"La storia di questo album è una storia di viaggi soprattutto, perché è stato scritto tra Roma, Parigi, Londra". Sergio Caputo racconta all'Adnkronos 'Pop, jazz & love', il suo nuovo album uscito in questi giorni, il primo interamente composto da brani inediti in 20 anni. "Io viaggio sempre con il mio laptop, equipaggiato, così quando mi vengono finalmente le idee le posso buttare subito giù - dice il musicista - dopo aver accumulato un po' di idee, ho deciso di farle diventare un album e mi sono messo a lavoro con questo concetto del pop e del jazz accanto, perché io sono quello che ha presso il pop e il jazz e li ha messi insieme creando uno stile che da molti viene definito caputiano. E love perché secondo me bisogna rivalutare l'amore felice piuttosto che quello da 'strappa capelli' o delle rotture che viene normalmente celebrato nelle canzoni". I brani di questo album sono stati "scritti nel giro di un anno ma poi, quando mi sono messo a lavorare, in un paio di mesi ho fatto tutto l'album", afferma Caputo. Tutti brani in inglese, tranne uno: "I testi sono usciti in inglese perché l'inglese è la mia seconda lingua e questo è uno dei motivi per cui la musica mi viene fuori più facilmente e spontaneamente in inglese che in italiano". Il cantante romano infatti ha vissuto oltre 10 anni negli Stati Uniti. "C'è da dire che questa volta non mi sono applicato a scrivere le canzoni in italiano perché mi sembravano a posto così, in inglese. Solo una è in italiano, 'A bazzicare il lungomare' che è rimasta in italiano perché è nata in italiano mentre ero di ritorno da un concerto in una città della costiera. Ero di notte in autostrada e mi è venuto fuori questo pezzo che ho scritto sul telefono". Caputo non è preoccupato dal fatto che la scelta di fare un album praticamente tutto in inglese possa destabilizzare il suo pubblico, "perché non sarei un'artista se mi creassi questo problema, anzi, molto spesso gli artisti tendono a destabilizzare il pubblico". E in ogni caso sul suo sito pubblicherà la traduzione in italiano. "C'è da dire che la lingua inglese è la lingua internazionale della musica, non è che ho fatto un album in indonesiano - aggiunge - L'italiano è parlato solo in Italia, non è come l'inglese o lo spagnolo che sono lingue parlate in tutto il mondo. E comunque ho pubblicato oltre 150 canzoni in italiano...". "Volevo parlare a un pubblico più vasto - aggiunge il musicista - Il luogo dove viene diffuso la musica oggi è il web che è istantaneo. Se io oggi pubblico una cosa qui, esce in contemporanea a New York e Tokyo. E quindi è bene che venga compresa da un maggior numero possibile di persone". Dopo aver celebrato (2013 - 2014) il trentennale del suo primo album 'Un sabato italiano' con il remake in chiave più jazz intitolato 'Un sabato italiano 30', Caputo ha dedicato 'Pop, jazz & love' ai suo due figli "che durante la preparazione dell'album alla fine sono diventati i miei assistenti visto che spesso erano a casa dal nido, dove si prendono tutte le possibili malattie. E poi vedevo la loro reazione alle canzoni: quando arrivavano di corsa, sapevo che quel pezzo era forte". In copertina c'è la moglie Cristina... Ma quanto c'è di autobiografico in questo 'love'? "Io scrivo sempre autobiograficamente, non sono capace di inventare i sentimenti. Forse i sentimenti si confessano ma non si inventano". Il primo brano dell'album, 'Everybody looks so beautiful in Paris', "è molto jazz", in 'Cristina' invece c'è molta bossa, latino - "che io considero jazz perché è nato dal jazz - sottolinea l'artista - Il latino usa delle ritmiche che non sono tipicamente jazzistiche ma lo sviluppo degli accordi è di tipo jazzistico - e reggaeton che ritroviamo anche nell'unico brano in italiano. Ma questo album è più pop o più jazz? "Il criterio su cui mi baso quando realizzo un album è che sia gradevole all'ascolto - afferma il musicista - Nel senso che deve poter essere ascoltato a basso volume e non disturbare. Ma se poi uno lo vuole pompare deve anche farti muovere. Faccio molta attenzione a questo aspetto... Cerco sempre di scrivere una musica che non sia invadente, che non interrompa le attività. La funzione della musica è quella di allietare, di rilassare non di nevrotizzare". Il 19 marzo Sergio Caputo si esibirà live all'Auditorium Parco della Musica di Roma: "E' la festa del papà. Chi ha un figlio che mi segue lo porti, chi invece ha un padre mio fan regalategli il concerto - scherza - Basta con cravatte, pantofole, sigari e pigiami come regali. Anche ai papà piace uscire....". Sarà possibile vederlo dal vivo anche a Milano, Salumeria della Musica il 19 marzo e a Firenze, Teatro Obihall il 15 maggio. "E' possibile che decida di fare una tappa anche in Veneto, a Padova o a Mestre, ma non c'è ancora nulla di certo", sottolinea il musicista.
"La storia di questo album è una storia di viaggi soprattutto, perché è stato scritto tra Roma, Parigi, Londra". Sergio Caputo racconta all'Adnkronos 'Pop, jazz & love', il suo nuovo album uscito in questi giorni, il primo interamente composto da brani inediti in 20 anni. "Io viaggio sempre con il mio laptop, equipaggiato, così quando mi vengono finalmente le idee le posso buttare subito giù - dice il musicista - dopo aver accumulato un po' di idee, ho deciso di farle diventare un album e mi sono messo a lavoro con questo concetto del pop e del jazz accanto, perché io sono quello che ha presso il pop e il jazz e li ha messi insieme creando uno stile che da molti viene definito caputiano. E love perché secondo me bisogna rivalutare l'amore felice piuttosto che quello da 'strappa capelli' o delle rotture che viene normalmente celebrato nelle canzoni". I brani di questo album sono stati "scritti nel giro di un anno ma poi, quando mi sono messo a lavorare, in un paio di mesi ho fatto tutto l'album", afferma Caputo. Tutti brani in inglese, tranne uno: "I testi sono usciti in inglese perché l'inglese è la mia seconda lingua e questo è uno dei motivi per cui la musica mi viene fuori più facilmente e spontaneamente in inglese che in italiano". Il cantante romano infatti ha vissuto oltre 10 anni negli Stati Uniti. "C'è da dire che questa volta non mi sono applicato a scrivere le canzoni in italiano perché mi sembravano a posto così, in inglese. Solo una è in italiano, 'A bazzicare il lungomare' che è rimasta in italiano perché è nata in italiano mentre ero di ritorno da un concerto in una città della costiera. Ero di notte in autostrada e mi è venuto fuori questo pezzo che ho scritto sul telefono". Caputo non è preoccupato dal fatto che la scelta di fare un album praticamente tutto in inglese possa destabilizzare il suo pubblico, "perché non sarei un'artista se mi creassi questo problema, anzi, molto spesso gli artisti tendono a destabilizzare il pubblico". E in ogni caso sul suo sito pubblicherà la traduzione in italiano. "C'è da dire che la lingua inglese è la lingua internazionale della musica, non è che ho fatto un album in indonesiano - aggiunge - L'italiano è parlato solo in Italia, non è come l'inglese o lo spagnolo che sono lingue parlate in tutto il mondo. E comunque ho pubblicato oltre 150 canzoni in italiano...". "Volevo parlare a un pubblico più vasto - aggiunge il musicista - Il luogo dove viene diffuso la musica oggi è il web che è istantaneo. Se io oggi pubblico una cosa qui, esce in contemporanea a New York e Tokyo. E quindi è bene che venga compresa da un maggior numero possibile di persone". Dopo aver celebrato (2013 - 2014) il trentennale del suo primo album 'Un sabato italiano' con il remake in chiave più jazz intitolato 'Un sabato italiano 30', Caputo ha dedicato 'Pop, jazz & love' ai suo due figli "che durante la preparazione dell'album alla fine sono diventati i miei assistenti visto che spesso erano a casa dal nido, dove si prendono tutte le possibili malattie. E poi vedevo la loro reazione alle canzoni: quando arrivavano di corsa, sapevo che quel pezzo era forte". In copertina c'è la moglie Cristina... Ma quanto c'è di autobiografico in questo 'love'? "Io scrivo sempre autobiograficamente, non sono capace di inventare i sentimenti. Forse i sentimenti si confessano ma non si inventano". Il primo brano dell'album, 'Everybody looks so beautiful in Paris', "è molto jazz", in 'Cristina' invece c'è molta bossa, latino - "che io considero jazz perché è nato dal jazz - sottolinea l'artista - Il latino usa delle ritmiche che non sono tipicamente jazzistiche ma lo sviluppo degli accordi è di tipo jazzistico - e reggaeton che ritroviamo anche nell'unico brano in italiano. Ma questo album è più pop o più jazz? "Il criterio su cui mi baso quando realizzo un album è che sia gradevole all'ascolto - afferma il musicista - Nel senso che deve poter essere ascoltato a basso volume e non disturbare. Ma se poi uno lo vuole pompare deve anche farti muovere. Faccio molta attenzione a questo aspetto... Cerco sempre di scrivere una musica che non sia invadente, che non interrompa le attività. La funzione della musica è quella di allietare, di rilassare non di nevrotizzare". Il 19 marzo Sergio Caputo si esibirà live all'Auditorium Parco della Musica di Roma: "E' la festa del papà. Chi ha un figlio che mi segue lo porti, chi invece ha un padre mio fan regalategli il concerto - scherza - Basta con cravatte, pantofole, sigari e pigiami come regali. Anche ai papà piace uscire....". Sarà possibile vederlo dal vivo anche a Milano, Salumeria della Musica il 19 marzo e a Firenze, Teatro Obihall il 15 maggio. "E' possibile che decida di fare una tappa anche in Veneto, a Padova o a Mestre, ma non c'è ancora nulla di certo", sottolinea il musicista.
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