Serie Tv belle VS. Serie Tv brutte

Creato il 28 luglio 2014 da Valentina Carbone @cinecarbone

Oggi #acazzodicane si occupa di una cosa un po’ particolare, un po’ fuori dal seminato, ma neanche tanto. Ci abbiamo riflettuto molto, nel nostro chalet decappottabile in cima al ghiacciaio dello Junfrau (da cui il raffreddore che purtroppo ci ha colti tutti), e alla fine ci siamo detti che sì, è giusto parlarne.

Oggi parliamo di serie, serie tv, ma anche web serie.

Perché? Vi chiederete voi.

Cazzi nostri.

O meglio, per essere sinceri, perché non sapevamo di cosa parlare, e le serie tv ci sembravano un argomento un po’ più sensato per CineCarbone rispetto, che so, al riscaldamento globale, al prezzo delle sigarette o allo stipendio del presidente di Ferrovie dello Stato.

 Noi di #acazzodicane le serie le dividiamo in due categorie: quelle belle e quelle brutte.

Tra le serie belle c’è sicuramente La serie per il web, la più costosa serie mai prodotta per lo streaming, insomma, ci siamo capiti, House of Cards. Insomma, Kevin Spacey che fa un deputato americano la cui unica religione è il potere, Robin Wright sua moglie, David Fincher alla regia dei primi episodi e comunque sempre lì dietro a sta serie, no ma fidatevi, è un gioiello.

La si compra su Netflix, sul come vederla in altri modi io non dico nulla, ci siamo capiti.

Sempre nella categoria serie belle noi di #acazzodicane abbiamo, ovviamente, una passione speciale per la serie da cui arriva il nostro nome, che non è Glee, bensì Boris. Chi di voi non l’avesse mai vista è una cagna maledetta, sappiatelo.

Noi tra le serie belle ci mettiamo anche Scrubs perché fa ridere, Fisica o Chimica perché è appassionante e alcune torbide vicende di sesso, potete dire quel che volete, ma a noi ce piacciono, e poi ci mettiamoQueer as Folk, nella versione americana ché quella inglese è una chiavica. Queer as folk è una serie, forse la prima, che prende il mondo LGBT e ne affronta quasi ogni aspetto, dai più ludici a quelli sentimentali, da quelli legali a quelli drammatici. Fatta molto bene, e con una coppia di protagonisti da leccarsi le dita.

Ma eccoci finalmente alle serie brutte.

Glee. Parliamo di Glee. Parliamo di una serie tv americana in cui “americana” è usato come dispregiativo. Gente che canta a caso, spesso canzoni di merda, in qualunque contesto, con personaggi che hanno la credibilità internazionale del cane di Berlusconi, con tutto il rispetto per Dudù, e con una trama che definire “scontata” è dire poco. Praticamente dopo un minuto che è iniziata una puntata capisci già come va a finire, tipo le assemblee del movimento 5 stelle per espellere qualcuno. In più porta pure sfiga perché un protagonista è morto, roba che manco la signora Fletcher.

Avete presente American Hustle? Non posso nemmeno dirvi che Glee è l’American Hustle delle serie tv, perché è peggio. Capite? Peggio. Francamente non so cosa dire di più tremendo, quindi passiamo oltre.

E il problema è che dopo Glee qualunque serie sembra bella.

Il Maresciallo Rocca? Capolavoro.

The Client List su Fox Life? No beh, tanta roba.

Devious Maids – panni sporchi a Beverly Hills? Immensa.

E tutto per non parlare di Homeland, di Breaking Bad, di Lost o di The Walking Dead, e non ne parlo soprattutto perché non le ho viste.

Però, per concludere, vorrei dirvi che l’inverno è arrivato. Sì, perché Il trono di spade, o Game of Thronesche dir si voglia, è una serie epico-fantasy con accenni da feuilleton e qualche spruzzata di eros che, insomma… guardatela. Viva le serie tv, viva il cinema, Glee Glee vaffanculo.



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