Le tre squadre in ritardo rischiano l’esclusione e la caduta, addirittura, nel calcio dilettantistico: clamoroso sarebbe se l’esito dovesse essere, davvero, questo, considerato soprattutto che il Siena in particolare non era per niente giù in classifica nell’ultima stagione (nono posto) e un anno fa ancora in A, e le altre due squadre nella seconda metà (13esimo e 18esimo posto). Fatto sta che però la situazione non è semplice per nessuna delle tre squadre anzi.
La società e la squadra del Siena rischiano davvero di scomparire: in crisi, si sta cercando di cedere la proprietà ma non sembra esserci nessun valido acquirente. Anche il Varese è in alto mare ma il presidente ha tranquillizzato tutti perché sicuro di farcela entro il 15 luglio: solo parole però, perché i debiti della società lombarda sono numerosi e la fideiussione necessaria manca. Il Brescia, che sta assistendo al cambio di gestione, da Corioni ad un imprenditore straniero che percepirà una quota del pacchetto azionario è invece l’unica squadra che sembra certa di poter ripartire l’anno prossimo, sebbene con qualche punto necessariamente in meno.
Nel caso in cui siano escluse due di queste squadre non ci sarà però ripescaggio: solo il Novara potrebbe colmare l’organico della serie cadetta, avendo perso il playout proprio contro il Varese. Il ripescaggio rischierebbe di esserci poi in Lega pro.
Non facile nemmeno la situazione della Lega Pro: quest’anno le società dell’ex Serie C hanno ancora più difficoltà degli scorsi.
Circa dieci in club in dubbio: a partire dalle situazioni più a rischio che investono Reggina e Padova, sino all’esclusione quasi certa di Grosseto, Ischia, Viareggio, Mantova, Pavia e Pro Patria. Problemi per quanto riguarda le strutture dei rispettivi stadi per Casertana, Savoia, Lupa Roma e Melfi.
Padova e Reggina sono le squadre quasi fuori dai giochi. Per i calabresi la migliore delle ipotesi è una forte penalizzazione e da ciò si può comprendere la gravità della situazione: mancano il versamento degli emolumenti a tesserati e delle ritenute previdenziali e fiscali. Padova invece davvero disperato a rischio fallimento: la retrocessione è stata disastrosa perché ha portato troppi debiti irrisolvibili ora come ora.
Si attendono, dunque, colpi di scena fino al 15 luglio.