Tra il 1977 e il 1983 Umberto Eco già scriveva sull’Espresso e su altri giornali nazionali, discettando virtualmente di tutto. Qui sono particolarmente interessanti gli articoli giornalistici che analizzano il movimento del ’77 e dialogano con gli scritti del collettivo A/traverso e quelli di Bifo. Utili anche le analisi di Eco sul libro-totem di quel movimento, L’anti-edipo, di Deleuze e Guattari.
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A lettura ultimata devo proprio dare 5 stelle a questo volume, una raccolta non poi così famosa di Eco. Condivido con il semiologo lo stesso senso dell’umorismo e la stessa leggerezza ironica (certo, con in meno la sua sterminata cultura; ma anche con meno snobismo, specie nei confronti dei librai menomati…) e devo dire che pur con tutti i limiti delle raccolte di articoli giornalistici, questo Sette anni di desiderio è una gemma assoluta. Non c’è un pezzo che risulti datato o comunque sorpassato a distanza di 35 anni da quando gli articoli furono pensati e scritti, e meraviglia sempre l’abilità di Eco di spiegare concetti non elementari di linguistica e semiotica parlando di cose assolutamente popolari. L’articolo sulla linguistica dei puffi, in questo senso, è qualcosa da applauso in piedi, ma potrei soffermarmi su quello in onore della biblioteca di Toronto, le analisi sul terrorismo, il rapporto tra lingua e potere, le definizioni di cultura e controcultura e intellettuale, il potere di Playboy… Lettura che consiglio caldamente a tutti.