Eve Silver è una scrittrice di romanzi molto popolari conosciuta per le sue storie tese, sensuali e cariche d’azione, i suoi eroi tenebrosi e sexy, e le sue eroine forti . Il primo libro della sua serie Otherkin/Sins series, Sins of the Heart (Il mieititore d’anime),è stato recentemente nominato come finalista ai premi RITA. Eve vive con marito, due figli, un energico terrier e un esuberante border collie.
Serie “Compact of Sorcerers”
1. Il Bacio del demone (isbn:9788865080740)2. Demon’s Hunger
Autore: Silver Eve
Serie: Serie “Compact of Sorcerers”, vol.1
Edito da: Leggereditore
Prezzo: 5.00 euro
Genere: Urban Fantasy, Demoni, Stregoni, Magia, Paranormal Romance
Pagine: pag. 304
Voto:
Trama: Clea Masters, giovane studentessa di medicina, sa di essere unica. Da quando i suoi genitori sono morti, una forza incredibile si è insinuata dentro di lei, per esplodere solo nei momenti di estremo pericolo. Tuttavia preferisce non indagare, fino a quando un demone la attacca, scaraventandola in un mondo del quale lei non sospettava nemmeno lontanamente l’esistenza. Il suo unico alleato sarà un uomo letale, e seducente come nessuno, che risveglierà in lei un desiderio più forte di qualsiasi fantasia… Ciarran D’Arbois non lascerà che a Clea accada nulla. E non solamente per dovere… In lei vede una forza dirompente, ma anche un corpo irresistibile, fatto per essere accarezzato. Nel frattempo però, i demoni sono intenzionati ad abbattere il portale che Ciarran deve proteggere con tutte le sue forze, fino all’ultimo respiro. Ciarran teme che Clea sia la chiave destinata a portare a termine questo oscuro progetto, e ora che i nemici sono sempre più vicini, i due amanti hanno una sola speranza. Cosa sarà più letale, la passione o i poteri tenebrosi che entrambi custodiscono dentro di sé? Il primo capitolo di una trilogia che vi trascinerà in una dimensione dove per salvarsi si può fare di tutto, tranne rinunciare all’amore vero.
Recensione:
Magia, portali dimensionali, una lega di stregoni–guerrieri destinati a proteggere il mondo, demoni malvagi (scordatevi gli affascinanti Seminus della Ione, questi qua sono davvero cattivi) e come al solito una giovane donna dai poteri misteriosi…
Questo romanzo aveva tutte le carte in regola per entrare nella mia personale classifica dei “Riletti e Amati” e beccarsi le sue cinque brillanti stelline d’oro.
L’ambientazione era intrigante, i personaggi affascinanti e lontani dagli stereotipi più in voga, i cattivi, cattivi sul serio e non aspiranti conquistatori del mondo dalla blanda perfidia e dai piani discutibili.
L’atmosfera da film fantastico anni ’80 che ha suscitato in me la lettura delle prime pagine del libro e la consapevolezza di trovarmi di fronte il romanzo di un’autrice che già conoscevo e avevo apprezzato con una sua precedente serie, la Otherkin Trilogy, avevano sviluppato in me una precoce speranza, che in parte, è stata delusa.
Procediamo con ordine.
Clea Masters è una studentessa di medicina con la voglia di studiare qualunque cosa tranne, per l’appunto, medicina. E’ una ragazza che ha perso i genitori in tenera età a causa di un incidente automobilistico di cui non conserva alcun chiaro ricordo.
E’ anche una ragazza che, in fin dei conti, non possiede niente e, con la perdita della nonna, perde anche l’ultima persona al mondo che avrebbe potuto amarla per quello che è, incondizionatamente.
Molte volte diamo per scontato l’amore che ci dimostra la nostra famiglia. Loro ci amano esattamente per quello che siamo, con tutti i difetti possibili e immaginabili, perdonano le parole più aspre e le bugie più crudeli e non decidono di abbandonarci solo perché si stancano di noi.
Tuttavia è un tipo di amore che non sempre è possibile aspettarsi dalle altre persone. Anzi, è molto raro riuscire a trovarlo e, quando accade, bisognerebbe tenerlo ben stretto a sé.
La solitudine di Clea è palpabile lungo tutto il corso della vicenda. Mi sono davvero sentita triste per lei e per la situazione in cui si era trovata. Economicamente in una situazione difficile, priva di punti di riferimento e con paure e ansie che credo siano naturali in ognuno di noi, ma che assumono contorni ancora più scuri quando ad affrontarle si è soli.
L’incontro con Ciarran, per Clea, è una rivelazione.
La ragazza non lo sa, anche se lo percepisce, che il legame che sente con il potente stregone non è solo frutto della magia e di quel precedente incontro che aveva per la prima volta fatto incrociare le loro esistenze. Neanche Ciarran ne è del tutto consapevole. E’ qualcosa, un sentimento, che fa parte di uno schema ben più grande. Un disegno che aveva già accostato l’anima di Clea a quella di Ciarran, che alcuni forse chiamerebbero destino.
Secondo me, è questo il tema portante della vicenda.
Naturalmente, come avrete capito dall’incipit di questa recensione, ad un certo punto qualcosa in questo romanzo non è andato.
Il continuo presentarsi dei mini-monologhi interiori di Ciarran in cui lo stregone non fa altro che ripetere “La mia bella e coraggiosa Clea”, “La mia brillante Clea” e così via mi hanno un po’ irritata e mi sono sembrati abbastanza innaturali.
Neanche l’uomo più innamorato sta là a ripetersi per ore quanto è bella, buona e brava la donna che ama. Non lo fa e basta. Punto. Gli uomini, di solito, dimostrano in altre maniere i sentimenti che provano e sono solo pochi quelli che sprecano un gran numero di parole per esprimerli. E comunque, prima o poi, smettono di declamare versi e agiscono.
Verso la metà del romanzo ho percepito come una lieve caduta nel banale e nello scontato.
Avrei preferito che il conflitto interiore di Ciarran fosse sviluppato in un altro modo, più incisivo magari e che si fosse dato più spazio alla parte malvagia che convive con lui, rendendo il personaggio più intenso e meno propriamente “buono”.
Un bad boy costruito bene vale anche il romanzo dalla trama più comune.
Tuttavia, per un buon pezzo della storia, la psicologia dei personaggi è ben approfondita, i dialoghi sostanzialmente piacevoli e le scene romantiche ottime.
Su queste ultime non posso proprio sollevare critiche, perché la loro qualità mi è parsa inattaccabile. Mai volgari o stereotipate, queste scene, sollevano il romanzo e lo sostengono fino alla fine.
In conclusione, ho pensato che quattro stelline potessero andare bene per un romanzo che comunque è gradevole, molto più di altri dello stesso genere.
Magari le cinque stelline le conservo per un altro volume della saga, dal momento che alcuni personaggi di contorno, mi riferisco ad uno o due degli altri stregoni, promettono davvero bene.