The Affair, la serie targata Showtime partita lo scorso 12 ottobre, è una delle novità di questo autunno, probabilmente una delle migliori. Il merito va a una regia curata, a un cast degno di nota e una scrittura intricata, accattivante, che mescola sapientemente la classica storia sentimentale fatta di bugie e tradimenti con le caratteristiche del thriller e del crime, in un alternarsi di punti di vista che confondono e stuzzicano lo spettatore. Non la solita storia di corna, non il solito caso di omicidio efferato e misterioso, ma una combinazione di elementi dell’uno e l’altro genere, intriganti e coinvolgenti, che danno vita a una delle offerte più promettenti della stagione televisiva.
Siamo negli Hamptons, non quelli fighi e glamour di Revenge o Gossip Girl, ma precisamente nella cittadina pacifica e tranquilla di Montauk: oceano, pescherecci, tanta natura incontaminata e le ville dei ricchi intellettuali, il paradiso delle bio-farm e del vivere sano. Questa è l’idilliaca meta turistica di Noah, insegnante newyorkese che ha da poco pubblicato il suo primo romanzo ottenendo un certo successo, e la sua famiglia, diretti verso la casa dei ricchi genitori della moglie Helen. Sembra essere la solita estate, ma ben presto Noah conoscerà Alison, una cameriera del luogo che sta tentando di tenere in piedi il suo matrimonio e andare avanti con la sua vita dopo la tragica morte del figlioletto. Tra i due scatta una scintilla che li porterà a cercarsi e a spingersi fino in fondo nel loro gioco di attrazione che li condurrà a tradire i rispettivi partner. Ma la loro sembra essere molto di più di una storiella estiva: qualcosa è successo a Montauk, qualcosa di grave e oscuro in cui i due amanti sono coinvolti. Spetta al detective incaricato delle indagini ascoltare la versione dell’uno e dell’altro e mettere insieme i pezzi. Cosa sarà accaduto davvero in questa calda estate?
Nonostante il titolo The Affair induca a pensare a una storia di tradimenti, che in effetti c’è ed è l’evento centrale da cui si dipana l’intera trama, il concetto chiave della serie è come la verità dimostri di avere molte più facce, tante quante sono le persone a raccontarla. Ogni episodio ci viene narrato dal punto di vista di Noah prima e Alison poi, ed è incredibile osservare come la realtà – anche i piccoli dettagli come il modo in cui è vestita lei o l’ordine in cui sono seduti i figli di lui nella scena alla tavola calda del pilot – si trasformi attraverso il racconto e la parole dei due protagonisti, entrambi sempre al centro dell’azione, ma capaci di reinventare la stessa storia mostrando angolature che l’uno e l’altro nascondono, se intenzionalmente o meno saremo noi spettatori a deciderlo. Se in un primo momento Noah appare un ingenuo professore con il sogno americano in tasca che viene attratto dalla conturbante cameriera, con la versione di Alison la situazione si ribalta e assistiamo a una donna molto sola che si lascia andare in un flirt con un uomo in piena crisi di mezza età e in cerca di un brivido che lo scuota e confermi la sua virilità frustrata da un matrimonio in cui lui appare come l’anello debole. E la domanda che ci faremo alla fine di ogni episodio sarà: chi dice il vero e chi il falso?
Nello sviscerare la loro storia di fronte a un’autorità, particolare che richiama alla memoria True Detective, ciò che colpisce è che le due storie non sono complementari come per i protagonisti della serie di HBO, ma le due versioni presentano molteplici contraddizioni, gettando l’ombra del dubbio su tutto ciò a cui assistiamo. L’atmosfera si fa vaga e confusa di minuto in minuto mentre procediamo nella visione e ci chiederemo continuamente se ogni dialogo sia andato davvero così o se gli eventi si siano susseguiti realmente nello stesso modo in cui vengono raccontati. Persino il motivo per cui i due amanti siamo interrogati dalla polizia (sicuramente un fatto di sangue) è accuratamente tenuto all’oscuro e farsi avanti in una storia sempre più torbida accresce il senso di intrigo e di inquietudine nello spettatore, insieme al desiderio di volerne sapere ancora di più e cogliere più indizi possibili per cercare di risolvere il mistero.
Se il mettere in forse la realtà oggettiva si rivela l’espediente chiave per sorprendere lo spettatore e tenere alta la tensione, la tresca tra i due protagonisti stuzzica l’attenzione e il latente voyeurismo del pubblico, curioso di sapere fino a che punto i due amanti si spingeranno e se verranno scoperti dai rispettivi coniugi. Tra i due traditori, interpretati da Ruth Wilson (Luther) e Dominic West (The Wire), c’è un’ottima alchimia ed entrambi appaiono perfettamente calati nella parte, anche se, al momento, la Wilson risulta molto più convincente nell’interpretare una donna distrutta dal dolore e in cerca di qualcosa di diverso, moralmente discutibile, segretamente eccitante, che la aiuti a scappare da una vita che è come una ferita mai rimarginata e che non accenna a voler andare avanti. Dei loro comprimari – Joshua Jackson (Dawson’s Creek e Fringe, se ci fosse bisogno di presentarvelo) nei panni del marito cowboy Cole e Maura Tierney (E.R.) nel ruolo della moglie ricca e maniaca del controllo Helen – si può dire ancora poco, relegati come sono a comparse quasi sempre disturbanti per i loro partner, ma crediamo e speriamo che il loro ruolo cresca e cambi la sua natura con il proseguire degli sviluppi nella vicenda.
The Affair è una serie ottimamente interpretata e un ancora più ottima regia, studiata nei minimi particolari, dove ogni scena e dialogo necessitano di tutta la nostra attenzione per non perdere nessun dettaglio e contraddizione che possano aiutarci a seguire il filo della vicenda; ne consegue un ritmo appositamente decelerato, con lunghe scene di significativi silenzi carichi di angoscia e tensione e una struttura pensata per dare il massimo risalto ai discorsi dei personaggi. Non è una di quelle serie con cui rilassarsi mentre vi passate lo smalto sulle unghie né da guardare dopo una giornata di lavoro che vi ha reso uno straccio, dato che l’effetto narcotizzante è dietro l’angolo, ma se guardata con il dovuto interesse basterà davvero poco per esserne catturati.
Il dramma familiare si colora dei toni del crime e, con i suoi dieci episodi, The Affair sembra avere tutte le carte in regola per dare vita a una stagione intensa e ricca di sorprese, capace di dosare la giusta quantità di suspense di episodio in episodio in modo che nulla trapeli troppo e il dubbio si instilli nello spettatore, sottile ma persistente. Non resta che guardare The Affair e attendere di scoprire quale direzione la serie prenderà tra le infinite strade a disposizione. Sperando sia quella buona.