Settembre e il profumo di un quaderno nuovo

Creato il 01 settembre 2011 da Unarosaverde

E così oggi si inzia un mese nuovo, che appartiene ancora all’estate ma porta con sè le prime avvisaglie di autunno.

Stamattina piovigginava. Oggi c’è un sole tranquillo, il clima ideale per  fare quattro passi. Intorno alla scrivania le cose hanno smesso di turbinare e ho riguadagnato il pieno controllo sulla carta. Anzi, ieri ho scovato pure una mezz’ora per sfoltire il contenuto della cassettiera. Il mio archivio lavorativo è quasi tutto digitale. Concedo spazio al massimo a due raccoglitori ad anelli che rimangono chiusi nei cassetti perchè sulla scrivania voglio meno oggetti possibile: il notebook, due portapenne, un telefono portatile, un blocchetto di post-it e una cartelletta trasparente con i lavori in sospeso. Se la carta si accumula, aumento il ritmo e sfoltisco i problemi, se diminuisce o scompare, tiro il fiato e mi occupo dei progetti più consistenti che richiedono quiete, buone idee e complicati fogli excel. Ogni  quattro mesi circa apro i due raccoglitori e cestino le informazioni obsolete. Mi tengo allenata per le campagne di decluttering più intense: per il prossimo fine settimana ho infatti in programma la pulizia del garage, a lungo rimandata, dato che non riuscivo a stare in piedi. Sarà un lavoraccio: sono trent’anni che lì  si accumula roba.

A proposito di carta: per me settembre rimane inevitabilmente associato al profumo del primo giorno di scuola. Capelli appena tagliati, grembiulino pulito (si usa ancora il grembiule? Mi ha purtroppo accompagnato fino alla terza media), cartella o zaino pieno di cancelleria nuova, le biro con i tappi non masticati, le matite con le punte affilate, le gomme intere e non pasticciate, il profumo dei libri nuovi appena ricoperti con la plastica trasparente dalle mani pazienti della mamma e le etichette con la sua grafia precisa.

La sensazione più bella che ricordo però la provavo quando dovevo scrivere sulla prima pagina di un quaderno: risento la consistenza dei fogli compatti, la planarità perfetta del foglio non ancora arato da righe di scrittura calcata nè sporcato da orecchie e disegni, il desiderio di scrivere in bella grafia. Tanto era bella la prima pagina quanto fastidiosa la seconda, piatta piatta lei a toccare il banco duro e l’avambraccio allungato a coprire quasi del tutto la zona a destra io. Dopo aver raggiunto la metà del quaderno, non vedevo l’ora di terminarlo per poterne iniziare uno nuovo e ricominciavo a scrivere con le mie lettere disordinate, esagerandone la  larghezza e la spaziatura per arrivare il più presto possibile all’ultima pagina con la tavola pitagorica.

Questa mattina il complesso di  scuole superiori  in fondo alla strada in cui abito si è rianimato: iniziano gli esami di recupero. Mi è venuta, come ogni anno, nostalgia della vita da studente. Ad inizio agosto, prima delle vacanze, mi sono iscritta d’impulso ad un breve corso universitario online che dovrebbe iniziare tra qualche settimana ma la segreteria non si è ancora fatta sentire. Io sono pronta: ho già preparato l’astuccio e una nuova directory sul Mac. Quando si comincia?!


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