Ieri sera è andata in onda una puntata di Servizio Pubblico a tratti anche divertente, grazie allo spirito con cui il caimano si è presentato (scortato da Massimo Boldi) in trasmissione: il sorriso stampato in faccia, nessuna polemica gratuita (almeno fino al secondo intervento di Berlusconi). E Santoro è riuscito nel compito di contenerlo quando iniziava la sua litania sui comunisti, i complotti, Monti condizionato dalla sinistra, i comunisti nella corte costituzionale, al Quirinale, dappertutto (il solito deja vu). Gli ha fatto anche da spalla, come fossimo in uno show sulle sue reti.
Tutto divertente: la battute sulle scuole serali, i soldi da dare alla moglie, la sordità dovuta alla vecchiaia ...
Ma a fine serata dobbiamo ricordare una cosa: dal punto di vista dei contenuti politici la serata di ieri, valeva zero.
Ieri sera B. , anche di fronte alle immagini dei suoi ex elettori (nel bresciano, tra imprenditori in crisi), ha continuato a raccontarci una serei di frottole dietro l'altra.
I giornalisti in studio, Travaglio, Costamagna, Innocenzi han cercato di far venire fuori le incongruenze, le bugie, la falsità nelle sue ricostruzioni.
L'Imu? L'abbiamo dovuta votare per forza. Poco importa che gli articoli dei giornali, le dichiarazioni dei mesi passati raccontino un'altra storia.
Lo stato da riformare, secondo il modello arcoriano dell'unico partito, dell'unico leader che deve avere in mano la maggioranza assoluta. Per cambiare la Costituzione, l'assetto dello stato: basta Parlamento, basta iter legislativi che vanno per le lunghe (e l'indulto? e il lodo Alfano? e le leggi vergogna? ).
Ma come possiamo continuare a credere ad una persona che, con maggioranze ampie, ha governato per 8 anni negli ultimi 10 e ha portato il paese alla situazione di oggi?
Cosa ha fatto in questi anni in termini di fiscalità, abbassamento delle tasse, di visione liberale del paese, di abbassamento della spesa pubblica (come chiedeva in in video del 1994)?
Berlusconi ieri ha negato le sue colpe e le responsabilità del suo governo, nella gestione della crisi. Nel 2009, i ristoranti erano pieni, la crisi in Italia non era ancora scoppiata.
Poco importa che la frase dei ristoranti sia del 2011.
Che non sia la Bundesbank (come scritto nel libro di Vespa), ma sia stata la Deutsche Bank ad aver venduto i nostri titoli di stato nell'estate del 2011:
"Non è stata la Bundesbank - ammette l'errore Berlusconi - ma la Deutsche Bank che ordinò di vendere tutti i titoli italiani, greci e spagnoli. Se ieri ho detto altro - aggiunge - può essere che mi sono sbagliato. La Bundesbank non c'entra niente. Avrò avuto un lapsus, data l'età può succedere"
Non importano le dichiarazioni di inizio 2012 dove B. e il PDL parlava di un Monti in continuità con la nostra politica, che poteva essere il nostro candidato.
Il sogno, l'illusione delle favole continuano ancora oggi, nonostante il debito, il bunga bunga, la crisi (negata fino all'inverosimile), l'immagine che si era data all'Italia all'estero, l'assenza di una visione industriale ed economica (lo scudo fiscale, la gestione del caso Alitalia, la crisi in Sardegna).
Poco importa che dietro Berlusconi, incandidabile egli stesso, ci sia una marea di altri impresentabili. I Dell'Utri e i Cosentino.
Gli uomini delle cricche.
Li sentivo oggi sul treno, i commenti dei berlusconiani: essi ancora vivono intorno a noi.
Berlusconi un grande ..Berlusconi ha zittito Travaglio .. Berlusconi che memoria ...
Avrà ancora un peso quest'uomo, alle prossime elezioni, non dimentichiamocelo. Nonostante le balle elettorali che racconta dopo tutti questi mesi.
Una sola volta ha detto una cosa vera: parlando della crisi (che non c'era) ad un certo punto ha detto "avevo i conti delle mie aziende ed erano in attivo".
Cioè la crisi è arrivata per Berlusconi solo quando le sue aziende, nell'estate autunno 2011 hanno avuto un calo nella raccolta pubblicitaria.
Come al solito, ha mischiato cosa pubblica e cosa privata.
Anche io ieri sera ho riso. Già questa mattina mi passava la voglia.
Qui i video della puntata.
L'intervento di Travaglio (gli autocomplotti).
I compagni di merende di B.
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