Il signor Ivo Bonacina di Chiasso nel suo articolo apparso su LaRegione del 13 settembre scorso difende l’obbligatorietà del servizio militare, dichiarandosi …socialista (incredibile!). Desidero intervenire per segnalare degli errori grossolani che non favoriscono una buona informazione.
Secondo l’autore una milizia di volontari costituirebbe un “pericolo di colpo di stato come è successo e succede in tutte le parti del mondo”. Vorrei ricordare che tutti i putsch militari del ’900 di cui ho memoria (Cile 1973, Turchia 1980, ecc.) sono stati effettuati semmai proprio da eserciti organizzati secondo il principio della coscrizione forzata. La leva obbligatoria, insomma, non è affatto garanzia di democrazia! Un esercito di volontari, inoltre, equivarrebbe a “soldati che non esitano a sparare sulla propria gente”. Anche qui non ci siamo! Le uniche volte che l’esercito svizzero ha sparato, infatti, lo ha fatto rivolgendo le armi contro il suo stesso popolo: dagli operai in sciopero nel ’18 ai socialisti e comunisti ginevrini in piazza contro il fascismo nel ’32. Senza dimenticare gli odierni impieghi contro i manifestanti anti-WEF.
Il servizio militare secondo Bonacina “è soprattutto un dovere per ogni cittadino degno di essere svizzero”. Io evidentemente, come obiettore, non sono degno di essere svizzero, me ne farò una ragione e con me quel 60% di cittadini svizzeri che già oggi non completano il loro servizio militare. Il 22 settembre voterò a favore dell’iniziativa “Sì all’abolizione del servizio militare obbligatorio” perché ci sono altri modi per essere utili alla collettività.