Seppelliti a forza di ridere

Creato il 17 novembre 2012 da Albertocapece

Una risata li doveva seppellire. Ma loro sono ancora lì che ridono e seppelliscono il welfare e i diritti del lavoro: il clown non è stato spodestato dai battutisti a getto continuo e nemmeno da quelli che erano garantiti in una facile opposizione dalla presenza del Cavaliere. No Berlusconi lo ha cacciato via la Merkel e il sistema finanziario per il quale era divenuto inaffidabile in vista dei i massacri prossimi venturi. Ciononostante la maggiore opposizione nel Paese è ancora quella ridanciana e goliardica che in mancanza di idee, in mancanza di palle e probabilmente col sedere al riparo, si diverte alle spalle dei precari, degli esodati, dei pensionati e di chi si vede privare del lavoro e del proprio futuro.

Naturalmente l’umorismo a tutti i costi è benvenuto nella lotta di classe alla rovescia: distrae, impoverisce il pensiero, sottrae energia all’azione, butta tutto in vacca. E’ benvenuto e anche foraggiato per la sua azione sedativa: è ben noto come tutti i regimi lascino circolare barzellette e battute che fanno da sfogo alla compressione della libertà e lo dovremmo sapere vista l’esperienza diretta del fascismo. Ma nell’era di internet la goliardia, non la satira, non l’ironia, diventa un prezioso elemento che viene attivamente  incoraggiato. Quindi credo che sarebbe davvero l’ora di finirla con “gli attor di scherzo” come si diceva nella commedia dell’arte:  stanno diventando ai miei occhi ambigui e fastidiosi, oltre che di incerta origine. Dover sopportare di veder nascere su Fb una pagina tipo “Marxisti per Tabacci” che naturalmente raccoglie subito enormi consensi lo considero solo offensivo. E vedere anche folti gruppi di “amici” aderire a questa ennesima demenza senile in mezzo al disastro del Paese, restituisce la dimensione della pochezza del Paese.

Gli stessi che probabilmente sono all’origine della pagina sono poi quelli che alzano il sopracciglio di fronte al “comico” Grillo o si strappavano i capelli per le barzellette di Berlusconi: non hanno capito che non è più tempo di cazzate. O forse lo hanno capito benissimo, ma evidentemente non sanno e non vogliono fare altro.