Settembre è quel mese dell'anno in cui a Milano si può vedere la diversità con la quale percepiamo il mondo.
Basta sedersi per un attimo all'Arco della pace attorno alle 19 e osservare la sfilata dell'aperitivo.
Da una parte ci sono gli "estatisti" convinti, che passeggiano per Corso Sempione come se fossero al mollo di Porto Rotondo col golfino di cottone in mano nel caso rinfreschi un po' la sera, visto che siamo vicino al mare. Abbronzatura decisa, molto lino, molto sandalo, e aperol.
Dall'altra ci sono"invernisti" che da un paio di giorni agli aperitivi, vino rosso in mano, indossano già i pantaloni pensanti e la giacchetta autunnale, quelli che dell'estate non ne possono più, troppo underground e intellettuali per sopportare le gioie sconcie degli indossatori di infradito e il passo apinguinato delle birkenstockiane con le unghie tinte di rosso. Gli "estatisti", abituati a vedere solo ciò che è scoperto, pensano che siano gente triste che non capisce le gioie del caldo.