti in cui la intravedi e non puoi fare altro che braccarla, perché è una merce rara, moto rara. È un attimo [..] e in quell'attimo qualcosa viene a galla, il cielo si rischiara, le nuvole scompaiono.. ecco io inseguo quell'attimo come una iena affamata..”
Giulia Cantini è una tosta, una di quelle donne capaci di tirarsi sempre su in piedi, dopo ogni botta. Come la morte della sorella Ada, suicidatasi a Roma tanti anni prima. Come ancora la scomparsa della madre.
Come il rapporto non sempre facile col padre, il maresciallo dei carabinieri Cantini, poi titolare dell'omonima agenzia investigativa, ora passata sulle sue spalle.
Storie di tradimenti, di mariti gelosi con tanti dubbi in testa. Ma anche storie pesanti da affrontare come quelle che le racconta Anna Laura Matera, madre di Emilio, uno studente del liceo Fermi che otto mesi prima si è suicidato.
Lasciando solo un biglietto: “Sono stanco”.

Crede che stia farneticando? E’ facile impazzire quando ti muore un figlio…Da otto mesi dormo solo se prendo dei sonniferi e appena mi sveglio mi domando perché sono ancora qui.” Intreccia le mani in grembo e guarda a terra. “Perdere un figlio è…è…è semplicemente perdere tutto. Ma se qualcuno gli ha fatto del male, io devo saperlo.”Annuisco lentamente. “Farò quello che posso.”
Di cosa può essere stanco un ragazzo di nemmeno diciotto anni, senza grossi problemi familiari, che andava bene a scuola?
Giulia Cantini è costretta a rispondere a questa domanda, andando a interrogare gli amici, come Valerio suo coetaneo, o Alex e Pietro, di qualche anno più grandi, con cui qualche volta usciva.
L'inchiesta, all'apparenza senza troppe speranza (se non quella della madre di avere almeno una risposta), porterà Giulia ad entrare nel mondo dei ragazzi della Bologna bene, che frequentano uno dei liceo più esclusivi della città.

Ragazzi dall'apparenza forte, sempre connessi col mondo coi loro smartphone, che hanno a disposizione tutto quanto possano desiderare: ma dietro a questa apparenza si nasconde una tragica fragilità, che deriva da quella dei genitori alle spalle. Genitori pieni di ansie e aspettative nei confronti dei figli. Genitori incapaci di aprire un dialogo serio coi figli, troppo presi da se stessi. Una società diadulti in perenne conflitto col prossimo, che sia l'autista nellamacchina a fianco o il vicino che si a fatica perfino a salutare.
“Allora mi chiedo se noi adulti non faremmo meglio a parlare coi ragazzi, con i nostri figli, della paura.”“Paura?”“Si, si, perché anche noi ne abbiamo tanta, e non ultima quella di non potergli garantire un avvenire. Dovremmo dirgli che la fragilità non è un difetto e che sentirsi inadeguati è un male comune .. E invece ci incaponiamo a offrirgli una vita finta come quella di una pubblicità. Non gli parliamo mai della morte, mai del dolore. Non siamo capaci di toglierci le maschere, non sappiamo spiegargli che siamo esseri umani, noi e loro, e cioè fallibili, e cioè imperfetti ..”
L'inchiesta diventa dunque un pretesto per raccontare queste maschere di finzione e queste fragilità, queste paure di sentirsi diversi, queste ansie. Giulia è costretta ancora una volta ad affrontare il dolore del suicidio, “la peste del secolo” che uccide i più deboli, che le ha tolto la sorella tanti anni prima e ora Emilio.
Ma nel libro c'è spazio anche per parlare del suo mondo privato: il rapporto con Luca Bruni, il capo della Mobile con cui ha iniziato una relazione di convivenza che le crea delle ansie (“
quanto durerà?”), con Mattia, il figlio, adolescente anche lui che la aiuterà a capire meglio il mondo dei giovani.
Vittime, in questo caso più che mai, delle colpe dei padri. E lo si comprenderà arrivando al tragico finale.
Senza motivo apparente è un noir ma anche un libro che parla di noi, della nostra società, dei sentimenti (precari), dell'amore e del dolore. Anche quello semplice e puro di un ragazzo innamorato che attendo il bacio dell'amata.
Qui trovate il sito dell'autrice, dove potete trovare tutte le informazioni sui precedenti libri e sugli altri lavori.
La scheda del libro sul sito di Feltrinelli
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