Serie A al Bar – 25° giornata (by Riccardo Cotumaccio)

Creato il 18 febbraio 2013 da Simo785

Sorpresa Roma, il Napoli non ne approfitta. Batosta Inter

Dal meteorite di Francesco Totti alla quarta sconfitta stagionale della Juventus. Dalla risalita del Milan al tonfo dell’Inter di Firenze per poi chiudere con un Napoli che – beffardo – non approfitta del regalo giallorosso e trova un pareggio al San Paolo che sa di sconfitta. La 25esima di Serie A ha concesso, come sempre, sorprese, spettacolo, gioia ed emozioni, riaprendo – anche se di poco – i giochi per lo Scudetto e per la Champions League.

BALOTELLI: SORPASSO MILAN. DISASTRO INTER – Il Milan di Allegri conferma la sua personale striscia positiva battendo a San Siro un Parma affatto innocuo, ma non così pericoloso da metter paura ai rossoneri. Prima un autogol di Paletta, poi una gran punizione di Mario Balotelli (quarto centro in tre presenze, ci riuscì solo Oliver Bierhoff nel 1998) regalano al Milan il terzo posto a pari punti con la Lazio (in attesa del posticipo di Siena). Dopo aver iniziato col piede sbagliato il Milan torna ai piani alti, riacciuffando una Champions che solo pochi mesi fa sembrava utopia. La riacciuffa ai danni di un Inter pessima, distrutta da una Fiorentina padrona del gioco e del ritmo, attenta e cinica, decisiva con Ljajic e Jovetic, punte di diamante di Montella e della sua squadra. L’Inter, messa a nudo dal ritmo viola, scopre lacune e debolezze visibili già da tempo, ma oggi più che mai motivo di riflessione per Stramaccioni e patron Moratti.

È UN SUPER TOTTI: DOMATA LA JUVE – La Roma, a secco di punti in Serie A da quel 4-2 al Milan di dicembre, aveva il dovere di vincere e ha vinto. Lo ha fatto con il minimo indispensabile, con una Juve non-Juve, mai pericolosa, legnosa e priva dell’estro di Pirlo (non in giornata). I giallorossi, dal canto loro, hanno suonato la miglior melodia dell’anno. La miglior partita dal punto di vista difensivo, il centrocampo solido, propositivo e l’attacco di qualità, voglioso di riscatto, fanno di Aurelio Andreazzoli un tecnico all’altezza del ruolo che ricopre. È una Roma anti-Juve, tatticamente perfetta, capace di contenere e di ripartire, maestra nell’impostazione da centrocampo e nel recupero palla e, soprattutto, dal genio di Francesco Totti: ancora una volta migliore in campo, ancora una volta decisivo. La sua sassata ai 113 km/h spaventa Buffon e la Juve, alla sua quarta sconfitta in campionato. Per il capitano della Roma è il nono goal in campionato: ormai Nordahl – e la Storia – è ad un passo.  

NAPOLI, CHE SPRECO -  L’occasione per Cavani e compagni di portarsi a -2 dai campioni d’Italia sfuma al San Paolo, contro una Sampdoria ben organizzata in campo, capace di tener testa ai partenopei stanchi, quasi mai pericolosi (da segnalare il palo di Hamsik e poc’altro) ed ostacolati da un terreno di gioco pietoso – lo stesso Cannavaro ne ha denunciato l’impraticabilità (“abbiamo giocato in un campo sul quale è un miracolo se siamo arrivati a fare questi punti”). Il Napoli è a -4 dalla Juventus, fallendo, ancora una volta, la grande occasione. Mazzarri – anche in virtù della sconfitta in Europa League – riscopre i fischi dei suoi tifosi.

CATANIA SUPER, MALE IL PESCARA – Con la vittoria sul Bologna il Catania sembra non fermarsi più. Il goal di Almiron, infatti, regala ai siciliani il settimo posto in classifica, a soli 4 punti dalla zona Europa League. Buone notizie anche per il Genoa, capace di portarsi in vantaggio per poi subire ma contenere il pressing dell’Udinese nel corso della ripresa. Vince con caparbietà il Torino contro l’Atalanta: in vantaggio grazie alla rete di Alessio Cerci i granata subiscono il pari di Denis (dal dischetto) per poi vincere a pochi minuti dal termine con il goal di Birsa. Crolla il Pescara, sotto i colpi di Sau e di un Cagliari che di perder punti proprio non ne vuole sapere. La doppietta del sardo riapre la contestazione: l’Adriatico, infatti, si svuota a più di dieci minuti dalla fine. Con 21 punti i biancoazzurri sono terzultimi in classifica, a -4 dal Genoa e in piena zona retrocessione.


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