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Sergio Padovani diede parere favorevole alla discarica d’amianto e fu promosso (ricostruzione dei Cittadini contro l’amianto)

Creato il 28 aprile 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Vogliamo ripercorrere alcune vicende legate a Sergio Padovani e all’ARPA di Cremona. Ricordiamo che l’indagine della Magistratura sulla discarica di amianto di Cappella Cantone, avviata anche grazie al nostro esposto del 2009, ha portato agli arresti anche di Rotondaro, uno dei massimi dirigenti dell’ARPA Lombardia, il coordinatore di tutte le sedi ARPA territoriali, accusato di corruzione per aver ammorbidito i controlli sulla falda (è stato filmato mentre riceveva dei soldi da Locatelli, proprietario dell’ex cava Retorto)

Leggete alcune intercettazioni (da Il Corriere – Brescia) che testimoniano la collusione dell’ Arpa. E’ l’8 giugno 2011, il giorno precedente alla conferenza dei servizi
LOCATELLI: Pronto. ROTONDARO: Buongiorno, come stai?
LOCATELLI: Eh non lo so, ti farò sapere domani. ROTONDARO: Eh…dai…vedrai che domani starai meglio. LOCATELLI: Dici? ROTONDARO: Si, si, si. Dove sei? LOCATELLI: A Grumello.
ROTONDARO: Ah. Niente, io…penso che sia tutto a posto. Ho fatto anche delle verifiche…
LOCATELLI: Hai fatto un po’ di verifiche?
ROTONDARO: Si, son stato giù anche l’altro giorno lì…dalle tue parti, non te l’han detto?( ndr. probabilmente si è recato a Cremona od a Cappella Cantone)
LOCATELLI: Dopo ci dobbiam vedere poi noi, eh? ROTONDARO: Si, si. Io, guarda, tranne la settimana… LOCATELLI: incomprensibile, ci sono sempre.
ROTONDARO: Ma figurati, ci mancherebbe altro, gli amici non si dimenticano mai.

9 giugno 2011 – Conferenza dei servizi
L’ARPA di Cremona nella persona di Sergio Padovani, che è anche consigliere
comunale del Pdl e presidente della commissione ambiente a Cremona, espone
i dati relativi al monitoraggio della falda e dà parere favorevole.
Da un’intervista a La Provincia pubblicata il 10 giugno 2011: “A settembre 2010, dopo il secondo rilievo, eravamo stati noi a segnalare in Regione il mancato rispetto dei due metri di franco. A novembre, però, Cavenord ha depositato un’integrazione progettuale e sulla base di quelle modifiche (ovvero l’aggiunta di un metro e 40 centimetri di materiale inerte, ndr) abbiamo provveduto a quotare nuovamente i piezometri, due a monte e due a valle, e a cadenza mensile abbiamo calcolato la distanza della falda. Tre dispositivi hanno sempre mantenuto un andamento costante, mentre il quarto ha fornito valori a volte ambigui…le analisi effettuate prima della posa del materiale sono attendibili perché si tratta di quote assolute…”.
La Regione dà 15 giorni di tempo ai sindaci per presentare le osservazioni contro il parere dell’ARPA di Cremona. In sede di conferenza dei servizi i sindaci vengono a sapere che è caduto anche un altro ostacolo all’autorizzazione. L’ex cava era vincolata dal piano cave provinciale ad un ripristino agricolo-ambientale, per cui prima di adibirla a discarica era necessario provvedere alla modifica del piano cave e i tempi si sarebbero molto allungati. Il 20 aprile 2011 la Regione ha emanato, senza renderlo pubblico, un atto di indirizzo che sottrae alla Provincia la delega sulla gestione del Piano Cave e quindi il controllo sull’effettivo ripristino degli ambiti estrattivi attualmente aperti. La delibera recita: “ Qualora gli uffici competenti riterranno sussistenti tutti i requisiti prescritti, il rilascio dell’AIA produrrà come conseguenza quella di modificare la differente originaria prescrizione puntuale del Piano Cave circa le modalità di riempimento”. Quindi se la Regione autorizza la discarica il vincolo del piano cave è da ritenersi cancellato. Questa delibera può avere conseguenze sconcertanti anche per altre cave aperte, ogni cava a questo punto può diventare una discarica, ogni buco rimasto aperto può essere riempito con amianto o altre tipologie di rifiuto anche se questo non è previsto dal piano cave provinciale. L’amministrazione provinciale viene di fatto estromessa. Non ci sono state reazioni della Provincia di Cremona. L’assessore Pinotti durante la conferenza si è limitato a fare delle osservazioni sulle fidejussioni.

Questo è quello che scrivevamo allora nei volantini
La ‘fantasia al potere’. Il caso dell’ARPA di Cremona A metà novembre dell’anno scorso tutti noi, quelli contrari alla discarica di amianto di Cappella Cantone, avevamo cantato vittoria. Le misurazioni dell’altezza della falda acquifera fatte dall’ARPA di Cremona avevano stabilito che non venivano rispettati i famosi due metri di altezza fra il fondo della discarica e la falda per cui la Regione Lombardia aveva scritto a Cavenord che se non modificava il suo progetto entro dieci giorni questo sarebbe stato respinto. Evviva! Passano dieci giorni, passa un mese, due mesi. Tutto tace. Si scopre poi, PER CASO, solo perché un sindaco ha sollecitato la Regione, che sono state presentate in tempo utile (?) le modifiche, che queste consistono nell’aggiungere uno strato di m 1,40 di materiale isolante e che l’ARPA prosegue tranquillamente le misurazioni della falda “facendo finta” che esista questo strato aggiuntivo di terreno. Domanda alla giunta: perché non è stato subito reso noto che le modifiche erano state presentate? La normativa sulla trasparenza lo prevede.
Che esistano falde affioranti in quella zona lo sanno tutti senza scomodare i tecnici. Basta un semplice temporale per allagare l’ex cava Retorto e i torrenti e le rogge della zona facilmente esondano. Lo abbiamo documentato con foto più di una volta, nel settembre 2007 e nel febbraio 2009. Nel giugno 2010 si è verificato addirittura un ulteriore innalzamento della falda. Infatti dopo circa due mesi di forte siccità, in meno di sei ore di pioggia consecutiva l’area si è quasi completamente allagata. Ma per i tecnici dell’ARPA non è un problema, anzi per il dirigente dell’ARPA di Cremona che, guarda caso, è anche consigliere comunale di Cremona per il PdL, lo stesso partito di Formigoni, Rossoni ecc..

25 giugno 2011
Sergio Padovani, dirigente dell’ARPA di Cremona che ha dato parere favorevole alla discarica, e consigliere comunale del Pdl a Cremona, è stato promosso

23 luglio 2011
da La Provincia del 23 luglio. Il direttore dell’ARPA di Cremona, Giampaolo Beati, afferma “se le ultime rilevazioni fatte a Retorto confermeranno i dati precedenti sarà difficile per la Regione dire no alla discarica di amianto a Cappella Cantone”; assicura che “la criticità della falda è stata risolta” e difende anche l’operato di Sergio Padovani. Padovani intanto si è dimesso da presidente della commissione ambiente del Comune di Cremona, ma non da consigliere comunale, e avrà poi la delega alla Mobilità. Continua a sostenere che non c’è alcuna incompatibilità tra i ruoli che ricopre e che non esiste legame tra gli avanzamenti di carriera e la relazione positiva che ha fatto sulla discarica.

30 NOVEMBRE 2011 (DOPO GLI ARRESTI)
Il direttore dell’Arpa cremonese Giampaolo Beati spiega: «Siamo tranquilli, abbiamo consegnato tutti i documenti, noi non abbiamo problemi». I carabinieri del Nucleo investigativo di Brescia hanno anche parlato di «dati piezometrici occultati » e «una tangente per ‘ammorbidire’ i controlli della Regione sulla falda di Cappella Cantone». «Ma è stata ‘ammorbidita’ anche l’Arpa di Cremona?». Il capitano dei carabinieri D’Imperio spiega che i contatti con Rotondaro erano diretti. Sergio Padovani, il tecnico e consigliere comunale di Cremona, che aveva fatto i rilievi piezometrici non commenta, e rimanda una risposta al direttore Beati, che a sua volta rimanda all’addetto stampa regionale dell’Arpa Monia Maccarini, che però si trincera dietro un secco ‘no comment’.

Noi sosteniamo da tempo che i vertici dell’ARPA non possano essere nominati direttamente dalla Giunta e sosteniamo anche da tempo che le valutazioni ambientali debbano essere svolte da organismi indipendenti dalla politica e con la massima partecipazione dei cittadini

Mariella Megna per Cittadini contro l’amianto

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