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“Senza scontrino non si esce” di Flavia Todisco: quel prezzo nella vita che tutti, prima o poi, dobbiamo pagare

Creato il 14 novembre 2015 da Alessiamocci

“Il linguaggio, che è uno scrigno del tempo, in cui si sedimentano azioni, volontà, finalità e voluttà, è lì a testimoniarlo, anche nella tua singola, umile e transeunte vita” da Favelle altrui.

È una raccolta di 22 brevi racconti, divisa in due parti, l’opera pubblicata da Robin Editore nell’aprile 2015. Il titolo è evocativo: “Senza scontrino non si esce”; mentre l’autrice è l’insegnante milanese Flavia Todisco.

Sono tematiche tratte dalla vita quotidiana, e dall’osservazione della realtà circostante, quelle che vengono analizzate in questa raccolta, deformate sotto la lente del paradosso. Eventi surreali, dove subentra il gusto del grottesco a lasciarci di stucco. Prerogativa di questa autrice è sorprendere il lettore, con storie “crude”, che in un primo momento hanno il potere di allontanarci, di far sembrare tutto “altro da sé”, perché davvero improbabili. Ma, a mano a mano che ci si addentra nella lettura, si capisce che in realtà possiamo identificarci in questi personaggi – le cui storie sono portate agli estremi – molto più di quanto si potesse immaginare.

Sono uomini, donne, giovani, anziani, bambini e persino animali che hanno acquistato caratteristiche umane, di cui, dopo una premessa iniziale che si riferisce al racconto in sé, è descritta una storia d’origine, che ce ne fa comprendere le motivazioni di agire.

Ciascun personaggio è visto come una sorta di “circense”, come si evince dalla copertina, che riporta: “Tutti sospesi, tutti di fronte a un salto e, come giocolieri e saltimbanchi, una piroetta…et voilà nuovamente sul palcoscenico della vita”.

C’è sempre un piccolo o grande prezzo da pagare per ogni scelta compiuta, nell’idea dell’autrice. Di qui, quegli “scontrini” che tutti ci apprestiamo a presentare al momento della nostra uscita di scena. Possiamo vivere, agire e gioire secondo le nostre inclinazioni o aspirazioni, sapendo che prima o poi qualcuno o qualcosa, per qualche motivo, ci potrebbe presentare un conto da pagare, per le scelte che abbiamo compiuto.

I racconti si articolano in forma di fiaba, ma si tratta di un linguaggio che si scontra con la durezza della realtà e col suo imprevedibile evolversi.

In alcuni momenti ho avvertito quel procedere per paradossi, come in quel “Visconte dimezzato” di calviniana memoria, dove le due parti, opposte ma complementari del bene e del male, non possono sussistere se non di pari passo. Per quanto riguarda l’idea dell’amore, ho riconosciuto in questo stralcio un’eco di “Mangia prega ama” di Elizabeth Gilbert:

Ne vide le labbra, ne intuì i seni e i fianchi, ne immaginò i copiosi e frizzanti pensieri, ma non la volle avvicinare né importunare, si limitò a desiderarla un istante e a pensare a lei poi, per il resto dei propri giorni, tra le vette dall’aria leggera, comprendendo di avere agito saggiamente, lasciandola andareda Anima Mundi.

Molti i nomi improbabili, ma pregni anch’essi di quell’ironia che caratterizza i racconti stessi.

Fra tutti, ho gradito “Immune dal mondo”, dove una Rosalinda abusata da piccola, per mano di “quel gran signore” che ha oltraggiato il suo corpo, ha cessato di provare qualunque tipo di emozione, facendo dell’apatia il suo stile di vita. Anche se nel tentativo di renderlo surreale, il tema del femminicidio fa sempre un certo effetto ed emoziona. Ancor di più se abbinato a quello della pedofilia, come in questo caso

Senza scontrino non si esce” è una raccolta di racconti singolare, che fa sorridere così come riflettere. Che l’autrice scriva molto bene e che dia molta importanza al linguaggio, ricercando ogni parola e senza lasciare nulla al caso, credo sia superfluo ribadirlo.

Written by Cristina Biolcati


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