di Riccardo Cotumaccio
Spalletti, nel 2006, ne vinse undici di fila. Mancini, l’anno dopo, ben diciassette. Oggi, Garcia, ne vince dieci dall’inizio del campionato. Come se nulla fosse. Come se Juventus e Napoli fossero squadrette qualsiasi, come se la Roma non avesse passato forse la peggior estate di sempre. Parliamoci chiaro: i numeri li conosciamo, inutile starli a ripetere. Oggi, a far notizia, è un record mai toccato prima, certo, ma raggiunto grazie al contributo di un ragazzo che non segnava in giallorosso dal 22 maggio del 2011. Quei colori aveva smesso di vestirli nel gennaio del 2012, per poi ricominciare ad indossarli solo con l’arrivo di Garcia, che in lui ha creduto eccome. Oggi, Marco Borriello, ha ripagato così la sua fiducia, segnando il gol del vantaggio contro il Chievo e portando in alto quella che è tornata ad essere – finalmente – la sua Roma. La Roma dei record, sì, ma anche delle storie incredibili. Delle storie di un calcio bello, emozionante, che sa raccontare. Che continui, quindi, questo racconto. Leggerlo, specie ai tifosi della Roma, farà piacere.
JUVE-NAPOLI: SE NON CI FOSSE LA ROMA… – Se la Roma vola, Juventus e Napoli fanno altrettanto. Specie per la Signora, che in casa, col Catania, vince facile: Vidal, Pirlo, Tevez e Bonucci, il 4-0 è servito. E se il risultato non fa notizia, fa scalpore invece quello di Firenze, dove il Napoli è riuscito ad imporsi sui viola di Montella grazie ad un 2-1 colmo di sviste arbitrali. Al Franchi è subito Callejon a siglare lo 0-1 con un gran destro al volo, poi però Rossi riporta i suoi sull’1-1 dal dischetto. E se Cuadrado colpisce il palo, Mertens è pronto a rispondergli segnando il 2-1 sullo scadere del primo tempo. Nella ripresa la Fiorentina fa la partita, ma il risultato non cambia. La svolta è in extremis, sul finire del secondo tempo, quando Cuadrado viene atterrato in area di rigore da Inler. Per De Marco è simulazione e rosso, ma il contatto c’era. E se la Fiorentina recrimina, i partenopei non perdono la scia della capolista, aggrappandosi ad un sogno scudetto che è tutt’altro che svanito.
MILAN, NON BASTA KAKÀ. VERONA, CHE IMPRESA - Con la Lazio il Milan coglie un pareggio che di certo non fa respirare Allegri, a – 19 dalla vetta dopo sole dieci giornate. Nel match di San Siro contro i biancocelesti l’unica bella notizia (e che notizia) è il ritorno al gol di Kakà in rossonero, tornato – dopo 4 anni – ad esultare coi colori del club che lo ha lanciato. Poi però Ciani, su cross di Candreva, rovina la festa al brasiliano e ai suoi, siglando il definitivo 1-1, che per Pektovic sa di conquista, mentre per Allegri sa di sconfitta. Sa di vittoria, invece, il 2-0 del Verona sulla Sampdoria, che regala a Mandorlini la quinta vittoria consecutiva in casa (record per il club). Con i gol di Juanito e Toni i veneti si stabilizzano in zona Europa League a braccetto con l’Inter, a quota 19. Per una neopromossa, veramente niente male.
FRENA L’INTER, BENTORNATO BOLOGNA - A fermare l’Inter, stavolta, ci pensa Denis. E proprio l’ex azzurro (che proprio con Mazzarri lasciò Napoli) rende vano il vantaggio nerazzurro, firmato Alvarez. Per l’Inter di Thohir è l’ennesimo pareggio che scaccia le speranze di un possibile inserimento al vertice per la lotta scudetto. Chi invece sorride dai bassifondi è il Bologna di Pioli, che dopo l’inizio disastroso di campionato trova la sua seconda vittoria consecutiva con il 3-0 rifilato al Cagliari, in trasferta. Sorride anche il Genoa, vittorioso per 1-0 sul Parma, e l’Udinese, che dopo il k.o. interno con la Roma si sbarazza del Sassuolo vincendo per 2-1. Storce il naso, invece, il Torino di Ventura, che a Livorno trova un altro pareggio e un altro 3-3, di certo non utile a Cerci e compagni per uscire da un momento decisamente poco fortunato. Vive un momento felice, invece, la Serie A dei record, di una lotta a tre per l’olimpo e di una classifica centrale ancora in divenire, che può dare ancora molte sorprese. Seguiamolo insieme, questo campionato. Ne vedremo delle belle.