Ci si trova, dunque, di fronte a difficoltà interpretative di non poco conto dal momento in cui il nuovo progetto di Vince Gilligan, che non a caso è uno dei migliori autori in circolazione, assume connotati tanto ambigui quanto interessanti. E se la domanda, scontata ma legittima, che più ci si potrebbe porre riguarderebbe sicuramente la non/possibilità di fruizione trascendendo la visione della “serie madre”, la risposta a tale domanda potrebbe dire molto sulla riuscita degli intenti che gli autori s’erano posti. Infatti, nonostante i riferimenti a “Breaking bad” siano fondamentali per intrattenerne gli appassionati - basti pensare alla presenza di personaggi come Mike Ehrmantraut, che qui è quasi coprotagonista, oppure Tuco Salamanca, che invece appare più in secondo piano - si rivelano essere parimenti funzionanti anche per chi di “Breaking bad” non ha mai sentito parlare (solo alcuni brevissimi momenti sono inseriti per stuzzicare le menti dei fan più audaci: il riferimento alla vacanza in Belize, il racconto di Saul che porta a letto una donna spacciandosi per Kevin Costner, etc.). Se il tocco visivo resta un marchio di fabbrica riconoscibile e pressoché invariato - complici la medesima ambientazione (Albuquerque); i campi larghi nel deserto; l’uso sistematicamente pulito della m.d.p. - la vera sorpresa risiede nei multiformi modi fusi senza forzatura nella sceneggiatura che, nonostante l’apparente confezione a mo’ di dark comedy (non si può non citare la scena in cui un ancora poco esperto Saul dissuade un narcos sudamericano dall’uccidere due suoi clienti, convincendolo del fatto che spezzare una gamba cadauno sia una punizione proporzionata al danno arrecato), fornisce dimensioni psicologiche dettagliatamente ragionate spostando l’attenzione e l’intrattenimento in questa direzione e non soffrendo della mancanza dell’elemento ritmico/spettacolare su cui invece verteva maggiormente la serie originaria - contribuisce non poco a dare toni inquietanti all’atmosfera il personaggio di Chuck, fratello del protagonista, diventato completamente repellente all’ambiente esterno e ad ogni sorta d’oggetto elettronico, fonte luminosa, etc. -.
Vince Gilligan, così come Dio creò la donna dalla costola di Adamo, da una costola di “Breaking bad” ha creato qualcosa di simile ed anche lui, con ogni probabilità, si è migliorato. Antonio Romagnoli