Sergio Rubini: “‘Mi rifaccio vivo’ è una commedia sull’accettazione dell’altro”

Creato il 22 aprile 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Mi rifaccio vivo segna l’undicesima esperienza di Sergio Rubini nel regno della regia. Protagonisti di questa sua nuova fatica cinematografica, dal 9 maggio nelle sale e in anteprima al Bif&st 2013, Emilio Solfrizzi e Pasquale Petrolo (Lillo), con Neri Marcorè in un trio comico fra scambi di identità e battute continue. Li incontriamo a Bari, dove Rubini spiega innanzi tutto il suo lavoro con gli attori: “Bisogna ricordarsi che non sono pezzi di legno: sono fatti di pensieri, di emozioni, e in base a questi vanno stimolati”.

La sua è una commedia che parla di rapporti interpersonali e finisce per sfiorare temi come la reincarnazione. Com’è nata questa scelta?
Sergio Rubini: Di base è un film sull’accettazione dell’altro, volevo raccontare come spesso lo sguardo sugli altri è dettato dalla distanza con cui li osserviamo: prima di giudicare le persone vanno conosciute, quindi si può dire che è un film sulla tolleranza. Quello della reincarnazione è solo un esperiente narrativo, uno strumento per raccontare meglio la storia. Non sono partito dalla morte, ma dalla magia del cinema.

Quale è la funzione del cinema oggi, secondo voi?
Sergio Rubini: Dato che con le webcam ormai la realtà viene raccontata splendidamente già su Internet o in tanti canali tv, ritengo che oggi il cinema abbia il compito di mettere in luce altre realtà, altri mondi. Un film è materiale onirico, complesso, oscuro, da sciogliere.

Lillo: Io sono un amante di un certo tipo di cinema un po’ favolistico e surreale che in Italia si pratica pochissimo, forse perchè hanno tutti paura di affrontare certi temi temendo di risultare poco credibili. Invece la magia del cinema è proprio farti credere e entrare in mondi assurdi.

Com’è essere diretti da Rubini?
Lillo: Non mi pareva vero di avere in mano sceneggiatura così ben scritta, poi lavorare con Sergio, che è un regista attore, è il massimo: costruisci ogni scena recitandola con lui, un modo di lavorare che è il top. Ha tirato fuori mie corde attoriali che non avevo mai usato. E’ uno di quelli che ti fa tirare fuori quello che vuole con una sola parola. Ad esempio, se mi diceva “Ollio” io capivo che voleva una reazione simile a quella del famoso e geniale comico di cui siamo entrambi appassionati.
Emilio Solfrizzi: Non era prima volta con Sergio, già con La Terra avevamo condiviso un’esperienza più che positiva. E’ un regista esigente che ha ben chiaro in testa ciò che vuole e te lo chiede, poi c’è un grande rapporto dialettico con lui: sa ascoltare sintetizzare e mediare molto tra le tue proposte e le sue idee. Io non ho letto neanche la sceneggiatura stavolta: Sergio ci ha convocati a casa sua un giorno con Neri Marcorè, che doveva interpretare l’altro da me, il vicino con l’erba più bella, e ci ha raccontato l’idea. È un grande affabulatore: ci ha subito convinti. Il lavoro stavolta è stato più profondo, intenso, Sergio mi chiedeva piccole sfide, di non percorrere strade facili, ma soprattutto quelle attraverso cui riesci a sorprendere te stesso. Ha la capacità di vedere oltre.

Com’è stato rispecchiarsi in un altro personaggio, e quindi in un collega?
Lillo: Con Emilio abbiamo provato tutto, di continuo, ogni mossa. Ci siamo divertiti, è un attore generoso.
E. S. : C’è un gioco di specchi continuo e, speriamo esilarante, che nel film ricrea una coppia: in qualche modo noi due insieme rappresentavamo il nostro io diviso che sempre tutti abbiamo. Ho studiato l’idea di un personaggio che nel film sembra scisso ma in realtà è uno: mi auguro, quindi, che Lillo ed Emilio vengano percepiti come una cosa sola. Anche a me ha colpito l’estrema generosità di Lillo, credo che sia consizione necessaria e sufficiente per fare questo mestiere mettersi totalmente al servizio del film, della storia e degli altri, non solo del film. Non abbiamo avvertito reciprocamente nessuna concorrenza, cercavamo di correre insieme affinchè le scene risultassero il più efficaci possibile.

di Claudia Catalli


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