Pant. Da quando sono tornata la mia attività principale è stata cercare di recuperare tutti gli articoli e i blog che non avevo letto mentre ero via, segnandomi quelli più interessanti per poi segnalarli sul blog. Sono stanca adesso. Ecco qui sotto quello che ho estratto dalla rete. Spero mi perdoniate se dedicherò pochissime righe a ognuno: se vi interessa potete approfondire direttamente il link originario. Tanto io dico sempre le stesse cose.
Riguardo all’Ucraina, e alla Russia, al di là della mia iniziale reazione impanicata sono stata presa dalla tentazione di approfondire perché mi interessa molto l’argomento. Ma nella vita ho imparato due lezioni intellettuali importanti. Una riguarda i Balcani: come ho già scritto c’era un tempo in cui io credevo di sapere delle cose su quelle guerre, poi ho dedicato anni a documentarmi, passando dal credere di sapere al capire di non sapere al cercare di rimediare al credere quindi di sapere, questa volta davvero, per poi scoprire un’altra cosa precedentemente ignorata e che quindi no, non sapevo ancora. Ho smesso anni fa e lo stato finale su cui mi sono assestata è quello del sapere, socraticamente, solo quanto non so, cioè quanto è complessa la vicenda e quanto rispetto io quindi le devo prima di parlarne. Ho smesso del tutto, spero, di parteggiare, perché è intellettualmente disonesto. Non voglio fare questo errore adesso, nonostante, appunto, la paura che mi fa Putin e chiunque lo sostenga. Probabilmente gli altri, chiunque siano, mi fanno meno paura solo perché li conosco meno. Crisi, guerra e potere fanno emergere un sacco di gente preoccupante.
L’altra lezione intellettuale che ho imparato è quella sulla guerra civile spagnola, probabilmente l’ultima volta in vita mia in cui ho fatto l’errore di credere che potesse esistere una guerra con i buoni contro i cattivi. Se vi interessa l’argomento, questo libro è davvero ottimo (ma non comprate da Amazon!!). Racconta come si è arrivati alla guerra civile, il che è estremamente affascinante da leggere con il senno di poi: tu lettore sai che scoppierà la guerra, ma i protagonisti non ne erano certi, e probabilmente al loro posto tu avresti commesso gli stessi errori e con la stessa miopia avresti permesso al tuo paese di precipitare nel caos, forse perché eri intransigente, forse perché ignavo, forse perché ti sembrava di essere a un passo dal realizzare la tua utopia imponendola anche su chi non la voleva… Hugh Thomas descrive con incredibile equilibrio, empatia e onestà intellettuale motivazioni ed errori di tutte le parti in gioco. Erano tantissime, un casino, come in Ucraina adesso.
Se non devi prendere decisioni, e io non ne devo prendere, è sempre meglio aspettare gli storici per formarsi un’opinione. Gli storici sono molto meglio dei giornalisti, ma arrivano troppo tardi. Quelli bravi poi riservano un po’ di umana comprensione anche per chi dovette prendere delle decisioni e sbagliò. I commentatori su internet, invece, non hanno mai dubbi, e in poche righe ti spiegano loro come stanno le cose e sgridano il commentatore sopra che è tutto fuori strada. Qualcuno mi ricordi come si chiama quella legge per cui meno sai più credi di sapere.
Tornando ai link.
152 milioni di euro per una certa Tangenziale Sud. Lo sottolineo perché quando si dice che i trasporti pubblici costano ci si dimentica sempre di quanto ci costa tutto il resto del traffico. Notare l’entusiasmo tra i commenti dei lettori.
Secondo gente che ne sa, il picco del petrolio è già passato. Forse non è solo colpa “dei politici” se c’è la crisi.
Legame tra aumento dei prezzi del cibo e ribellione.
L’inquinamento dell’aria nelle città cinesi assomiglia all’inverno nucleare, rallenta la fotosintesi nelle serre e mette a rischio la produzione di cibo.
Due articoli che descrivono un possibile futuro, proponendo un ritorno al mutualismo , oppure “costruire attivamente in parallelo delle economie ampiamente non monetarie per famiglie e comunità con il 10% della popolazione abbia il potenziale di fungere da profondo boicottaggio sistemico dei sistemi centralizzati nel loro complesso“. È proprio quello che cerco di fare io, nel mio piccolo. Chissà se il signor Orlov mi conterebbe tra i blogger “come lui”.