Serie A, il racconto della 27^Giornata

Creato il 10 marzo 2014 da Postscriptum
 


Basta un gol di Callejon all’81′ e il Napoli batte la Roma per 1-0, avvicinando il 2° posto che vale l’accesso diretto in Champions. Un risultato che però spalanca quasi definitivamente la strada dello Scudetto per la Juventus, che senza brillare supera comunque la Fiorentina 1-0 con una magia di Asamoah e i bianconeri fuggono in vetta con una distanza ormai incolmabile per tutti. L’Inter supera il Torino sempre per 1-0 con una rete di Palacio, vola il Parma che batte 2-0 l’Hellas Verona e avanza nella corsa per l’Europa League. L’Atalanta vince 1-0 in casa della Lazio, la Sampdoria batte in rimonta il Livorno per 4-2, l’Udinese supera 1-0 il Milan nell’anticipo del sabato, vince anche il Chievo Verona, parità nelle altre sfide.
Il Posticipo della Domenica

Napoli-Roma 1-0, si riapre la corsa al 2° posto – Benitez conferma il 4-2-3-1 con Callejon, Hamsik e Mertens a supporto di Higuain, Garcia deve fare a meno di Totti e De Rossi, rinuncia a Torosidis e Destro e lancia Bastos e Romagnoli nel 4-3-3. Partita subito equilibrata, ma Roma che tiene palla e gioca mentre gli azzurri fermano anche con le cattive maniere i giallorossi in mezzo. E su uno di questi contrasti, al 10′ Strootman cade male e il ginocchio sinistro si gira: l’olandese cerca di rientrare, ma è sofferente e deve lasciare a Taddei. Si teme qualcosa di serio: così fosse, sarebbe una perdita irrimediabile per la Roma nel resto del campionato.
I giallorossi però hanno le idee di gioco, che prescindono anche dalle migliori individualità. E infatti la Roma gioca e due occasioni capitano a Gervinho, che cerca la profondità; al 25′ gol annullato per fuorigioco(giusto) a Benatia, poi al 37′ Gervinho si libera in area, ma è bravo Reina ad accorciare l’angolo di tiro e respingere. Al 40′ Bastos si inventa una bordata da fuori sulla quale ancora è bravo Reina a respingere. Il Napoli chiude in avanti giusto in conclusione, Mertens impegna De Sanctis. Ma in generale, gli azzurri non trovano profondità, attaccano solo sugli errori di impostazione della Roma e non esprimono gioco.

Nella ripresa però il Napoli parte meglio ed è subito bravo De Sanctis a fermare Callejon, che spara addosso al portiere, lanciato in porta; poco dopo ci prova Mertens, dall’altra parte Maicon impegna da fuori l’attento Reina. Occasione per Callejon, adesso squadre più lunghe ma i giallorossi si fanno preferire come fluidità di gioco. Peccato che in area la squadra di Garcia si perda. Al 74′ Florenzi sfiora sul cross di Maicon, prima di lasciare a Ljajic. Benitez manda invece in campo Insigne, e il Napoli alza la velocità, finché all’81′ Ghoulam pesca in area Callejon, che sovrasta il disattento Romagnoli e di testa piazza in porta il gol decisivo. L’ingresso di Destro cambia poco, provano ancora Gervinho e soprattutto Maicon, che va vicino al pari al 90′ con una botta da fuori, ma l’1-0 basta al Napoli che avvicina il 2° posto e spegne i sogni Scudetto della Roma. Che purtroppo dopo aver perso contro la Juve cade anche al San Paolo, e, compresa l’eliminazione in semifinale sempre contro gli azzurri in Coppa Italia, con poche sconfitte si trova a lottare e leccarsi le ferite come se tutti gli sforzi fatti finora fossero stati poca cosa. Ma non è così: mancano soltanto esperienza, la precisione quando conta e un pò di fortuna ai giallorossi per compiere il definitivo salto di qualità.

Le partite della Domenica pomeriggio

Juventus-Fiorentina 1-0, decide la perla di Asamoah - Una gara sostanzialmente deludente per gioco e spettacolo. Certo, molta intensità e tanta lotta in mezzo, ma alla fine la spunta la Juve quasi per inerzia. I bianconeri di Conte giocano comunque un buon primo tempo e, pur privi di Pirlo e Bonucci, senza dunque molte idee e poca qualità in fase di impostazione, costruiscono quanto basta, grazie alle accelerazioni di Tevez, agli inserimenti di Pogba e all’ottimo lavoro di Lichtsteiner e Asamoah, che fanno il doppio lavoro con puntualità e precisione. Le occasioni sono per Tevez da fuori, per Asamoah, che con un tiro deviato impegna Neto, e poi per Pogba, che in area controlla molto male nel momento decisivo.

E la Fiorentina di Montella? Non pervenuta, dato che i viola (privi di Borja Valero e Rossi, e questa non è purtroppo una novità, e l’assenza di Pepito pesa ancora di più in Nazionale, e nell’amichevole in Spagna si è pure notato) restano sempre bassi e non aggrediscono i bianconeri né in fase di impostazione né al limite della propria area. La sola densità contiene le conclusioni bianconere ma l’unico modo di battere la Juventus è attaccarla, come ha cercato di fare il Milan la scorsa giornata. Altrimenti, non c’è salvezza, e infatti al 42′ Asamoah rientra da sinistra in area, con una magia si porta il pallone avanti evitando contemporaneamente due avversari e di destro con un tiro a girare fulmina Neto: gran gol e 1-0 Juventus.

Nella ripresa per oltre 20′ accade praticamente nulla. Montella inserisce col passare dei minuti Mati Fernandez, Wolski e Matos e quantomeno il dinamismo aumenta. La Juve controlla ma poi un pò per un calo fisico, un pò per eccessiva prudenza si abbassa troppo e lascia spazio ai viola, che con un paio di conclusioni da fuori ma soprattutto una traversa di Matos a 10′ dal termine, su un perfetto cross di Vargas, spaventano Buffon. Ma è comunque troppo poco. La Juventus vola verso lo Scudetto, la Fiorentina perde il treno della Champions League.
A conclusione del racconto del match, dobbiamo purtroppo tornare alla vera piaga di questa stagione, ovvero i cori beceri che si avvertono tutte le giornate in giro per gli stadi. Stavolta parte della tifoseria(?) viola allo Stadium si “distingue” per striscioni e cori vergognosi sulla tragedia dell’Heysel (nel quale prima di Juventus-Liverpool del 1985 morirono 39 tifosi bianconeri), mentre parte, cospicua, della tifoseria(?) di casa replica con cori di chiara matrice antisemita, come “Fiorentini non italiani, ma soltanto una massa di ebrei” e cori squallidi come “Il viola è il colore che odio, è quello che odio di più, vi sterilizziamo le donne così non ne nascono più”. Che altro aggiungere? Vergogna. (Fonte notizia Repubblica.it).

Inter-Torino 1-0, riparte la squadra nerazzurra – Stavolta con Thohir presente in tribuna la squadra di Mazzarri centra la vittoria. Squadre in emergenza per le molte assenze in entrambe le difese, ma regna comunque un certo equilibrio in campo. La solita Inter, molto solida in quest’ultimo periodo, certo, ma poco propositiva in avanti, contro il Torino di Ventura che dopo le ultime sconfitte fatica a ritrovare qualità. Occasione per Immobile al 13′ e per Guarin al 24′, poi l’Inter sfiora il gol con Palacio al 26′, Padelli para, e lo trova al 30′, quando Cambiasso pesca in area ancora Palacio che con un colpo di testa strano trova l’angolo più lontano(era forse un cross), ma tant’è, Inter in vantaggio.

Nella ripresa Kurtic impegna subito Handanovic, poi ci prova Basha. Ventura mette dentro anche El Kaddouri, Mazzarri ci pensa un pò e cerca di congelare il possesso con Kovacic, ma in realtà è il Torino che, seppure senza creare occasioni eccezionali, tiene in ansia l’Inter che comunque resiste fino alla fine.

Parma-Hellas Verona 2-0 – Il Parma di Donadoni parte meglio, crea con Cassano e Marchionni con un paio di conclusioni da fuori, mentre l’Hellas si fa vedere solo una volta, al 18′, ma dopo aver chiuso uno scambio con Romulo l’esterno Iturbe sfiora il palo. Al 20′ però un calcio piazzato si risolve in un tiro di Gobbi e con Biabiany che devìa a due passi dalla porta: Il portiere Rafael sembra spaesato e blocca, per giunta male, quando il pallone aveva lentamente già superato la linea di porta. Il vantaggio regala dunque certezze agli emiliani, che controllano, forti di una difesa di ferro e di fronte a un Verona che si accende solo a tratti. La partita scorre così anche nella ripresa su questo andamento, e dopo un paio di occasioni per l’Hellas e una grande anche per Biabiany, al 90′ Rafael ne combina un’altra, facendosi rubare palla da Cassano al limite dell’area, tiro del fantasista che coglie il palo, sulla respinta arriva Schelotto che fa 2-0 e chiude così il conto.

Atalanta e Sampdoria in viaggio verso la salvezza, il Chievo vince, pari nel derby emiliano - I tifosi della Lazio continuano la protesta, lasciando la curva Nord dell’Olimpico vuota in segno di protesta e il resto dello stadio pure praticamente vuoto. E l’Atalanta vince con merito. La squadra di Reja è tutta in un paio di tentativi di Candreva, i nerazzurri quando attaccano sono molto più pericolosi, grazie al lavoro tra le linee di Moralez, Denis che apre gli spazi e gli appoggi da dietro dei vari Bonaventura e Estigarribia. E al 60′ azione veloce, palla ribattuta in mezzo e pronto a tirare in porta è Moralez che firma il gol partita. Poco dopo Candreva si guadagna il rosso per doppia ammonizione, ma c’è comunque una reazione della Lazio che va vicina al gol con Keità, Lulic e Biava. Ma l’Atalanta controlla e va anche vicina al raddoppio, legittimando così il risultato.

A Marassi la Sampdoria di Mihajlovic parte bene e confeziona due opportunità con Gabbiadini e Eder, ma il Livorno occupa tutto il campo e soprattutto crea pericoli sugli esterni e poi convergendo all’improvviso. Paulinho centra la traversa al 12′, poi al 19′ lancio per Mesbah, tiro sulla traversa, dall’altro lato arriva Mbaye che insacca. E al 29′, su cross di Greco e toccato da Benassi, arriva di nuovo Mbaye per il raddoppio. Un 2-0 che potrebbe tramortire chiunque ma non Mihajlovic, che striglia i suoi e spedisce in campo nella ripresa Fornasier e soprattutto Krsiticic, che regala dinamismo al centrocampo blucerchiato e al 49′ riapre i conti con un tiro ravvicinato dopo una lunga azione doriana e ribattuta infine da Bardi, che manda il pallone proprio sui piedi di Krsticic, che insacca; al 53′ altra azione in percussione e Ceccherini per anticipare un avversario manda nella propria porta da pochi metri. Quindi salgono in cattedra Okaka e Gabbiadini. Il primo al 68′ con un tiro da fuori deviato sigla il terzo gol, poi serve in contropiede ancora Gabbiadini che si invola verso la porta firmando il 4-2 finale.

Partita non entusiasmante a Verona, dove il Chievo la spunta al 93′ e conquista tre punti fondamentali. Al 5′ Konatè trattiene in area Stoian: Paloschi realizza il rigore assegnato dall’arbitro. Il Genoa replica, ma è Perin a salvare in un’altra occasione al 20′. I rossoblù fanno fatica a costruire, meglio la squadra di casa che in velocità crea molti problemi alla retroguardia avversaria. Il Genoa sfiora il pari a fine primo tempo e altre due volte a inizio ripresa, così Corini si copre e la partita prosegue sull’equilibrio generale. Finché all’88′ da angolo in mezzo Gilardino trova la deviazione decisiva. Ma la volontà del Chievo è superiore e al 92′ Lazarevic viene messo giù da Motta in area: così Paloschi trasforma ancora e firma il gol dei tre punti.

Tra Bologna e Sassuolo poco da segnalare. Il pareggio per 0-0 è specchio delle difficoltà di entrambe le formazioni, coi rossoblù che partono meglio ma poi devono contenere un Sassuolo arrembante che, caricato dal tecnico di ritorno Di Francesco, gioca meglio e con Sansone per tre volte nel primo tempo e in altre due circostanze nella ripresa va vicino al gol partita.

Gli anticipi del sabato

Udinese-Milan 1-0 - In vista della Champions, Seedorf attua un turnover più che evidente e il risultato alla fine dà pure ragione all’Udinese, che condanna i rossoneri all’ennesima sconfitta in questo campionato e le possibilità di rincorsa all’Europa League (ma ci vogliono andare?) continuano a diminuire per il Milan. Guidolin col 3-5-2 e Fernandes in appoggio a Di Natale e al 4′ Pereyra chiama alla parata Abbiati; dall’altra parte Honda e Robinho passeggiano, Birsa ci mette un pò di volontà e Pazzini al 15′ non riesce a deviare in porta dopo l’uscita del tutto sbagliata del giovane Scuffet su un cross di De Sciglio. Dopo un’altra occasione per i friulani, il Milan prova a chiudere in avanti il primo tempo ma tra errori sotto porta e le parate di Scuffet è anzi Abbiati a salvare in un’altra circostanza. Il colpo di testa di Robinho respinto dal portiere bianconero potrebbero indurre ottimismo dalle parti rossonere, ma l’Udinese comincia invece ad attaccare, accelerando sugli esterni con Widmer e Gabriel Silva e accentrando improvvisamente il gioco verso Di Natale, appoggiato dagli inserimenti. Il solito bel gioco dell’Udinese insomma: Seedorf cerca di riparare con Essien e poi Balotelli tra il 57′ e il 64′, ma c’è poco da fare, e al 67′ da Pereyra a Fernandes, in mezzo per Di Natale che chiude il triangolo e porta in vantaggio la sua squadra. E’ il gol partita, perché il Milan crea poco e nulla, annaspa anzi sugli errori di Honda, la stizza di Balotelli e Pazzini e la confusione tattica vista durante tutta la gara.

Catania-Cagliari 1-1 – Occasione sprecata per i rossoazzurri, che avevano necessità dei tre punti per cercare di tirarsi fuori dalla lotta salvezza. Maran recupera Biraghi, Barrientos e Bergessio ma gli etnei partono molto tesi, schiacciati dall’attesa della gara, e trovano anzi il Cagliari di Lopez attento e che di rado attacca con Sau e Nenè ma resta molto compatto facendo densità in mezzo e bloccando le fasce, e impedendo le sovrapposizioni a Barrientos e Keko e ai terzini, marcando bene Bergessio e con Ekdal soffoca anche le idee di Lodi. L’equilibrio potrebbe spezzarsi al 30′, punizione di Lodi e Avramov vola, poi al 45′, ma Barrientos viene bloccato ancora da Avramov sul tiro e al termine di un’azione molto pericolosa. Nella ripresa il copione non cambia, ma basta un’azione al Cagliari: palla vagante in area, serie di ribattute e mancati rilanci e Vecino trova la rete al 55′. Il Catania reagisce, dentro Leto e Fedato, e al 62′ Lodi calcia una punizione da destra, in area tocca in rete di testa Bergessio per il gol del pari. I rossoazzurri aumentano la carica, mai con un gioco chiaro ma con tanta volontà. Al 74′ Avelar si guadagna il rosso per doppia ammonizione dell’arbitro Rizzoli, i rossoazzurri ci credono e trovano un palo da fuori con Biraghi e una traversa con Rolin, sulle conseguenze di un piazzato. Serie infinita di palloni al centro dell’area ma il Cagliari resiste e ferma il Catania. Che però deve ancora sperarci a questa salvezza.

Top & Flop di Post Scriptum Blog

Top 27^Giornata

Kwadwo Asamoah (Juventus): in crescita di condizione nell’ultimo periodo, il centrocampista ghanese trova una rete fantastica per preparazione ed esecuzione ed è un gol che vale un pezzo decisivo del probabile prossimo Scudetto, ormai quasi realtà per la Juventus.

Josè Manuel Reina (Napoli): il portiere spagnolo si esibisce in tre interventi decisivi e semplifica la vita a tutta la sua difesa, che spesso concede spazi esagerati agli attaccanti giallorossi, peraltro sciagurati al momento del tiro. Ma gran parte della vittoria del Napoli è tutta di Pepe.

Maxi Moralez (Atalanta): seconda vittoria esterna del campionato per l’Atalanta e il gol partita è ancora una volta il suo. Ha ritrovato continuità e le prestazioni fondamentali dopo lo scorso campionato, non eccellente. Questa stagione è tornato il calciatore decisivo che tutti conosciamo.

Sinisa Mihajlovic: il tecnico blucerchiato deve aver fatto volare le sedie nello spogliatoio (in senso lato, eh! Ma chissà…) durante l’intervallo, perché la Samp, dopo aver sprecato in avvio, si ritrovava sotto di due gol con errori di squadra davvero incredibili. La rimonta della ripresa evidenzia l’atteggiamento cambiato totalmente. E il contributo di Miha è decisivo.

Alberto Paloschi (Chievo Verona): doppietta su rigore, che consegna tre punti fondamentali ai clivensi. E ci vuole coraggio e precisione, per realizzare due penalty così pesanti.

Flop 27^Giornata

Fiorentina: non bastano gli ultimi 20′ in avanti e la traversa di Matos. L’atteggiamento iniziale e la pochezza tecnica espressa durante l’arco di quasi tutta la gara destinano alla sconfitta la squadra di Montella che vede pure allontanare il Napoli. E la Juventus di questo periodo, se attaccata, non è certo imbattibile. Occasione davvero sprecata.

Keisuke Honda e Robinho (Milan): due fantasmi in campo. Abulico e irritante il primo, fa venire nervoso il secondo che ha un talento illimitato ma lo spreca da almeno due stagioni. E il Milan continua a sprofondare….

Rafael (Hellas Verona): il portiere scaligero deve aver puntato la sveglia molto tardi. Infatti scende in campo come appena alzato e i risultati sono terribili: sul primo gol è fuori posizione e lascia tutto il tempo al pallone perché entri in porta, parando(male) quando è ormai gol. Poi nel finale si fa rubare la palla in maniera incredibile da Cassano che cerca pure il pallonetto per batterlo, palo, ma tanto c’è Schelotto che fa gol a porta libera. Disastroso.

Serie A 2013/2014, 27^Giornata – Risultati e Classifica

Sabato 08/03
Udinese-Milan 1-0
Catania-Cagliari 1-1

Domenica 09/03
Juventus-Fiorentina 1-0
Bologna-Sassuolo 0-0
Chievo Verona-Genoa 2-1
Inter-Torino 1-0
Lazio-Atalanta 0-1
Parma-Hellas Verona 2-0
Sampdoria-Livorno 4-2
Napoli-Roma 1-0

Juventus 72
Roma 58*
Napoli 55
Fiorentina 45
Inter 44
Parma 43*
Hellas Verona 40
Lazio 38
Torino 36
Milan 35
Genoa 35
Sampdoria 34
Atalanta 34
Udinese 31
Cagliari 29
Chievo Verona 24
Bologna 23
Livorno 21
Catania 20
Sassuolo 18

*Roma e Parma una gara da recuperare

Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :