Nella copertina, ad aprire l'intervento, la canzona di Jannacci e Rossi "i soliti accordi": nel Pd sono confluiti i reduci di due naufragi, ha spiegato Santoro, più simili a gattobardi che ai democratici americani, gente che tutto cambia affinché nulla cambi.
Gente che ha bloccato il rinnovamento e il confronto nel partito e che ora vogliono decidere del futuro del paese e del nuovo presidente assieme a Berlusconi.
"Noi non dovevamo fare la trasmissione con B. per il bene del paese e loro vogliono fare l'accordo?"
Perché loro, gha continuato, vivono con Berlusconi: nei paesi normali quando c'è uno sconvolgimento, le istituzioni rispondono.
Grillo qui fa la figura dello statista perché decide di fare un nome che può essere sposato da un fronte più ampio, ha concluso Santoro, che però alla fine ha dato l'ultima bacchettata al comico-politico: "Grillo capirà l'importanza della critica". Nell'attesa della sua presenza a Servizio pubblico, mentre viene accolto dal TG1.
Bertazzoni e il polso delle elezioni per il Quirinale.
Da una parte gli eletti PD, dall'altra gli elettori: "traditori", "che cosa ci guadagna B.? Perché non ce lo domandiamo?"
E' un momento drammatico: la riflessione in studio è stata portata avanti dal filosofo Cacciari, Gino Strada, la giornalista Lucia Annunziata e Gian Antonio Stella e Elisabetta Gualmini, presidente dell'Istituto Cattaneo.
Gino Strada, quirinabile , ma solo per il M5S, ha parlato dei progetti emergency in Italia, per dare assistenza a quanti qui in Italia non si possono permettere di pagare il ticket.
2500 posti di lavoro persi.
600 nuovi poveri.
15% la popolazione che non ha accesso alla sanità pubblica.
I tatticismi, le schede bianche cosa c'entrano coi problemi del paese? Perché non si vota Rodotà, perché è onesto?
Non c'è nella maggioranza dei politici la volontà del cambiamento.
Cacciari ha parlato del PD, il partito mai nato e del suo segretario: ci giochiamo il futuro del paese. La soluzione proposta da Cacciari è quella di votare ora Rodotà, una scelta naturale (diversamente da D'Alema, Amato,..) che Bersani doveva proporre già da prima per il governo.
Lucia Annunziata, che non ha voluto fare da difensore di Bersani e della sua linea ha esposto il problema parlando del timore, da parte del segretario, di uno scontro tra Ds e Margherita, D'Alema e Prodi.
Scontro che potrebbe esplodere se ci fosse questo spostamento a sinistra con la scelta di Rodotà, e dunque si è preferito ripiegare su Marini.
Anche Napolitano chiedeva un candidato di largo consenso, ha ricordato poi Stella. La scelta di Marini evoca troppo la parola Casta, sebbene non sia un esponente con problemi giudiziari o altro.
Ma comunque oggi, dove la gente fa fatica a riconoscersi nella magistratura, nei partiti, rimane solo il presidente della Repubblica. E Marini non è percepito come tale.
"Fallito il metodo Ciampi" ha fatto notare poi la Gualmini, ovvero l'elezione al primo voto del presidente. Il palazzo si è rinchiuso mentre il paese va dall'altra parte: Bersani ha fatto dunque un regalo a Grillo e Berlusconi.
L'intervento di Travaglio: il naufragio della concordia della sinistra
Cacciari è ritornato sul tema del presidenzialismo, ancora più fote oggi visto che la nomina del presidente vincola la formazione del governo: Marini dava garanzie per la fomrazione di un governo dove il Pdl aveva un ruolo.
E dunque?
Secondo la Gualmini ora la scelta di rodotà rischia di spaccare il PD. Annunziata ha aggiunto che, secondo lei, il treno Rodotà è già passato.
Conviene eleggere un presidente di guerra contro Berlusconi, in un momento di crisi per il PD come questo?
Cosa rimane: Prodi, che non prenderà voti da Pdl e Scelta civica.
D'Alema, che coronerà il suo sogno.
O magari Marini, alla quarta votazione.
Oppure dobbiamo aspettarci un'altra sopresa
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