Serie Tv: recensione "Top of the lake"

Creato il 23 agosto 2014 da Giuseppe Armellini
Ebbene sì, finalmente una serie.
(dico finalmente per quei lettori che spesso me l'hanno chieste)
Ne ho commentate pochissime in questi 5 anni in effetti, forse non arrivo a una all'anno.
Ci sono tanti motivi ma in generale ho paura di diventare un serial addicted.
E non voglio.
Perchè ho paura di rubare troppo spazio e tempo al mio amato cinema.
Però faccio eccezione con quelle serie corte e, se possibile, autoconclusive.
E così su questi schermi (grazie al canale dedicato Sky) arriveranno nei prossimi mesi anche:
The Leftovers
True Detective
Les Revenants
(forse) Carnivale
più altre 3,4 che mi sono state consigliate
Qyesta, Top of the lake, l'ho vista tutta di fila, dalle 11 di sera alle 5 di mattina, 6 puntate da un'ora.
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molti spoiler
O.k, non ho letto rece in giro ma credo sia impossibile che in ognuna di esse non siano apparse queste due parole:
Twin Peaks.
Quindi io le tolgo subito di mezzo dicendo che sì, c'è tanto della serie capolavoro di Lynch. Anche se, a parte il livello inferiore, manca tutta l'oniricità e la trascendenza di quella storica e impareggiabile serie.
Qui si parla di uomini e dello schifo che possono raggiungere.
SOltanto di questo.
In una magnifica zona della Nuova Zelanda, un luogo favoloso di pianure, radure, colline e montagne intorno a un fantastico e gigantesco lago, Tui, una bambina di 12 anni entra nel freddissimo lago.
Viene "salvata".
E' incinta.
Ha 12 anni.
Il giorno dopo scompare.
Ad indagare sul caso una giovanissima detective, Robin, tornata dopo 15 anni in quella comunità dove era cresciuta e da cui, dopo una tremenda violenza sessuale, era poi fuggita.
Il caso la tocca troppo da vicino, l'empatia con la piccola Tui è incredibile (grandissima la scena del pianto davanti al video di Tui che balla e canta). Salvare lei vuol dire forse salvare anche sè stessa.
La comunità, in teoria guidata dalle istituzioni, ha in realtà in Matt, persona squallidissima capace di uccidere sia uomini che animali senza la minima remora, il proprio leader "emotivo".
E non solo emotivo visto che in realtà qualsiasi abitante sembra o imparentato con lo stesso Matt o dipendere in qualche modo dai suoi loschi affari, che sia come dipendente o come "cliente".
Anche Tui è figlia di Matt.
E non solo lei..
Non solo lei.
Prima di tutto impossibile non restare estasiati dalle location. Radure sconfinate, dolci colline, boschi, fiumi, montagne, tutto intorno a Lui, il mastodontico lago che fa da sfondo ad ogni vicenda.
Il cast è d'eccellenza, lo strepitoso Peter Mullan (qui visto più e più volte, recentemente in Tyrannosaurus) è quello che con il suo personaggio regge quasi l'intero film. Cattivo, incapace di provare la minima emozione (se non per la madre), pazzo, carismatico, un uomo di cui tutti hanno paura, comprese le istituzioni.
E da cui tutti dipendono.
E poi c'è Elisabeth Moss, la protagonista, bravissima. Anche se ha sempre un mezzo sorriso stampato in faccia, persino nelle situazioni più difficili. Ma il suo personaggio, quello di una detective cazzutissima ma enormemente fragile dentro, è davvero riuscito.
Poi Holly Hunter, la protagonista dell'indimenticabile Lezioni di piano, qui in versione praticamente asessuata nella figura di una specie di guru new age che "protegge" le donne vittime degli uomini.
Ma del resto, per restare a Lezioni di Piano, alla regia c'è Jane Campion...
L'atmosfera è ottima, quella densa, impenetrabile, sordida e minacciosa delle piccole comunità dove ognuno sembra avere qualcosa di strano e perverso da nascondere e dove ogni segreto resta per sempre tale.
Cosa è successo a Tui?
Chi l'ha messa incinta?
E' morta o si sta nascondendo da qualche parte?
Robin indaga a fondo e più indaga più inizia a far conto con il suo passato.
Top of the Lake difficilmente cerca il colpo di scena, gli stessi episodi non finiscono quasi mai in cliffhanger. Sembra più un lungo film (alla Gone baby gone se vogliamo un paragone azzardato) diviso in episodi.
Molto asciutto, essenziale, con pochissime scene madri o tentativi di stupire lo spettatore, TOTL ha il suo punto di forza nei personaggi e nei segreti che si portano dietro.
C'è qualcosa di sbagliato in quella comunità, profondamente sbagliato.
E tutti sembrano coinvolti, anche chi magari, in effetti, non lo è.
Bellissime alcune scene anche perchè la serie ha una grandissima fotografia che restituisce tutta la bellezza di quei luoghi.
Purtroppo non mancano i difetti.
Il più evidente a mio parere sta nella comunità hippie.
Ma a cosa serve alla fine? come si unisce a tutto il resto?
A me pare che tutte le vicende che sono ambientate là servano solo per permettere al personaggio di GJ, il "guru", di poter dare (e dire) la propria visione su tutti gli aspetti più importanti della vita: l'amore, il dolore, la gioia, la pietà, la morte, la vita stessa. Credo che quel personaggio sia un alter ego (gli somiglia anche fisicamente) della stessa Campion. Ma in fase di sceneggiatura tutte quelle vicende sembrano non aver senso, quel Paradise diventa una specie di refugium peccatorum dove prima o poi tutti fanno una capatina, da Tui (all'inizio), a Robin, allo stesso Matt in una delle parti più incomprensibili del film (quando va ad abbordare una delle donne e ci passa poi la notte. Perchè?).
Ma son tante le vicende che nascono e muoiono lì, la donna dei 7 minuti, Matt che si fustiga davanti alla tomba, le innumerevoli scene (soft) di sesso tra Robin e Johno, la ragazza portata dal padre al Paradise, tutte sequenze praticamente inutili, o quasi, alla trama.
Poi finalmente si viene a sapere cosa è successo a Tui.
E la serie, già molto buona di per sè, acquista molto negli ultimi due episodi.
Quei bambini che attraversano il lago per festeggiare un compleanno, quella comunità nella comunità che si nasconde per proteggersi dallo schifo che ha intorno, l'ho trovato magnifico.
E quei pianti di neonato, quel fagottino che malgrado tutto riesce a venir fuori regala emozioni intensissime come a dire che la vita, per quanta merda ti possa tirare addosso, poi riesce sempre a regalare meraviglie e gioie che sconfiggono tutto.
Anche quando, nel finale di stagione, si viene a scoprire che lo schifo di cui sopra era ancora peggio di quello che si pensava.
Un pò lo sospettavo, ma la sorpresa arriva lo stesso.
MA forse, forse, tutto passerà.
Tui potrà finalmente essere una bambina.
Robin ha finalmente distrutto i suoi demoni.
E un neonato stringendo i pugni e piangendo con le rughe sulla fronte dirà a tutti che i miracoli esistono.
No one.
( voto 8 )

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