Sergio Robbiano

Da Racing Cafè
Il post di oggi è dedicato ad un designer dalle spiccate doti creative che desidero ringraziare moltissimo per la sua disponibilità. L'interessante intervista, che potete leggere in basso, è nata con la preziosa collaborazione di Sergio Robbiano, autore di splendide e famosissime motociclette.
Sergio inizia la sua attività di designer nei primi anni '90, presso la famosa "CRC" (Centro Ricerche Cagiva), alla "corte" di Massimo Tamburini, contribuendo alla realizzazione della meravigliosa Ducati 916 e di una delle 125 più famose e vendute di sempre: la Cagiva Mito.


Nel 1995 fonda la Robbiano Design ed è con la famosa casa italiana Bimota che il talento di Sergio si esalta, creando diversi modelli quali la mitica 500-Vdue (1996), la SB8R (1997), la DB5 (2004) e la DB6 Delirio (2005). Con la Bimota DB5, nel 2004, Sergio si aggiudica anche la Motorcycle Design Award nella categoria Supersport.
Recentemente sul sito web della Robbiano Design, da poco rinnovato, sono apparsi i rendering dell'Aprilia RSV4 creata per la casa di Noale. Oggi è prassi per le grandi case motociclistiche commissionare a più centri stile (esterni all'azienda) il design delle moto che verranno.
Dovete sapere inoltre che l'attività della Robbiano Design non è solo legata al mondo della moto ma anche a quello dell'abbigliamento motociclistico, delle grafiche, degli Atv e delle motoslitte: Agv, Mds, Spidi, Xpd, Blackbird, Mgm, Arctic Cat, Aeon, Cagiva e Husqvarna sono le aziende con cui il centro design di Sergio ha collaborato e collabora tuttora.
Chiudo il post ringraziando ancora Sergio per l'immensa cortesia dimostratami!
Francè

F: Sergio sei un motociclista? Se si, che moto ci sono nel tuo garage?

S: Ovviamente si! nel mio garage ci sono le moto che ho fatto in diversi allestimenti; una Mito ev da corsa preparata grazie al supporto di Massimo Tamburini ed utilizzata sino al 2003 nelle piste di mezza Europa, utilizzo su strada una DB5 mille e soprattutto una Delirio. La 500 Vdue e la SB8R sono nuove mai accese.

F: Cosa è per te la moto?

S: La mia vita dopo la mia famiglia, ed una fonte inesauribile di divertimento ed ospedali! Diventare designer di moto è stata la conseguenza di una enorme passione sin da ragazzino. Se avessi avuto le doti sarei stato un pilota senza ombra di dubbio.
F: Quali sono i principi guida, in termini di design, che le tue moto devono possedere?
S: Per me il design viene dopo la meccanica: me lo ha insegnato Massimo Tamburini e condivido al 100%; se guardi una DB5 senza sovrastrutture è una capolavoro di armonia, compattezza ed aggressività. Il design deve esaltare la bellezza della meccanica e non coprire e nascondere. Forse è questa la ragione per cui ho creato moto soprattutto con Bimota.



F: Di fronte ad un ipotetico foglio bianco, qual'è il primo elemento della moto che disegni?
S: Ovviamente il foglio bianco ha sempre già disegnato il layout del motore...da li si inizia con telaio, forcellone, quote ciclistiche e disposizione degli organi ausiliari. Insomma il lavoro che ho avuto l'opportunità di fare con DB5 e Delirio.


F: Esistono dei messaggi particolari che vuoi esprimere quando disegni una moto?
S: La moto sportiva per me deve comunicare leggerezza ed agilità ancora prima che potenza ed aggressività. Le naked lasciano aperte piu strade interpretative...gli scooter ed il touring sono due mondi che non mi appartengono...ma non si sa mai.
F: La Robbiano Design collabora attivamente anche con AGV e Spidi, aziende leader nel settore della protezione. Come si plasma il design con le particolari esigenze di aerodinamica, comfort e protezione?
S: Collaborare con AGV, MDS, Spidi ed XPD da 15 anni è stata una vera scommessa vinta con me stesso, ho ampliato enormemente la mia esperienza ed ho dovuto imparare cose differenti ma sempre limitrofe al mondo del design moto. Anche in questo caso essere un motociclista praticante mi aiuta tantissimo; nel 2001 mi fracassai un braccio sul circuito di Ledenon in Francia...ebbe una grossa importanza nello sviluppo delle future protezioni che feci insieme al Safety Lab di Spidi.



F: Ci sono moto della concorrenza che avresti voluto disegnare? Quali sono e soprattutto per quale motivo?
S: Avrei voluto disegnare la Honda RCV 211 del 2006. Una svolta per le moto sportive di oggi. E poi non ho mai lavorato per Honda!
F: Sul sito ho visto i bozzetti dell'Aprilia RSV4 creata da te. Potresti parlarmi di questa bellissima moto mai nata?
S: Anche in questo caso ebbi la fortuna che c'era solo il motore...e quindi proposi delle soluzioni che rendessero ciclisticamente l'Aprilia differente da qualsiasi altra SBK. Il telaio composito con piastre in magnesio ed il forcellone fatto con lo stesso schema avrebbero segnato per sempre una moto sportiva di svolta. Il design che ne consegue puo essere bello o brutto, e comunque cambia con i tempi, mentre ogni volta che introduci una tecnologia nuova mostri al mondo cio di cui sei capace e scrivi un piccolo pezzetto di storia. La storia rimane, il design passa. La ragione era tecnicamente giustificata dal fatto che cambiando solo le parti in magnesio avevi la possibilità di stravolgere completamente le quote ciclistiche della moto.


F: Quale tua creatura ti ha dato le maggiori soddisfazioni? Perchè?
S: La Bimota 500 Vdue mi diede delle emozioni uniche perchè fu la prima moto fatta da solo dopo tre anni sotto la direzione di Tamburini.
La Bimota DB5 è stata una sfida unica; eravamo in cinque ma con una volontà ed una passione oltre i nostri limiti.

F: Potresti raccontarci qualche aneddoto relativo alla nascita dell'incredibile Bimota 500-Vdue?
S: Dopo la presentazione della moto a Colonia nel 1996 ed a Birmingham il mese successivo credo ci fossero in azienda ordini reali per oltre 1500 moto! Un successo enorme ma una follia per le dimensioni della Bimota e la capacità produttiva dell'epoca.Fu controproducente perchè accellerò lo sviluppo e sappiamo come è andata a finire....Nel 1999 la mia personale a carburatori andava come un proiettile e chiedeva solo della gran benzina...La rivendetti due anni dopo ad un collezionista americano ad una cifra molto piu alta che nuova.




F: Ti piace il design delle ultime Guzzi? Che cura proporresti per risollevare le sorti del marchio di Mandello del Lario?
S: Il design dei tre prototipi Guzzi presentati da Pierre Terblanche sono a mio parere bellissimi; giudicarli moto però non è corretto perchè sono privi di tutte le parti che sono necessarie per circolare su strada. Il design della moto va giudicato quando il veicolo ha passato l'omologazione (con tutto cio che ne consegue) se no è come un quadro: bellissimo ma rimane appeso alla parete. La cura per Guzzi è avere il coraggio delle proprie idee: il marchio Guzzi ha una forza ancora oggi inimmaginabile nel mondo.
F: Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero riguardo il design di cinque marchi europei: Aprilia, Bmw, Ducati, Mv Agusta e Ktm.
S: Aprilia: belle ma manca la "puzza di benzina e le mani sporche di grasso". Per me la moto è anche quello.
BMW: David Robb, il responsabile del centro stile BMW, è un grande professionista. Non ne comprerei mai una ma il mio gusto non conta nulla.
Ducati: Bellissime moto, rimpiango però il primo Monster, anche qui con quelle attuali sento poco odore di benzina....
MV: Tamburini è un mondo a parte. Lavorare sotto di lui tre anni mi ha fatto capire che non solo è il migliore ma che è anche irraggiungibile.
KTM: Onore a Kiska che è stato un precursore dell' edge design.
F: Quali sono secondo te, in termini di design, le cinque moto più belle mai nate? Le cinque più brutte?
S: 1 Ducati 916 - 1994
2 MV F4 - 1998
3 Honda RCV211 - 2006
4 Yamaha RD350LC YPVS - 1983
5 Honda RC30 - 1987
Le piu brutte le ho dimenticate....
F: Che moto moderne metteresti nel tuo garage al momento?
S: La nuova Honda VFR 1200 per usarla e vedere se è come sembra.
F: In passato sei stato co-autore, insieme a Massimo Tamburini, di una delle moto, a mio avviso, ancora insuperate in termini di design: la meravigliosa Ducati 916. Sarà possibile in futuro stupire il pubblico come la 916 fece nell'ormai lontano 1994?
S: Si, ma è difficile. Quando nascono certe opere è sempre il frutto di un lavoro di un gruppo eccellente guidato da un leader illuminato che abbia l'ultima parola. Sembra una banalità ma non sempre avviene questo...o manca il gruppo eccellente o manca il leader illuminato o...tutti e due!
Grazie Francesco.



Foto: Robbiano Design e cmmilanese.it

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