I fatti: dopo il solito anti-catartico salotto tv domenicale condito di aspiranti e trapassati VIP politici, di commentatori di professione, di servizi giornalistici montati per fare un baffo a nessuno, di anime in pena, Massimo Giletti non sta più nella pelle e informa il pubblico che “dall’altro lato dello studio è arrivato Silvio Berlusconi!”. Con passo da felino consapevole del suo brand-new role di re della foresta mediatica traversa lo spazio che giustifica la distanza fisica e raggiunge l’ex-Premier. Convenevoli di rito. Breve pubblicità. Ritorno in studio. Giletti comunica che il terzo protagonista dell’epocale intervista sarà Massimo Franco del Corriere della Sera (nda: serve sempre, infatti, la presenza di un giornalista di un giornale-che-conta per dare autorevolezza ad un “momento” che altrimenti non l’avrebbe!)., e poi pone la prima domanda a Berlusconi.
Naturalmente, lo “sventurato”.. ha prontamente risposto. Altroché se ha risposto! Anzi, al suo solito ha cominciato a sviscerare numeri, a difendere le sue ragioni politiche (et non), a prendersela col Monti-bersanico e ha continuato a farlo in maniera prolissa per tutto il tempo. Prolisso per prolisso Giletti ha tentato di fermarlo con interventi lunghi come un treno giapponese in corsa (da Tokio a Nagasaki insomma!) e ad un certo punto ha pure tentato di portare il recalcitrante Franco nella conversazione. Interrompendo l’ospite in studio. Mai l’avesse fatto! Berlusconi si è alzato infuriato e ha minacciato per circa 5 volte di andarsene.
Pallido come un cencio Giletti ha tentato di fermarlo, tremolando gli ha ricordato che stare nel suo programma non era come stare da Barbara D’Urso (nda: personalmente aggiungerei che non era neppure come stare con Bob Woodward e Carl Bernstein, ma tant’è!), che non era come stare a “casa sua”, ma poi si è taciuto e ha lasciato fare. Dopo un lungo momento nel quale, mentre Berlusconi esternava, noi tutti cercavamo di comprendere se vi era ancora vita su Marte.. pardon, se vi era ancora battito del cuore nel conduttore, un qualsiasi segno di vita, Giletti ha cominciato a riprendere un dato tono-epidermico… un dato colore…. Il tanto bastante per scodinzolare di nuovo e rifare felice il regale invitato. Costui a quel punto si è calmato a sua volta e ha accolto l’invito a rilassarsi raccontando un suo recente, orribile sogno che vedeva Monti al Governo, Ingroia alla Giustizia, Di Pietro alla Cultura e Fini nelle fogne. Il tutto prima dell’annuncio degli annunci: “Andrò da Santoro perché Travaglio mi è simpatico!”.
Servizio Pubblico dell’altro mondo: in tutti i sensi!
(1) Nello specifico il termine ha significato di natura filosofica e tutto-mio, più o meno significa che non saprei come cappero definire lo stile del conduttore.
Featured image screenshot da Domenica In via Corriere.Tv.
Tagged as: casi umani, domenica in, Giornalismo online, marco travaglio, massimo giletti, opinioni online, Rina Brundu, Rosebud - Giornalismo online, Satira, satira giornalistica, satira politica, servizio pubblico, silvio berlusconi
Categorised in: 787, Rina Brundu, Tutti gli articoli, Varie