La Juventus ricomincia come lo scorso anno,vincendo col minimo risultato, 0-1,in trasferta,e lo fa convincendo, soprattutto nel primo tempo.
Allegri,viste anche le numerose defezioni, si affida al 3-5-2,modulo collaudato che tante soddisfazioni ha dato nel triennio di Conte con in avanti Tevez sostenuto dall’ esordiente Knigsley Coman,ragazzino classe 96;
Corini schiera i suoi con un robusto 4-5-1,puntando sul solo Maxi Lopez in avanti e relegando in panchina,almeno inizialmente, Paloschi. La scelta,però,non sembra ripagare;i bianconeri sono aggressivi fin dal primo minuto,arrivano sempre primi sul pallone e sbloccano subito il risultato con una deviazione involontaria nella propria porta di Biraghi, su un’incornata di Caceres conseguente un calcio d’angolo.
Dopo il gol la pressione della Juventus non accenna ad affievolirsi,la squadra di Allegri non si accontenta,ricorda,per intensità,quella di Conte e crea quattro-cinque palle gol nitide,tra cui due traverse e un palo,colpito da un Vidal che sembra aver definitivamente smaltito i problemi al ginocchio.
Il Chievo è troppo rinunciatario, ha solo una o duema non riesce ad approfittare di una linea difensiva bianconera che, forse anche perché orfana di Barzagli e Chiellini, alla volte dà la sensazione di essere troppo alta e quindi ‘’penetrabile’’.
Si va al riposo e nel secondo tempo Corini inserisce Radovanovic e,soprattutto,Paloschi. Ma l’atteggiamento del Chievo non cambia più di tanto,i veronesi non riescono ad approfittare del calo psico-fisico degli avversari,che pur non creando significative palle gol nella ripresa, controllano la gara senza troppi rischi, ad eccezione dell’unica ma clamorosa occasione squadra guidata dal tecnico bresciano, capitata sui piedi di Maxi Lopez che trova sulla sua strada un Buffon che ci ricorda,ancora una volta,cosa significhi essere decisivi, compiendo un vero e proprio miracolo.
La partita si conclude senza emozioni significative; il Chievo forse avrebbe dovuto osare di più per impensierire i campioni d’Italia, ma la prova non era di certo delle più semplici; la Juventus parte bene,vince e convince (quasi) del tutto e a Massimiliano Allegri va dato sia il merito di non aver voluto sperimentare evoluzioni tattiche troppo affrettate in una partita così delicate e, in particolar modo, l’aver dato fiducia ad un ‘’bambino’’ (Coman) che ha ripagato a pieno la scelta del suo allenatore aggiudicandosi il titolo di ‘’migliore in campo’’ con giocate di classe e una sicurezza nei propri mezzi da giocatore maturo.
Buona la prima dunque per i campioni in carica, in attesa di verificare la continuità di rendimento nei test futuri,in questo lungo percorso a tappe chiamato ‘’Campionato’’.