Serbia: dopo la candidatura ue ora e' tempo di elezioni

Creato il 08 marzo 2012 da Pasudest

di Marina Szikora [*]
Lo status di candidato all'adesione all'Ue per la Serbia e' importante perche' include grandi potenziali per la Serbia. Cosi' il presidente serbo Boris Tadić in occasione della buona notizia che finalmente ha potuto soddisfare, almeno parzialmetne, le aspettative delle forze proeuropee in Serbia. "Questa e' una grande conquista, naturalmente non e' epocale, epocale sara' quando la Serbia oltrepassera' questo confine e diventera' membro dell'Ue con la possibilita' di utilizzare tutti i potenziali, i fondi di adesione e tutto quello che e' a disposizione degli stati membri a pieno titolo dell'Ue" ha stabilito Boris Tadić.
E' chiaro che i riflessi della notizia positiva giunta da Bruxelles praticamente all'ultimo momento durante la riunione preparatoria del Consiglio europeo che e' stata quella dei capi di diplomazia dei 27, sono ancora ben presenti sia in Serbia che nella regione balcanica. Il presidente della Serbia ha ringraziato anche la Croazia per il suo "grande, caloroso e molto aperto sostegno". Ha ringraziato il suo collega croato, il presidente Josipović e il premier Milanović con i quali, come ha detto, in tutti questi giorni e' stato in diretti colloqui telefonici. Il capo dello stato serbo ha rilevato che lo status di candidato e' una conferma chiara di giorni migliori per la Serbia e ha detto che per la loro realizzazione bisogna continuare a lavorare e che l'ingresso nell'Ue e' un obiettivo formale mentre il fondamentale sara' il cmabiamento della qualita' di vita della societa' serba. Per quanto riguarda la domanda se l'adesioen della Serbia all'Ue sara' preceduta dalla soluzione del contenzioso territoriale con il Kosovo, Tadić ha risposto che la Serbia a nessuna condizione non riconoscera' l'indipendenza del Kosovo e che non si aspetta condizionamenti di questo tipo.
Secondo un commento del quotidiano croato 'Vjesnik', il presidente Tadić "ha parlato meno dell'importanza politica della decisione a Bruxelles ma piuttosto di quella economica. Innanzitutto ha dato importanza al fatto che la Serbia adesso sara' piu' sicura per gli investitori stranieri, per gli investitori che sono orientati verso i paesi che hanno un sistema giuridico ordinato". E mentre la Serbia si avvia verso il viaggio europeo ancora incerto, molti dei suoi cittadini lottano ferocemente per la sopravvivenza, scrive 'Vjesnik' e aggiunge che questo non e' niente meno drammatico rispetto all'intera regione. I recenti sondaggi in Serbia hanno dimsotrato che quelli fortunati che hanno un lavoro, spendono il loro salario gia' entro la meta' del mese. I risultati di questo sondaggio in Serbia sono quasi identici ai risultati dei so ndaggio effettuati un anno fa. Quindi nessun cambiamento tranne il fatto che adesso sempre meno gente guadagna sufficientemente per la vita.
Comunque sia, ora tutto puo' essere indirizzato verso le elezioni. Piu' concretamente, il prossimo 13 marzo il capo dello stato Boris Tadić e la presidente del Parlamento serbo, Slavica Đukić Dejanović,ciascuno nei loro rispettivi gabinetti, firmeranno il documento con il quale verranno indette le elezioni parlamentari e locali in Serbia. Fino ad allora, scrivono i media serbi, si sapra' se il presidente Tadić decidera' a dimettersi affinche' in contemporanea ci siano le elezioni a tutti i livelli, quindi anche quelle presidenziali. La precondizione che lo stesso giorno ci siano le elezioni a tutti i livelli e' proprio quella delle dimissioni del presidente Boris Tadić poiche' il suo mandato regolare scade appena tra 11 mesi. Per questo motivo, secondo l'opinione degli analisti, la decisione sulle elezioni generali sara' strategica e tattica.
Il leader del Partito socialdemocratico della Serbia, Rasim Ljajić ritiene che nella crisi economica e' piuttosto razionale avere allo stesso tempo tutte le elezioni, ma e' anche logico poiche' con lo status di candidato per la Serbia inizia una nuova fase politica che richiede il sostegno dei cittadini. L'Ue non puo' avere i preferiti alle prossime elezioni in Serbia, ha detto il relatore del PE per la Serbia, il deputato sloveno Jelko Kacin. L'europarlamentare ha ripetuto che dopo l'attribuzione dello status di candidato alla Serbia, l'Ue aspettera' i risultati delle elezioni non volendo essere un tema elettorale. "Ogni gruppo politico che dimostra di avere un chiaro orientamento politico europeo puo' e deve avere pieno sostegno da parte di Bruxelles" ha detto Kacin in una intervista per il giornale di Novi Sad 'Dnevnik'.
L'europarlamentare sloveno ha osservato che l'Ue puo' soltanto riconoscere il risultato elettorale democratico e collaborare in maniera migliore. Come la Serbia non puo' decidere sulla nomina dei funzionari dell'Ue, cosi' non puo' essere nemmeno viceversa, ha aggiunto Kacin rilevando che siamo arrivati al momento delle integrazioni europee della Serbia quando non e' piu' importante chi vince alle elezioni. In questo senso ha ricordato che la ratifica dell'Accordo di stablizzazione e associazione e' iniziata quando Tomislav Nikolić ha abbandonato il partito ultranazionalista di Šešelj e si e' impegnato per la ratifica dell'Accordo in Parlamento.
"Quando la Serbia diventera' membro dell'Ue, tutti i suoi cittadini diventeranno cittadini europei, non soltanto i membri della coalizione governativa o dei movimenti proeuropei" ha detto il parlamentare europeo Kacin e ha sottolineato che secondo i criteri di adesione, verra' valutato il contributo di ogni governo poiche' non vi e' sostegno senza le riforme necessarie. Secondo l'opinione del relatore per la Serbia del PE, da quando la Serbia ha ottenuto lo status di candidato all'adesione, la Federazione russa "non esiste piu' ne' come alternativa politica, tantomeno come alternativa economica o democratica all'Ue". Kacin in questa intervista ha invitato la Serbia ad essere ancora piu' ambiziosa sulla sua via verso l'Ue affinche' la prospettiva europea sia ancora piu' visibile e palpabile per i cittadini.mbre 2007 dopo che a seguito di uno sciopero di fame ha ottenuto il diritto a difendersi da solo.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi


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