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"Sepolti in casa": il disturbo ossessivo-compulsivo di accumulo arriva in tv

Da Studiopsicologiatorino @StudioPsyTorino
Il canale televisivo RealTime con la sua trasmissione  Sepolti in casa sta portando all'attenzione del grande pubblico le problematiche connesse al Disturbo ossessivo-compulsivo da accumulo.
Chi soffre di tale condizione patologica è spinto ad accumulare e a raccogliere grandi quantità di oggetti, molto spesso inutili e inservibili e vive con estrema ansia all'idea di doversene disfare (detta disposofobia). L'accumulo non si interrompe nemmeno quando vengono ostacolate attività come cucinare, lavarsi, fare le pulizie o semplicemente spostarsi da una stanza all'altra.
Si differenzia dal collezionismo perché le persone raramente cercando di mostrare le loro cose, come accade invece con le collezioni.
Vediamo i punti chiave di questa patologia, secondo un documento pubblicato dall' International OCD Foundation (organizzazione no-profit internazionale creata da persone affette da disturbi ossessivo-compulsivi, familiari e professionisti).
Quali sono i segnali dell'accumulo compulsivo?
  • difficoltà nel liberarsi degli oggetti;
  • presenza di grandi quantità di oggetti posti disordinatamente che ingombrano l'ufficio, la casa, la macchina o altri spazi (es. magazzini), rendendo difficoltoso l' uso di mobili o attrezzi oppure il muoversi facilmente;
  • smarrimento di oggetti di valore come denaro, bollete o documenti tra le tante cose accumulate;
  • sentirsi travolti dal volume degli oggetti che hanno “preso il controllo” della casa o dello spazio lavorativo;
  • non riuscire a fare a meno di fermarsi a raccogliere cose gratuite come volantini pubblicitari o bustine di zucchero dai bar;
  • acquistare quantità di cose perché costituiscono un “affare” o una “scorta”;
  • non invitare familiari o amici in casa per la vergogna o l’imbarazzo;
  • rifiutarsi di far entrare persone in casa per effettuare riparazioni.

Cosa rende difficile alla persona liberarsi degli oggetti accumulati?
  • difficoltà nell' organizzare le proprie cose;
  • forti sentimenti positivi (gioia, piacere) quando la persona entra in possesso di nuovi oggetti o sentimenti negativi (sensi di colpa, paura, rabbia) quando la persona inizia a pensare di doversi sbarazzare delle cose accumulate;
  • convinzione che gli oggetti siano di valore o utili, anche quando nessun altro li vorrebbe o li acquisterebbe;
  • sentirsi responsabili per gli oggetti, attribuendo sentimenti alle cose inanimate;
  • tendenza a negare il problema anche quando la confusione dovuta alle cose accumulate o l’acquisizione di nuovi oggetti interferiscono con la vita della persona.
Chi è costretto a lottare con il problema dell’accumulo compulsivo?
I comportamenti di accumulo compulsivo possono iniziare fin dall’adolescenza mentre l’età media delle persone che richiedono un trattamento si aggira intorno ai 50 anni. Le persone che accumulano in maniera patologica spesso lottano tutta la vita con questo problema. Spesso vivono sole e possono avere un altro membro della famiglia con questo problema. Sembra probabile che problemi di accumulo compulsivo grave colpiscano almeno 1 persona su 50, ma in realtà la percentuale sembra addirittura maggiore cioè che possano essere presenti in 1 persona su 20.
(Dati OCD Foundation)
Quali sono gli effetti dell’accumulo compulsivo?
  • Le grandi quantità di oggetti accumulati possono costituire una minaccia per la salute e la sicurezza di chi vive in casa o vicino, (per es. può aumentare il rischio di incendi);
  •  La persona può essere sfrattata o ritrovarsi soggetta a restrizioni da parte del tribunale, con forti sconvolgimenti emotivi;
  • Si verificano conflitti con familiari e  amici, frustrati e preoccupati riguardo lo stato della casa e i comportamenti di accumulo.

L’accumulo patologico può essere causato da uno stato di povertà precedente o da avversità o stenti vissuti?
Le persone che accumulano in modo compulsivo possono definire se stesse parsimoniose. Possono anche pensare che il loro comportamento sia dovuto all’aver vissuto periodi di povertà e  stenti durante la loro vita. La ricerca sino ad ora non è riuscita a sostenere questa idea; in ogni caso esperienze traumatiche o lutti importanti (genitore, coniuge) possono portare ad un peggioramento dei comportamenti di accumulo compulsivo.
L’accumulo compulsivo può essere curato?
Si, l’accumulo compulsivo può essere trattato. Le strategie di trattamento includono:
  • mettere in dubbio i pensieri e le convinzioni della persona (che accumula) circa la necessità di conservare gli oggetti e di accumulare nuove cose;
  • uscire senza acquistare o prendere nuove cose;
  • liberarsi degli oggetti accumulati e riciclarli, in un primo momento effettuando la rimozione degli oggetti con l’aiuto del terapeuta e successivamente in maniera autonoma;
  • lavorare assieme al terapeuta per organizzare, smistare e ridurre l’ingombro dovuto ai troppi oggetti accumulati;
  • comprendere che delle ricadute potrebbero verificarsi;
  • elaborare una strategia al fine di impedire che si riformi in futuro nuovi accumuli di oggetti inutili.

Come posso aiutare un amico o un membro della mia famiglia con questo problema?
Tentativi di aiuto da parte di familiari o amici possono essere rifiutati da parte della persona che accumula. Bisogna considerare che:
  • la persona deve essere motivata, e ciò non avviene esclusivamente sulla base di pressioni esterne;
  • ciascuno ha diritto di disporre liberamente delle proprie cose e di scegliere il suo stile di vita;
  • la persona che accumula è spesso ambivalente riguardo alle offerte di aiuto. (per es. in un primo momento può accettare, salvo poi rifiutarsi di far sgombrare la casa).

Il problema non può essere risulto con un semplice sgombero. Senza un trattamento profondo infatti, non solo è più alto il rischio di ricadute ( e di nuovi accumuli dopo breve tempo dalle "pulizie") ma possono aumentare l'attaccamento che la persona nutre verso i suoi oggetti e l'angoscia all'idea di separarsene. Inoltre, questo può comportare un netto rifiuto verso successive proposte di aiuto.
Per tali motivi, è importante rivolgersi a un professionista della salute mentale.


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