Red Riding : In the year of our Lord 1980 è il secondo dei tre film tratti dal Red Riding Quartet di David Peace: cambia il regista, qui James Marsh che ha una lunga esperienza nel documentario ( Man on Wire , premiato con l'Oscar e tanti altri), cambia l'attore protagonista, qui il bravissimo Paddy Considine, ma non il connotato stilistico, la cornice e il coro di personaggi che si ritagliano il loro spazio in una storia che in più punti si compenetra a quella raccontata nel primo film.
Se rispetto al primo film della serie questo secondo episodio all'inizio appare più canonico nel seguire le indagini di Hunter, si assiste subito a uno slittamento del focus della pellicola, lento ma costante verso i fantasmi che si agitano dietro e dentro Hunter, detective con un trascorso problematico e qualche marachella sentimentale da nascondere ma soprattutto ( e questo è il fil rouge che lega tra loro tutti e tre i film) verso il disegno di una polizia dello West Yorkshire assolutamente incapace di procedere nella cattura dello Squartatore, perchè bloccata da beghe interne e soprattutto impegnata a nascondere il marcio che caratterizza le azioni di dirigenti e subalterni, la mente e il braccio di uno stato di illegalità diffuso.
Hunter è la faccia buona della polizia, ligio al dovere ma anche lui con qualche bello scheletro da nascondere in un armadio piuttosto capiente e questo rende tutto ancora più sconfortante.
Sullo sfondo si agita un'Inghilterra alla ricerca di fiducia in una congiuntura economica molto sfavorevole catturata in un periodo storico di cambiamento estremo.
Rispetto al primo episodio in Red Riding : In the year of our Lord 1980 sono più documentate e centrali rispetto alla narrazione le gesta dello Squartatore dello Yokshire, un serial killer che aveva ridotto quella tranquilla regione della campagna inglese a un coacervo di paure e di frustrazioni , anche perchè sparivano allo stesso modo bambine e prostitute.
Eppure in un tale contesto, esplosivo dal punto di vista sociale, la polizia continuava a fare il proprio comodo interessata a nascondere i propri lerci traffici.
Un ritratto buio e sconsolante di una struttura deputata al controllo della legge e dell'ordine.
E con un finale ancora più sconfortante che si fa beffe delle regole ( non scritte) hollywoodiane riguardo al lieto fine.
Riduttivo parlare di televisione per un prodotto come questo che ha assoluta dignità cinematografica.
( VOTO : 7,5 / 10 )