Senza titolo/Domande e risposte /Colloquio con un amico

Creato il 04 gennaio 2016 da Marianna06

Come vedi la vita, le cose intorno a te, Marianna?

Istintivamente con ottimismo ma conosco le delusioni. Fanno parte del gioco e le accetto. Mi piace  essenzialmente agire, costruire, progettare.

Quali sono le tue radici?

Sono passata attraverso luoghi diversi  da sempre e li amo un po’ tutti.

Che cos’è per te la letteratura ?

E’ un ritrovarmi nell’umanità, al di là di un luogo o di una patria specifica. E’ anche potermi confrontare, riconoscermi nei valori umani. Avere dei maestri.

Cosa temi maggiormente?

Ho paura del vuoto e allora spunta ossessiva la ricerca di un altrove in modo che possa riempirlo.

Come ti definiresti?

Sono una ribelle anche se all’apparenza non si direbbe. Ribelle specie nei confronti delle convenzioni ma so armonizzare gli estremi.

Cosa ti piace di più nella quotidianità?

Mi piace andare in giro anche senza meta. Mi piace scoprire, incontrare, dialogare, conoscere.

Che mi dici della complessità del tuo “io”?

E’ un casino. C’è difficoltà tra l’esprimersi liberamente e senza remore e l’indicibile. Risultato probabilmente di un’educazione molto severa. Timore poi di scoprirsi diversa forse dal ruolo assegnatomi dagli altri da sempre. La società condiziona parecchio. Ordine e caos comunque sono compresenti in me. Anzi,talora, c’è una voglia esasperata di mettere ordine a tutti i costi.

Ti piace il mare?

Il mare mi piace nella misura in cui mi consente di solcarlo, di andare, di viaggiare, di scoprire nuove terre. Mi piace anche come colori, suoni, odori. Non riesco, però, ad abbandonarmi ad esso, a sentirmi tutt’uno con l’elemento.

Come ti rapporti alla vita ?

Tendo a proiettarmi nel domani per quel che non riesco a fare oggi e adesso so che è sbagliato. Devo imparare a vivere e ad apprezzare le cose giorno per giorno. Forse non so vivere. Non so se ho saputo mai veramente vivere.

Ti difendi dalla vita?

Non mi difendo dalla vita se non nella misura in cui lo fanno un po’ tutti. Sono sempre stata fiduciosa nei confronti della vita. Mi piace immaginare il bicchiere mezzo pieno. C’è un po’ di autodistruzione, specie quando certi conti non mi tornano. Mi piacciono le utopie ma oggi devo dire che le guardo più criticamente di un tempo. So che bisogna lavorare per rendere il mondo migliore e, nel mio piccolo, lo faccio come lo so fare.

Perché scrivi?

Scrivo per fare ordine in me e, fuori di me, per comunicare, riflettere e far riflettere. Un po’ il vizietto di chi è stato insegnante. Credo nella parola scritta. Credo davvero che scrivere talora è un  trascrivere qualcosa di più grande di noi.

Ma... sarà vero?

Scrivere, inoltre, è anche un distrarsi dalla morte.

  

                                     

                                     Marianna Micheluzzi (Ukundimana)