Sessantacinquenne in coma dopo violente pratiche sadomaso

Creato il 20 novembre 2010 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

Proprio l’altro giorno mi sono occupato di una lite tra vicini. Un pensionato sulla sessantina d’improvviso pare che abbia dato di matto. I condomini lo descrivono come un uomo tranquillo, che non ha mai manifestato segni di ostilità. Tuttavia il 20 novembre intorno alle 19,30 si sono sentite delle urla nella tromba delle scale. I vicini allarmati hanno chiamato subito la polizia, che accorsa sul posto ha trovato l’uomo in evidente stato di agitazione. L’uomo era disteso a terra nudo. In un primo momento si è pensato a una crisi nervosa. Trasportato d’urgenza in ospedale, l’uomo è stato sottoposto a una TAC che ha invece evidenziato un rammollimento cerebrale. Non ci sarebbe notizia non fosse per il fatto che la moglie del pensionato intenderebbe sporgere denuncia contro l’amministratore del palazzo, il quale proprio nei giorni scorsi, nel corso d’un’assemblea condominiale, aveva proposto di utilizzare gli appartamenti vuoti per favorire gli scambi di coppia. La donna ha dichiarato al Tg che lei non è mai stata una scambista, all’occasione un’usuraia come ogni ebrea che si rispetti.
Si è anche appreso che il pensionato sarebbe proprietario di ben sei alloggi vuoti nel condominio dove ha accusato il malore. Secondo la moglie il marito si sarebbe sentito male perché anch’esso ebreo non poteva tollerare di dar via gli alloggi agli scambisti ad un prezzo simbolico. Secondo alcune vociferazioni il sessantacinquenne prima del malore sarebbe stato sottoposto a pratiche sessuali sadomaso da tre giovani ventenni, scambiste e sadomasochiste, che avrebbero abusato dell’uomo.
Il sessantacinquenne pensionato si trova adesso in rianimazione. E’ stato purtroppo necessario provvedere alla castrazione chirurgica: l’organo sessuale pare fosse in condizioni pietose. Tuttavia non è questo a preoccupare l’equipe medica che ha in cura il povero pensionato. Il professor Girolamo Savonarola ha spiegato che il cervello è cortocircuitato, per cui quand’anche il paziente si riprendesse si troverebbe a vivere in uno stato vegetativo totale, proprio come un finocchio.


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