Qualche tempo fa la scoperta della squallida lap dance diurna a Maelbeek. Ieri mattina, invece, mentre arrancavo assonnata sui 55 gradini (li ho contati!) che mi tocca percorrere quotidianamente perché la scala mobile non funziona, ho avuto una visione che mi ha riportata agli anni Ottanta: una siringa!
Insomma, nella metro Arts-Loi, tra un'ambasciata e un consolato, ci sono i drogati! In effetti la sera incrocio gruppi di teenager molesti che si fumano le canne (sì, le canne!), ma non pensavo che dopo una certa ora ci si spingesse a tanto.
Fu perspicace mia sorella, che, venuta in visita, definì la fermata Arts-Loi come un'ottima imitazione della stazione dove era ambientato il famoso "Noi, ragazzi dello Zoo di Berlino".
Così i gloriosi film mentali che alimentano il mio passo verso l'ufficio devono scontrarsi con i nudi muri di cemento in attesa di rivestimento, le impalcature, i pannelli di compensato e gli attrezzi abbandonati ovunque, con uno sfondo olfattivo di piscio stantio. Mentre il clash tra lo scintillio delle istituzioni e le fondamenta marce è troppo evidente per non indurre alla riflessione.
A questo punto ci andrebbe una colonna sonora dura e sporca, rock, per dare almeno un tocco pittoresco e maledetto alla scena. E invece quello che la radio interna della metropolitana propina è una collezione di musica pop italiana (ma perché?!) da far rizzare i capelli, che spazia da Tiziano Ferro a Laura Pausini, con punte di allegria su Toto Cutugno.