Serie A, il racconto della 34^Giornata

Creato il 20 aprile 2014 da Postscriptum


Il Sabato di Pasqua avvicina ancora di più la Juventus allo Scudetto. Con un gol di Pogba al 64′ i bianconeri superano il Bologna e quando mancano quattro partite al termine è sempre più solo una questione di tempo. Merito comunque della Roma se il Campionato si può considerare ancora aperto, perché i giallorossi continuano a vincere e sbancano Firenze 1-0, conquistando la qualificazione diretta alla Champions League. Il Napoli non va oltre il pareggio per 1-1 con l’Udinese, l’Inter vince 2-0 a Parma, il Milan aggancia proprio i gialloblù con la quinta vittoria consecutiva (3-0 al Livorno) e la zona Europa League. Pari 3-3 tra Lazio e Torino, vincono Hellas Verona, Cagliari, Sassuolo e Catania.
Il Posticipo del Sabato

Fiorentina-Roma 0-1 - Con le varie assenze tra infortuni e squalifiche, i due tecnici schierano come sempre due squadre attente e ben messe in campo ma da subito si nota una Fiorentina imprecisa, a fronte di una Roma molto corta, abile a ripartire e creare più occasioni pericolose. Ljajic duetta con Totti, ed è già insidioso al 4′, poi al 9′ un passaggio a metà campo del Capitano giallorosso libera in verticale lo stesso Ljajic che si invola in area, serve Gervinho che a porta spalancata calcia a lato. La Fiorentina si fa vedere molto da fuori area, si procura parecchi falli al limite ma non sfonda con efficacia, e al 26′ Ljajic parte da destra, converge verso il centro e serve Nainggolan che si libera in area e batte Neto in uscita: 0-1 Roma. I giallorossi potrebbero affondare ma controllano, i viola sparano palloni in mezzo e su uno di questo protestano per un tocco di braccio di Totti (che lo tiene attaccato al corpo) su una punizione, ma l’arbitro Mazzoleni lascia giustamente proseguire.

Nella ripresa Ljajic suona la carica dopo 2′, ma poi la Roma si abbassa troppo e lascia l’iniziativa alla Fiorentina. Certo, trovare un varco nella difesa giallorossa è quasi impossibile: due linee strette, Ljajic e Gervinho che coprono e Totti che disturba la fase di costruzione degli avversari. A parte un paio di conclusioni alte in piena area da cross su calci piazzati, la Fiorentina può mirare la porta solo da fuori ma Pizarro, Borja Valero, Cuadrado tirano fuori o trovano De Sanctis. Gli ingressi di Matri, Joaquin e Vargas cambiano poco il tema della gara, con i viola che sbagliano molto, protestano troppo e concludono malissimo. La Roma controlla e conquista la seconda posizione che vale l’accesso alla fase a gironi di Champions League, e tiene in vita il Campionato. La Fiorentina invece deve ora guardarsi dietro, e cresce intanto l’attesa per la Finale di Coppa Italia contro il Napoli.

Le gare del Sabato pomeriggio

Juventus-Bologna 1-0 - Conte risparmia ancora Tevez e Vidal, ma i bianconeri per tutto il primo tempo non trovano ritmi e velocità sufficienti per scardinare il Bologna di Ballardini, che difende con estremo ordine e riparte appena può. Certo, qui sta il punto: volontà, concentrazione e sacrificio non si discutono, ma è la qualità complessiva, che manca ai rossoblù. La Juventus però non riesce quasi mai a calciare in porta e trovare le soluzioni giuste. Pirlo da punizione tira alto in due occasioni, Pogba o conclude addosso agli avversari o alza troppo, Giovinco non si vede e Llorente è poco servito.

Insomma, ci vorrebbe una svolta e Conte probabilmente richiama i suoi perché nella ripresa la Juve gira il pallone con maggiore rapidità e chiude nel primo quarto d’ora il Bologna nella propria metà campo. Ma a parte palloni buttati in mezzo, occasioni non ne arrivano. Gli emiliani però adesso fanno troppo poco pure per ripartire e allora al 64′ crollano, dopo altre accelerazioni bianconere. Isla avanza, scarica al limite per Pogba che carica il tiro e con un diagonale violento batte Curci: 1-0 Juve, poco dopo Isla potrebbe raddoppiare, ma continua la difficoltà generale a trovare spazi mentre a parte un tiro di Christodoupoulos, gli ingressi di Laxalt e Paponi, il Bologna è tutto qua. Un gol basta e avanza: lo Scudetto per i bianconeri è sempre più vicino.

Udinese-Napoli 1-1 - I friulani schierano la difesa a 4 cercando di bloccare gli esterni del Napoli e aggredendoli in mezzo con tre mediani. Gli azzurri, peraltro privi dell’acciaccato Higuain, faticano in avvio e ribattono l’Udinese, che ci prova di tanto in tanto. Ma in sostanza è un match equilibrato, che si sblocca al 38′, quando a sinistra Ghoulam scarica su Zapata, che fa il movimento a smarcarsi e mette dall’altro lato per Callejon che si aggiusta il pallone e realizza.

Il Napoli parte meglio nella ripresa e potrebbe chiudere il match, ma Zapata (50′) e Insigne (52′) sprecano. E al 54′ Reina sbaglia il rinvio, la difesa non accorre, Pinzi anticipa tutti, serve in profondità Bruno Fernandes che pareggia: errore incredibile di concentrazione per gli azzurri, e non è il primo in stagione. Il match torna in bilico, l’Udinese la mette sul piano della velocità e costruisce le migliori occasioni, ma la gara si trascina fino alla fine, quando Fernandez viene espulso per somma di ammonizioni e per fermare un avversario al limite.

Parma-Inter 0-2 - I gialloblù di Donadoni attaccano e sprecano, i nerazzurri di Mazzarri soffrono e vincono. Si potrebbe anche sintetizzare così l’incontro tra Parma e Inter: certo che la squadra di casa col 4-3-3 iniziale copre bene tutto il campo e mette in difficoltà gli avversari, e Handanovic deve salvare in avvio la propria porta, volando sul colpo di testa di Cassano. Samuel si guadagna già un’ammonizione e commette falli a ripetizione, ma sono incerti tutti i centrali nerazzurri, e gli esterni D’Ambrosio e Nagatomo non chiudono sui raddoppi dalle fasce del Parma. Uniche occasioni dell’Inter un diagonale di Palacio al 29′ e due conclusioni da lontano di Hernanes e Cambiasso, ma è il Parma a chiudere in avanti e al 43′ Samuel atterra in area Parolo: rigore per l’arbitro Rocchi, e ci stava pure la seconda sanzione per il difensore che non arriva. Ma dal dischetto va Cassano, tiro e Handanovic si tuffa alla sua destra e allunga sul palo! Secondo rigore parato in due gare.

Dall’altra parte Inter in attacco, si libera al limite Cambiasso che tira, palo e Mirante di piede, in qualche modo, salva. Succede di tutto ora, così come nella ripresa, ma dopo 2′ dal rientro in campo Paletta, già ammonito, mette giù il lanciato Palacio, e viene espulso. Al 49′ Hernanes tira una punizione da sinistra, senza il miglior saltatore nella propria area il Parma si perde Rolando che sul palo lungo infila in rete. Ma i gialloblù cercano di fare ancora la gara e ci riescono, l’Inter come al solito non riesce a gestire e va in crisi, ma la squadra emiliana spreca alcune buone situazioni e alla lunga lascia spazio alle ripartenze, e all’89′ il nuovo entrato Guarin può colpire dal limite per il 2-0 decisivo. Europa più vicina per l’Inter.

Milan-Livorno 3-0 - La quinta vittoria consecutiva porta adesso per davvero i rossoneri in zona Europa League, e del resto il Milan di Seedorf è riuscito a risolvere, almeno in parte, i propri problemi e a rimettere in piedi la stagione, almeno verso il finale. Anche contro il Livorno la manovra è stata lenta, soprattutto nel primo tempo, come nelle ultime partite, ma con un buon possesso e tanta concentrazione i rossoneri hanno creato quanto è bastato. Traversa di Rami, un destro a giro di Kakà le migliori opportunità per il Milan prima del gol di testa di Balotelli, che al 43′ si libera, aiutandosi anche con una spinta, di un avversario in area e colpendo in pieno per mandare il pallone in rete.

Il gran lavoro in mezzo di Benassi e l’intesa tra Paulinho e Emeghara non produce grandi occasioni per il Livorno, e al 51′ Balotelli in area libera Taarabt che si inserisce tra gli avversari e firma il 2-0. Partita che il Milan adesso controlla, dentro anche Muntari e Pazzini, che all’84′, servito ancora da Balotelli, in giornata super, può segnare il 3-0 finale.

Ed è notizia della serata che il Presidente Spinelli ha esonerato Di Carlo per richiamare il tecnico Nicola.

Lazio-Torino 3-3 - Il 4-3-3 di Reja contro il 3-5-2 di Ventura producono subito spettacolo, perché ognuna delle due squadre gioca a viso aperto e se la Lazio viaggia veloce sugli esterni per poi accentrare il gioco, il Torino, pur privo di Cerci, gioca in verticale e può vantare il cannoniere del campionato. Prima meglio il Torino, poi occasione al 9′ per Candreva, quindi svetta Glik da angolo al 18′, al 29′ Keita non trova la porta con un tiro di punta. Al 37′ Bovo centra la traversa da punizione, ma al 40′ Padelli salva su Radu. Gol in arrivo? Sì, per la Lazio, che al 42′ passa con Mauri, che devia in rete un cross preciso di Novaretti sugli sviluppi di una punizione. La manovra del Torino acquista più velocità nel secondo tempo, e al 52′ da Vives in mezzo per Meggiorini che serve l’accorrente Kurtic che con un tiro di giustezza beffa Berisha.

Fase di equilibrio che si rompe di nuovo al 60′, quando Keita viene messo giù in area: rigore e Candreva trasforma in pallonetto. Ma al 67′ il nuovo entrato Tachtsidis si libera al tiro in area e al volo di sinistro fa 2-2. Dentro Postiga e Anderson nella Lazio, gli spazi si aprono anche di più ma i biancocelesti non trovano il colpo giusto, ci pensa invece Immobile che all’89′ con una botta di destro infila in rete dal limite. Ma non è finita, perché al 93′ la difesa del Torino sbaglia il fuorigioco, e su un pallone in area può controllare Candreva e realizzare il pari. Entrambe le squadre restano in corsa per l’Europa.

Da segnalare che a inizio gara, durante lo scambio di saluti tra giocatori, non c’è stata stretta di mano tra Meggiorini e Mauri: il giocatore del Torino, in settimana, aveva espresso opinioni forti sul fatto che a Stefano Mauri fosse concesso di giocare ancora dopo la condanna per il calcioscommesse 2012 e una settimana di reclusione in via cautelare durante le indagini della Procura di Cremona. Il laziale, che si è detto disgustato, ha reagito oggi così sul campo.

Hellas Verona corsaro a Bergamo, il Cagliari verso la salvezza, il Sassuolo riapre i giochi, il Catania spera - A Bergamo l’Atalanta parte meglio, ma come spesso accade nelle ultime gare i nerazzurri ad un tratto si fanno attaccare con semplicità e l’Hellas nel 4-3-3 classico sfrutta la velocità di Iturbe e Marquinho e la fisicità di Toni, che tiene impegnato da solo i centrali avversari e apre spazi ai compagni. E, dopo aver sprecato un paio di occasioni, i gialloblù passano nella ripresa con la botta da lontano di Donati al 52′. Colantuono inserisce il ritrovato Moralez, poi Cigarini e Estigarribia, ma l’Hellas sfiora il gol con Marquinho e Gomez ancora una volta(salva Consigli), poi è proprio Iturbe a servire in piena area Toni che al 72′ fa 0-2, 18° gol stagionale. Nel finale i nerazzurri riescono a reagire, accorciano con Denis all’87′ e sciupano altre due occasioni, ma è troppo tardi.

A Marassi, dopo 3′, al termine di una lunga mischia, De Maio risolve in gol. Genoa in vantaggio e nel 3-4-3 classico la velocità sugli esterni e i palloni verso Gilardino sono il tema ricorrente per la manovra rossoblù. Proprio l’attaccante al 24′ potrebbe raddoppiare ma Astori salva il tiro a colpo sicuro, poi Avramov libera in altre circostanze. Al 37′, però De Maio e Sturaro commettono un grave errore in disimpegno, palla che Ibarbo ripropone a Sau che in area pareggia. Gasperini nella ripresa inserisce Konate e Fetfatzidis ma non trova più le giuste misure contro un Cagliari che si chiude, si difende nelle mischie e riparte con Ibarbo e Sau e all’81′ proprio l’attaccante sardo in area viene respinto, Ibarbo sulla ribattuto al volo di sinistro segna un gran gol che potrebbe valere la salvezza. Il Genoa torna all’assalto ma non segna, anzi è ancora Ibarbo che viene bloccato da Perin su un contropiede proprio nel finale di gara.

Il Catania torna a vincere e, se la salvezza resta quasi impossibile da conquistare, è questo il modo corretto di chiudere la stagione e cominciare a preparare la prossima. Ma nel calcio non si sa mai e allora ben vengano i tre punti per i rossoazzurri, che Pellegrino schiera col 4-3-3 e già al 15′ Leto viene servito in profondità ma in area tira a lato, poi Fiorillo salva in qualche modo su Bergessio, che aveva colpito in area a colpo sicuro, e su un tiro deviato di Barrientos, poi ci prova ancora Leto. La Sampdoria, con molte assenze tra squalifiche e infortuni (Eder, Gabbiadini, Soriano, Gastaldello, Palombo), rinuncia quasi a giocare e si fa vedere solo in un’occasione dalle parti di Frison. Al 45′, pallone in area per Bergessio che non ci arriva, Leto allora s’inventa una rovesciata con la quale schiaccia palla a terra e poi in rete. Nella ripresa Sansone coglie il palo, il Catania attende troppo e al 61′ Okaka parte a centrocampo, supera Izco, scavalca Peruzzi e supera pure Frison. Ma il Catania riprende a spingere e prima sul triangolo Barrientos-Bergessio-Plasil, quest’ultimo spreca in area, poi al 63′ Lodi lancia in profondità Bergessio che controlla e batte Fiorillo in uscita: il gol partita. Poi il portiere si supera ancora su Bergessio e su Castro, ma il Catania vince e risale.

Basta un gol di Berardi al 40′ e il Sassuolo vince in casa del Chievo e riapre del tutto i giochi salvezza. La squadra di Corini si rende pericolosa solo con Paloschi nel primo tempo, scambiano meglio la palla gli emiliani e sfruttando la velocità di Berardi, Zaza e Floro Flores si rendono molto più incisivi, e quando Floro pesca in profondità Berardi, il giovane attaccante controlla e con un preciso diagonale realizza. Nella ripresa la gara mantiene lo stesso andamento, ma Thereau da una parte spreca il pareggio e Ziegler dall’altra il raddoppio, e infine il Sassuolo di Di Francesco riesce comunque a portare a casa tre punti decisivi.

Top & Flop di Post Scriptum Blog

Top 34^Giornata

Paul Pogba (Juventus): non certo troppo preciso per lunghi tratti della partita, anzi prova il tiro troppe volte e non dialoga al meglio con i compagni. Ma la sua esuberanza fisica, la sua presenza in campo e la capacità di saper trovare al momento decisivo il colpo da tre punti ci dimostrano perché è già un campione. Che avvicina la Juventus allo Scudetto, un pò di più. E i bianconeri lo tengano davvero strettissimo, perché in queste due ultime stagioni è stato davvero imprescindibile.

Adem Ljajic (Roma): assist decisivo per Nainggolan e partita a tutto campo, con classe e tecnica al servizio della Roma. Fosse sempre così decisivo, che giocatore eccezionale diverrebbe…

Samir Handanovic (Inter): secondo rigore parato in due partite, dopo Maxi Lopez, ora Cassano. Poi sfodera altre parate da campione quale lui è ed è il fattore decisivo di questa Inter che vince ma soffre. Ma con lui in porta è molto più semplice.

Antonio Candreva (Lazio) e Ciro Immobile (Torino): la sfida dell’Olimpico si risolve in un pareggio che non accontenta nessuno ma ci consegna ancora una volta due giocatori che potrebbero essere decisivi pure al Mondiale. L’esterno biancoceleste arriva a quota 11 gol ed è il migliore dei suoi anche stavolta, mentre il centravanti granata è sempre più capocannoniere a 20 centri. Numeri eccellenti e certo inaspettati.

Mario Balotelli (Milan): un gol, due assist, prestazione di quantità e qualità, da giocatore maturo. E’ la svolta? Speriamo…

Gonzalo Bergessio (Catania): trascinatore. Una furia, lotta su ogni pallone, Fiorillo lo ferma due volte durante la gara ma trova lo stesso il gol decisivo. Lui non si può discutere, davvero.

Luca Toni (Hellas Verona): e sono 18 in campionato. Stagione pazzesca per il centravanti. Sarà al Mondiale? Forse.

Flop 34^Giornata

Reina e la difesa del Napoli: errore grave in disimpegno che regala all’Udinese il pareggio e spegne i sogni di secondo posto. Saranno preliminari(peraltro non ancora aritmetici) di Champions League, sarà ritiro a inizio luglio. Ma non è questo il problema: come ha detto Benitez a fine gara, il Napoli deve crescere, come atteggiamento, capacità di stare dentro la gara e attenzione a ogni episodio.

Genoa: va in vantaggio, ma poi spreca e commette degli errori decisivi in difesa che spalancano la porta al Cagliari, così clamorosi come pochi se ne vedono in Serie A. Ma perché non ci si impegna a chiudere bene il campionato anche quando si è già salvi?

Livorno: Di Carlo dunque cederà la panchina, ma se l’atteggiamento quasi inconcludente che la squadra amaranto ha tenuto a SanSiro resta questo, la salvezza è più che mai impossibile.

Serie A 2013/2014, 34^Giornata, Risultati e Classifica – 19 Aprile 2014

Atalanta-Hellas Verona 1-2
Catania-Sampdoria 2-1
Chievo Verona-Sassuolo 0-1
Fiorentina-Roma 0-1
Genoa-Cagliari 1-2
Juventus-Bologna 1-0
Lazio-Torino 3-3
Milan-Livorno 3-0
Parma-Inter 0-2
Udinese-Napoli 1-1

Juventus 90
Roma 82
Napoli 68
Fiorentina 58
Inter 56
Parma 51
Milan 51
Torino 49
Lazio 49
Hellas Verona 49
Atalanta 46
Sampdoria 41
Udinese 39
Genoa 39
Cagliari 36
Chievo Verona 30
Sassuolo 28
Bologna 28
Livorno 25
Catania 23

Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla


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