«Sessualità deviata e traumatica per le vittime» Finisce in carcere l'utopia della Scuola in barca

Creato il 23 marzo 2013 da Pedagogika2
Articolo di STEFANO MONTEFIORIhttp://www.corriere.it/esteri/13_marzo_23/francia-ecole-bateau-kameneff_82de13f0-93e1-11e2-8b46-37cbdff83c98.shtml
Oggi sembra che la parola d'ordine sia pedofilia, pornografia, devianza sessuale. Userò quest'articolo di giornale per mostrarvi come agisce un pedofilo.
PARIGI – Sui velieri «Paladin» e poi «Karrek Ven» decine di bambini e adolescenti francesi hanno imparato letteratura e matematica, cucina e bricolage, come armare un albero e navigare nel Mediterraneo e nell’Oceano. L’«École en bateau», la scuola in barca, è stata una delle più classiche utopie degli anni Settanta: i genitori lasciavano che i loro figli tra i 10 e i 15 anni trascorressero un anno – in qualche caso di più - in mare, lontano dalle costrizioni della scuola tradizionale, sicuri che sarebbe stata un’esperienza formativa, di libertà, conoscenza vera del mondo e rottura con le anguste prospettive della società borghese. 
Come pedagogista posso affermare che un progetto simile è molto entusiasmante ed è assimilabile ad altri progetti che oggi si propongono di costruire una scuola aperta, fondata sui principi di libertà dell'educando, creatività e scuola fondata sugli interessi e le motivazioni dei ragazzi. Quindi "teoricamente" un progetto interessante.
A occuparsi della loro educazione alternativa c’era Léonide Kameneff, psicologo infantile dalla personalità magnetica, figlio di una restauratrice della Borgogna e di un russo bianco riparato in Francia dopo la Rivoluzione d’Ottobre, fondatore di metodo scolastico affascinante e apparentemente in linea con lo spirito libertario del tempo. Giovedì scorso Kameneff, ormai 76enne, perenne sorriso dolce e distante, è stato condannato dalla Corte di Assise di Parigi a 12 anni di carcere per violenza sessuale, tentata violenza e aggressione sessuale consumate durante più di vent’anni. Nel corso delle lunghe e avventurose «Spedizioni Jules Verne», lui e i suoi assistenti abusavano dei bambini che le famiglie avevano affidato loro. Ecco un ritratto tipico del pedofilo: egli è affascinante, ha una personalità magnetica, Léonide Kameneffha il vantaggio di essere uno psicologo infantile e quindi ha facilità nel conquistare la stima della società tutta e delle famiglie, e sopratutto questo gli consente di avviccinare facilmente le sue prede: i bambini e d i ragazzi e. di conquistare la loro stima ed ammirazione. Molti pedofili si inseriscono in mondi lavorativi dove è facile avvicinare bambini e minori in genere di sesso sia maschile che femminile. Inoltre di solito hanno modi gentili e garbati e, non è difficile per loro conquistare la fiducia degli adulti che a lui non solo si rivolgono ma che poi gli affidano i loro figli, nipoti.
Il processo si è concluso decenni dopo i fatti perché Kameneff si è a lungo nascosto navigando in tutto il mondo a bordo del suo veliero, prima di essere arrestato nel 2008 in Venezuela. Lui e il suo avvocato, Yann Choucq, hanno cercato di trasformare le udienze in una sorta di rievocazione dell’atmosfera permissiva di quegli anni, quando la pedofilia non era diventata un’emergenza sociale e mediatica e il clima culturale dell’epoca incoraggiava, semmai, a rispettare e assecondare la sessualità dei bambini. Sul veliero si viveva nudi. «Ma bisogna calarsi nel contesto, tutti stavano nudi sulle barche all’epoca, adulti e bambini», ha detto Kameneff durante il processo.
Un altro stratagemma in questo caso  Kameneff rievoca un periodo storico dove c'era un certo permissivismo  e dice con il suo avvocato che la pedofilia non era un'emergenza sociale. Non è proprio così infatti dire che bisogna assecondare, rispettare e incoraggiare la libertà dei bambini era ieri come oggi dire che certe cose ai bambini non occorre nasconderle poichè, come ha insegnato la psicoanalisi i bambini hanno una certa idea della loro ed altrui sessualità e certi racconti come quelli delle api o delle cicogne creavano nelle menti infantili solo distorsione e confusione e, non pochi danni psichici ma questo non ha mai voluto dire che un adulto può toccare o fare sesso con un minore. Semmai si parlava e si parla di "sessualità" (di solito non agita) tra bambini o tra ragazzi. Il pedofilo in questione come molti altri oggi utilizzano la giustificazione storica e psicologica a loro beneficio, inoltre la pedofilia non era un emergenza perchè il fenomeno era meno raccontato, proprio a causa di un retaggio culturale per cui tutto ciò che riguardava la sessualità era tabù, la libertà di oggi che permette di parlarne ha permesso la denuncia del fenomeno che è sempre esistito dai greci in poi (non era un "usanza" come dicono i pedofili per giustificarsi ma era un atto di supremazia era, pederastia, appunto!)
Del resto, sul Petit Voyageur, la rivista dell’associazione destinata a promuovere e spiegare le attività dell’«École en bateau», i genitori vedevano le foto dei loro bambini senza vestiti sotto il sole, mentre mettevano in ordine il ponte o aiutavano a issare le vele. Capitava che i bambini si accarezzassero ma Kameneff aveva spiegato nel suo libro-manifesto La scuola senza lavagna che «il bambino ha gli stessi diritti e doveri degli adulti, tra i quali quello di vivere la sua sessualità come preferisce».
Ecco la "frase-stratagemma" usata da pedofilo.
«il bambino ha gli stessi diritti e doveri degli adulti, tra i quali quello di vivere la sua sessualità come preferisce», il pedofilo dimentica di aggiungere "tra minori, consenzienti e non tra un adulto ed un minore"Per fortuna esiste una Convenzione Internazionale dei Diritti dei Minori che sancisce questo diritto ma lo specifica. Questa frase, anche nel nostro paese è utilizzata da "intellettuali, politici e altri " che cercano di declassare la pedofilia ad un reato minore.
Una decina di adulti, oggi tra i 33 e i 46 anni, hanno raccontato in tribunale che Léonide qualche volta si univa ai giochi e alle carezze durante il giorno, e spesso andava a trovare i bambini nei loro letti, di notte, dicendo loro «Se ti faccio stare bene, è perché non ti faccio niente di male». E i bambini, in molti casi neppure entrati nella pubertà, non osavano deludere il loro maestro e papà provvisorio.
Il pedofilo cerca in modo gentile di far fare al minore ciò che lui desidera, alludendo al fatto che se c'è piacere non c'è niente di male, sono pochi i bambini che riescono a dire no, proprio per non deludere la persona che stimano tanto e, per la quale provano affetto.
Al termine di un processo drammatico durato tre settimane, è arrivata la sentenza di condanna, che ha respinto il tentativo di Kameneff di diluire la gravità dei suoi atti nel generale clima post-68: «L’imputato si è reso responsabile di un condizionamento simile a quello di una setta nei confronti di bambini particolarmente vulnerabili, una forma di dominio psicologico usato per soddisfare le sue pulsioni sessuali». Nessuna attenuante per «un’epoca che si pretende permissiva», il punto è «una sessualità deviata e profondamente traumatica per le vittime». Secondo il racconto di Le Monde, l’avvocato di parte civile Eric Morain ha rievocato uno dei momenti più angosciosi dell’«École en bateau», quello del ritorno a casa, l’abbraccio con i genitori all’aeroporto di Orly: «Il bambino appare sulla scaletta dell’aereo, è il figliol prodigo. Mamma e papà, che non lo vedono da 10 mesi, lo aspettano in basso. Sono fieri del loro bambino. La mamma chiede “allora, com’è andata?”. E che cosa volete che risponda il bambino? Che racconti di come è stato violentato? Come potrebbe deludere la felicità e le aspettative dei suoi genitori? E quindi parla di conchiglie, sole, mare e vento».
Già il bambino che torna a casa non vuole dispiacere a nessuno e racconta solo le parti piacevoli del viaggio, non solo spesso si crea una fantasia alternativa per dimenticare e per non chiedersi perchè chi lo doveva proteggere, invece ne ha abusato e perchè i genitori non si sono accorti di nulla?Però quel bambino avrà delle cicatrici che nessuno potrà controllare e, non è raro che cominci ad "essere diverso" da come gli altri lo ricordavano, ma spesso uno si risponde "starà crescendo!" e si va avanti. 
Ricordatevi il pedofilo non è un mostro che puoi riconoscere, non c'è l'ha scritto in faccia. Non è un orco, anzi è gentile, ben vestito, ha bei modi, di solito fa parte di quella parte della società che si occupa di educazione, tutela del minore: spesso è un avvocato, un educatore, un magistrato, un insegnante, un prete, un istruttore, un politico, un intellettuale. Di solito ha una buona cultura, è diplomato o/e laureato. Spesso è un libero professionista. Non lo riconosci, però quando certe persone sostengono certe teorie, pensieri sui minori, sulla loro sessualità, sul fatto che dovrebbero far sesso con adulti, stai attento potrebbero essere dei pedofili o comunque dei disturbati della sfera sessuale.