Il premier croato, Zoran Milanovic, il quale ha cancellato la sua partecipazione alla riunione bilaterale dei capi di governo dell'Europa centrale e sudorientale con il premier cinese Li Keqiang, fissato per questo mese a Belgrado, ha dichiarato di aspettarsi che le autorita' serbe rispettino i loro obblighi e restituiscano l'imputato per crimini di guerra Vojislav Seselj all'Aja. Milanovic ha aggiunto che il suo desiderio, tutto il tempo, era quello di sentire Belgrado distanziarsi dalla retorica di odio costantemente diffusa da Seselj sin dal suo rilascio in liberta' provvisoria. “Non c'era bisogno di mostrare questi muscoli inesistenti” ha detto il premier croato precisando di aver soltanto voluto che la gente in Serbia prenda posizione per dire che quello che Seselj dice e' un male. “E' noto a tutti quanto io personalmente e il mio esecutivo ci stiamo impegnando per il rispetto delle minoranze in Croazia, soprattutto quella piu' vasta, la minoranza serba, e mi aspetto quindi almeno un minimo di correttezza e umanita' da parte di Belgrado, ma forse mi aspetto troppo” ha detto Milanovic.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 7 dicembre a Radio RadicaleRicordiamo che il Parlamento croato – il Sabor, lo scorso 26 novembre ha approvato all'unanimita' una dichiarazione relativa alla decisione del Tribunale dell'Aja su Seselj in cui e' stata espressa profonda insoddisfazione per questa decisione e quindi l'invito all'ICTY di annullarla. Soltanto un giorno dopo questa risoluzione del Sabor, il PE ha approvato un risoluzione che condanna fortemente la retorica di incitamento bellico di Vojislav Seselj, che invita la Serbia di prendere le distanze da queste azioni e che l'ICTY riconsideri la sua decisione sul rilascio. “Avevo indicato gia' prima che la decisone del rilascio di Seselj era sbagliata: il suo comportamento significa sputare in faccia alla giustizia internazionale. Lo spirito di sciovinismo e di aggressione e' sempre pericoloso. Il comportamento di Seselj e' stato condannato anche a livello europeo e mi congratulo con i nostri deputati europei perche' hanno saputo reagire velocemente” ha detto il presidente croato, Ivo Josipovic aggiungendo che pare che a Belgrado non hanno capito il pericolo della politica di Seselj. Josipovic ha precisato che non vi e' nessun revanscismo da parte della Croazia ma che Belgrado dovra' adempiere i criteri di adesione all'Ue proprio cosi' come anche la Croazia aveva dovuto farlo.
“Brammertz si e' svegliato”, cosi' il titolo del quotidiano croato di Fiume 'Novi list' il quale scrive che il procuratore dell'Aja, Serge Brammertz ha concluso che Seselj con il suo comportamento al ritorno in Serbia ha “sepolto” i motivi per cui e' stato rilasciato. Il giornale prosegue che la richiesta da parte della procura sul ritorno di Seselj all'Aja non e' stata aspettata soprattutto per il fatto che lo stesso Brammertz, recentemente, durante la sua ultima visita nella regione, affermava che la procura non avrebbe fatto nessun appello alla decisione del Tribunale giustificando una tale posizione paradossale con l'affermazione che la procura, presumibilmente, non aveva accesso alla documentazione medica. Ma pare che Brammertz, qualora si tratti di una decisione autonoma oppure sollecitata, abbia capito che le cose con Seselj sono andate troppo lontano e che in questo caso si compromette la credibilita' della procura dell'Aja e dell'ICTY in generale. Per questo sara' sicuramente interessante vedere quale sara' la decisione del consiglio di Antonetti anche se il danno, ovviamente, e' gia' stato fatto. Infatti, la decisione scandalosa, assurda e scioccante sul rilascio di Seselj dal carcere dell'Aja ha di gia' indietreggiato le relazioni nella regione, conclude il commento di 'Novi list' fiumano.
“Ho detto personalmente che la politica di Seselj appartiene al passato” con queste parole ha risposto pero' il ministro degli esteri della Serbia, Ivica Dacic martedi' davanti ai membri della Commissione esteri del PE a Bruxelles. Il capo della diplomazia serba ha rigettato le critiche rivolte alla Serbia di non aver reagito alle dichiarazioni di odio e belliche dell'imputato Seselj e non ha esitato di polemizzare con i parlamentari europei croati alla Commissione esteri del PE, promotori della recente risoluzione del PE nei confronti di Seselj. Alla commissione esteri si e' infatti discusso dell'avanzamento dell'Europa sudorientale verso l'ingresso nell'Ue, ed e' stato questo il vero motivo della presenza del ministro Dacic a Bruxelles. Dacic ha detto che “non possiamo sempre tornare alle posizioni della Serbia che valevano 20 anni fa”. L'obiettivo del rilascio di Seselj, secondo le parole di Dacic, e' stato quello di destabilizzare la Serbia e “per questo la risoluzione del PE in Serbia e' interpretata come incomprensione della situazione”. Dacic ha aggiunto che la Serbia e la Croazia devono risolvere i problemi bilateralmente e si e' detto rammaricato che e' stata cancellata la sua visita in Croazia. Il primo a rispondergli e' stato Andrej Plankovic, promotore della risoluzione del PE, vicepresidente della Commissione esteri del PE. Plenkovic ha osservato che Dacic ha detto che l'Ue e' molto popolare in Serbia. L'eurodeputato croato ha rilevato di sperare che lo siano anche i valori europei. Un altro, ativissimo MEP croato, Tonino Picula ha detto che il PE con la sua risoluzione ha compiuto il lavoro che doveva essere fatto in Serbia. “Invece di un pubblico distanziamento chiaro, voi avete tenuto lezioni ai vicini e avete invocato la chiusura dell'ICTY” ha detto Picula.
Dal momento in cui e' rientrato a Belgrado, Seselj con le sue dichiarazioni danneggia nuovamente le relazioni tra Serbia e Croazia. La procura dell'Aja per questo chiede il suo ritorno a Sheveningen e questo caso e' diventato un problema politico, cosi' la Deutsche Welle tedesca e aggiunge che Brammertz ritiene che Seselj abbia ingannato il tribunale con le affermazioni sulla mala salute. La DW precisa inoltre che il presidente e il premier della Serbia probabilmente speravano in segreto che il loro ex leader politico, padrino e collaboratore non sarebbe mai uscito dall'Aja. Tutt'al piu' Belgrado non ha mai dato chiari garanzie su Seselj in liberta' condizionata, senza le quali finora non e' stato possibile il rilascio temporaneo degli imputati dal carcere di Sheveningen. Secondo la DW, non ci sono sincerita' da nessuna parte, incertezze e imprecisazioni e soprattutto le responsabilita' vengono respinte dagli uni agli altri, poiche' il ruolo di Belgrado e' rimasto completamente non chiaro e Seselj e' stato rilasciato. L'unico ad essere sempre chiaro e' Seselj, e' dell'opinione il media tedesco e sin dal momento in cui ha messo piede all'aeroporto di Belgrado minaccia con le sue dichiarazioni le relazioni croato-serbe.
Il 'Der Standard' austriaco scrive in un articolo sotto il titolo: “il gioco pericoloso di Vucic e il ritorno di Seselj” che il governo serbo con la teoria del complotto contro l'Occidente aiuta Seselj sul piano politico interno. Il giornale osserva che il governo serbo composto dagli ex membri dell'ultranazionalista Partito Radicale Serbo fondato da Seselj, innanzitutto il premier Aleksandar Vucic e il presidente Tomislav Nikolic finora hanno evitato di condannare fermamente gli interventi di Seselj pieni di odio e la sua retorica bellica. 'Der Standard' afferma che e' evidente perche' l'esecutivo serbo sta difendendo Seselj. In molti punti le posizioni del governo serbo sono simili a quelle di Seselj, entrambi insistono sulla politica “il Kosovo e' Serbia” e si impegnano per un maggiore avvicinamento della Serbia alla Russia con una piccola differenza – il governo serbo al tempo stesso vuole entrare anche nell'Ue, cosa che da Seselj e' rifiutata. Sia a lui che a loro la diffusione della teoria sul complotto e sfiducia verso l'Occidente fa parte del programma politico.Ma il giornale austriaco conclude che con il ritorno di uno degli architetti delle guerre balcaniche, la Serbia ha ricevuto una occasione storica per affrontare il recente passato. Per questo ci vuole coraggio politico e una direzione politica dalla quale alla fine puo' emergere una Serbia moderna. Ma l'ultimissimo comportamento di Vucic dimostra che non vi e' ne' coraggio ne' forza politica di portare la Serbia su questa via oppure semplicemente non ha un piano come dovrebbe essere la Serbia moderna. Una direzione di politica estera poco chiara e al tempo stesso la sfiducia del premier verso l'Occidente danno grande spazio politico a Seselj. Il gioco condotto da Vucic e' un gioco molto pericoloso, conclude 'Der Standard' austriaco.