Da quando l’aggiornamento dell’algoritmo denominato “penguin” ha fatto il suo debutto il 24 aprile scorso, questa pratica è diventata pericolosa, se fatta cercando di ingannare Google e capace di “rovinare” chi intraprende programmi di ottimizzazione dei motori di ricerca. Per aiutare gli operatori del settore a camminare su un terreno solido nelle sabbie mobili della SEO, Single Grain si è lanciata nel non facile compito di scrivere delle regole su come non rimanere fregati nelle SERP del celebre motore di ricerca.
Ecco le11 leggi, non scritte, della generazione dei link:1. Pubblicare contenuti di qualità:
la qualità del contenuto è un importantissimo “magnete” per ottenere i link in ingresso. Fare dei post sul blog aziendale che induca la più grande quantità possibile di siti e blog a linkarlo per l’altissima qualità di quanto è stato comunicato. (questo ad esempio funziona molto bene con le infografiche o notizie in esclusiva o reportage e studi, purtroppo fare questo genere pratica richiede un grande dispendio di ore di lavoro)2. Non acquisire link troppo velocemente:
la velocità nel ricevere link viene monitorato dagli algoritmi dei motori di ricerca, e se è troppo alta, verrete penalizzati.3. Non acquistare link:
i link che vengono acquistati con il solo scopo di battere la concorrenza nei motori di ricerca sono penalizzati. (soprattutto perché chi vende i link ne vende anche ad altri, con il rischio di far sospettare Google)4. Non ricevere link da “quartieri malfamati”:
Li ha chiamati così Matt Cutts e sono i siti che Google giudica molto male.
Google penalizza la generazione di link a siti per adulti, portali che ignorano le regole di SEO e pagine che nulla hanno a che fare con il business della società solo allo scopo di generare link.5. Generare link continuamente:
la generazione di link è un esercizio lento ma inesorabile, evitare scatti improvvisi e improvvise cadute nella generazione di link.6. Generare link che vanno oltre la Home Page:
i link che puntano sempre e solo la Home Page sono “sospetti” dal punto di vista SEO.7. Creare varietà nei link in ingresso:
Google ha recentemente “deindexed” le grandi reti blog private che, alcuni webmaster, avevano appositamente costruito per una intensa strategia di link building. Evitare di avere link solo da una catena di siti aggregati sotto un unico marchio o associazione di blogger e farsi linkare anche da blog o siti minori e slegati. (l’ideale è farsi fare un post su di un blog autorevole dello stesso settore del sito da promuovere, ecco perché prevedo per il futuro, finalmente, che i blogger riusciranno a guadagnare qualcosa per il loro paziente lavoro)8. Variare il testo di ancoraggio:
la generazione di link sarà più naturale dal punto di vista dei motori di ricerca, evitare di farsi linkare sempre per le stesse parole chiave.9. Ignora il “PageRank”:
la maggior parte degli esperti SEO è d’accordo con l’inattendibilità della barra di misurazione del “PageRank” di Google. (ho molti dubbi su questa affermazione, secondo me Google vuole che non ci si badi molto, ma la sua importanza è indubbia. Proprio come scrive Rudy Bandiera in questo post)10. Fare l’analisi competitiva per trovare fonti alternative per la generazione di link:
per questo tipo di analisi ci sono strumenti utili come Open Site Explorer o Majestic SEO.11. Misura l’impatto delle attività di link building:
è inutile sviluppare una strategia elaborata di generazione di link senza misurare l’efficacia nel tempo per determinare l’impatto che i backlinks hanno sortito sulla classifica SERP e nella generazione di traffico.Queste sono solo valutazioni di chi ha scritto l’articolo e mie, nessuno sa che cosa ci sia dietro all’algoritmo di Google Penguin, la cosa che sappiamo di certo e che da ora i contenuti e i siti che li ospitano devono avere un VERO seguito per la QUALITA’ che riescono ad esprimere, un sito solo di comunicati stampa non avrà mai seguito e i suoi link in uscita non serviranno più ad un piffero.