Sette metri di storia
Creato il 19 dicembre 2014 da Gaetano63
Illustrata in un unico piano sequenza la giornata del 1° luglio 1916 che segnò l’inizio della battaglia della Somme
Un fumetto di valore artistico che restituisce la brutalità della tragedia di uomini mandati al macello con cinica leggerezza dai loro capi
di Gaetano ValliniCome un film girato in un unico piano sequenza. Sette metri per raccontare, con un fumetto, un’intera giornata: quella del 1° luglio 1916, che segnò l’inizio della battaglia della Somme. È La Grande Guerra (Milano, Rizzoli Lizard, 2014, pagine 27, euro 25), l’ultima, ambiziosa fatica editoriale di Joe Sacco, fumettista e giornalista, che ha voluto così illustrare la follia in cui precipitò il mondo all’inizio del secolo scorso. Si tratta di un’opera panoramica composta da ventiquattro tavole, impaginate a fisarmonica, per un’originale narrazione delle prime dissennate fasi di una battaglia tremenda: oltre ventimila morti, diciannovemila dei quali nella prima ora, e quasi quarantamila feriti. Un graphic novel di notevole valore artistico, realizzato con un tratto raffinato e una visione attenta alla lettura complessiva della tragica vicenda, ma anche ai dettagli minimi della storia, capace di restituire tutta la brutalità di una guerra combattuta da uomini mandati al macello con incredibile e cinica leggerezza da comandanti senza scrupoli. In un bianco e nero che rende ancor più drammatica la messa in scena, l’autore racconta quasi ora per ora le fasi di quel primo giorno di battaglia nel nord della Francia: un’offensiva in grande stile lanciata dal comando britannico contro le truppe tedesche per smuovere un fronte di oltre sessanta chilometri impantanatosi a ridosso del fiume Somme. Per riuscire a contenere le dimensioni dell’illustrazione Sacco si rifà all’arte medievale, ispirandosi in particolare all’arazzo di Bayeux raffigurante, in poco meno di settanta metri, l’invasione normanna dell’Inghilterra. In particolare trascura prospettive e proporzioni, cosicché pochi centimetri dell’illustrazione possono rappresentare centinaia di metri o anche più nella realtà. Ma cercando comunque di riprodurre i dettagli nel modo più veritiero possibile.La narrazione parte dal generale Douglas Haig che, studiata ogni strategia, valutata ogni possibile mossa, impartito l’ordine fatale, passeggia davanti al comando in attesa degli eventi. Sacco mostra quindi i frenetici preparativi, le postazioni di artiglieria dietro le linee, il successivo imponente bombardamento sulle posizioni nemiche con tante bombe che però non scoppiano perché finite nel fango; e ancora l’esplosivo condotto attraverso un tunnel e fatto brillare sotto le postazioni tedesche, quindi i battaglioni di soldati che si avviano alle trincee e subito dopo saltano su dai parapetti, con la baionetta innestata nei fucili, cercando di avanzare nella “terra di nessuno”, colpiti uno via l’altro dal tiro degli uomini del Kaiser che escono dai rifugi — il bombardamento è stato inefficace — e rispondono con determinazione all’attacco a colpi di cannoni e mitragliatrici. Per arrivare alle immagini dei tanti feriti e degli uomini in ritirata e dei morti seppelliti in massa al termine di una giornata che non vede avanzare il fronte di un solo metro. Insomma, la cronaca di un’inutile carneficina. Che continuò fino al 19 novembre, quando l’offensiva sulla Somme si fermò senza aver raggiunto lo scopo. Un fallimento completo, costato la vita a oltre un milione di uomini.Tutto questo viene presentato senza parole, con la sola forza del disegno, lasciando il lettore ad assistere impotente alla tragedia che si consuma sotto i suoi occhi. E a interrogarsi sul perché. L’autore, statunitense nato a Malta, si limita a poche descrizioni, tavola per tavola, in una sorta di sommario all’inizio del volume. La ricostruzione storica di cosa fu la battaglia della Somme, e di quel primo giorno, viene affidata a un testo introduttivo di Adam Hochschild, estratto e adattato dal suo libro To End All Wars: A Story of Loyalty and Rebellion, 1914-1918, pubblicato da Houghton Mifin Harcourt nel 2011. La sfida di Sacco, già autore di apprezzati lavori sui conflitti in Medio oriente e in Bosnia, è quella di raccontare l’orrore di un’intera guerra attraverso la ferocia di una battaglia, anzi di un solo giorno di combattimenti. «Avendo concepito questa illustrazione senza l’uso di parole — spiega al riguardo — è stato impossibile fornire un contesto o aggiungere spiegazioni. Non ho avuto modo di criticare gli stati maggiori o di elogiare il sacrificio dei soldati. È stato un sollievo non doverlo fare. Ho potuto solo mostrare cos’è accaduto tra il generale e le tombe, e sperare che anche dopo un centinaio di anni il cattivo sapore non ci sia scomparso dalla bocca».Per questo La Grande Guerra di Joe Sacco è molto più di un semplice fumetto.
(©L'Osservatore Romano – 20 dicembre 2014)
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