Senza stipendio da mesi, gli operai di Porto Marghera occupano la torcia dello stabilimento

Creato il 18 settembre 2013 da Cassintegrati @cassintegrati
  • Notizia in ESCLUSIVA sul blog L’isola dei cassintegrati.
  • Alle 7:00 del mattino quattro lavoratori del petrolchimico sono saliti sulla torcia, a 150 metri d’altezza.
  • I lavoratori sono senza stipendio da gennaio e senza cassa integrazione da maggio.
  • Intanto, in Sardegna, 90 lavoratori Vinyls di Porto Torres inizieranno i “lavori socialmente utili”.

Sono abituati a vederla dall’alto, Porto Marghera. Alessio, Davide, Romeo e Giovanni questa mattina alle 7:00 sono saliti – per l’ennesima volta - sulla torcia d’acciaio dello stabilimento della Vinyls per protestare. Una protesta ad alta quota: 150 metri, per l’esattezza. Da lassù, quando il cielo è sereno, si può vedere nitidamente la laguna, Venezia, e quello che fino a pochi anni fa era il loro posto di lavoro. Quando c’è vento invece, “Dio ce ne scampi e liberi”, hai paura che il cielo ti strappi via dal metallo della passerella.

I cassintegrati, che non vengono pagati da maggio, hanno sperato fino all’ultimo che l’incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico potesse sbloccare la situazione che si trascina avanti da anni, con alti e bassi. In questo momento l’unica speranza di risolvere la loro vertenza è l’Oleificio Medio Piave e il suo progetto di riconversione di una delle banchine dello stabilimento, che offrirebbe garanzie occupazionali ai lavoratori della Vinyls. Rimane da sciogliere un nodo fondamentale: quale banchina affidare in concessione. L’Oleificio sostiene che l’unica banchina idonea è quella sul canale dei Petroli, ma l’autorità portuale si oppone a questa scelta. Il presidente del Porto ha dato disponibilità per la banchina Liquidi (canale sud), o la banchina Montedison (canale ovest). Ironia della sorte, su questa assurda decisione si gioca il futuro dei 125 lavoratori esausti del polo chimico.

“Ovviamente se l’Oleificio Medio Piave dovesse assumerci tutti, sarebbe perfetto”, ci spiega Lucio (che oggi non è potuto salire sulla torcia con i suoi colleghi per problemi personali). ”Il problema è che dopo quattro anni di prese in giro, ci sono troppi dubbi. Non ci fidiamo… adesso stanno litigando su quale banchina prendere… Mah”. Tutto bloccato per i lavoratori veneti. “Almeno dai colleghi dello stabilimento Vinyls Porto Torres arrivano buone notizie”, dice Lucio riferendosi all’accordo sui “lavori socialmente utili” per 90 dei loro colleghi sardi, che permetterà agli operai Vinyls di avere un’integrazione del proprio reddito rispetto a quanto assicurato sinora dalla cassa integrazione straordinaria.

I tre poli industriali di Porto Torres, Ravenna, Porto Marghera in questi anni sono stati divisi e stroncati, uno ad uno. I commissari straordinari che avevano il compito di salvaguardare i dipendenti di questa azienda li hanno portati al fallimento. E adesso, da curatori fallimentari, continuano a giocare la carta del ricatto: “Secondo loro dovremmo continuare a presidiare per sicurezza gli impianti senza retribuzioni, con la cassa integrazione straordinaria ferma da aprile e gli stipendi a gennaio”. Alcuni lavoratori stanno vivendo situazioni famigliari gravi. “I deliri dei commissari in un contesto come il nostro sono molto gravi. Non ci sono più scuse”.

Secondo Alessandro, che fra qualche giorno compirà 48 anni e attualmente non ha altre prospettive lavorative, non si può permettere ai commissari di continuare a gestire in questo modo la vertenza Vinyls. “Questo è un omicidio lento e malvagio. Ma i maggiori colpevoli sono quelle istituzioni, quei partiti e quei sindacati nazionali che stanno lasciando carta bianca ad aziende come l’Eni di distruggere un patrimonio di conoscenza e produzione come era il nostro”

di Marco Nurra | @marconurra
(Foto: Nicoletta Zago)


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