Intanto il festival è appena iniziato ed a parlare è finalmente il cinema,con titoli e numeri che per quanto riguarda questa settima edizione parlano di ben 60 anteprime sparse tra concorso internazionale e sezioni collaterali. Oltre a questo scopriamo uncontenitore nuovo di zecca, Cinema XXI, creato per tenere insieme opere di diverso formato e minutaggio in grado di fornire un panorama delle avanguardie del cinema mondiale. In generale spicca l’accostamento tra volti vecchi e nuovi, con ripescaggi graditi come quello di Amos Poe, beniamino del cinema indy americano, uno che faceva parte del movimento “NoWave” (1975/85)scaturito dall’ambiente musicale ed artistico sviluppatasi nell’east villane, ed a cui appartenevano anche registi come Abel Ferrara e Jim Jarmush. C’è poi Larry Clark ripresosi dall’abbandono del sodale Harmory Korine e pronto per l’ennesima incursione nell’universo di adolescenti sbandati e perversi con il suo “Marfa Girl”, e ancora tanto per continuare a parlare degli anni a cavallo tra gli 80 ed i 90, di Mike Figgis, desaparecidos di lunga data, presente con il thriller “Suspension of Disbelief”. Tra i recuperati di lusso figurano tra gli altri due enfant prodige come Paul Verhoeven (Steekpeel) e Peter Greenway sicuramente decisi a rinnovare la propria visione iconoclasta. Cinema del passato che diventa presente affidandosi a nuovi talenti come Valerie Donzelli alla ricerca del bis dopo il bellissimo “La guerra è dichiarata” e disposta a rischiare con un’ altra storia d’amore “malato”, e per non dimenticare la grandeur francese di un film come “Populaire”, che raccontando in maniera colorata gli anni 50 mette in mostra il divismo transalpino per la contemporanea presenza di Berenice Bejo (The Artist) e di Romani Duris.
Ed essendo in Italia non poteva certo mancare una dose massiccia di cinema nostrano a cui va ricordato Muller ha sempre tenuto tantissimo fin dai tempi del Festival di Locarno e di quello veneziano. Così a parte i tre film in concorso (Franchi, Corsicato ed il nuovo Giovannessi) ne troviamo molto e di diverso formato nella sezione “Prospettive Italia” che non manca di omaggiare alcuni “maestri” del nostro cinema (Verdone, Tornatore, Montaldo) con altrettanti documentari, oppure di scommettere con registi in corso d’opera comeCorrado Sassi (Waves) ed anche Francesco Amato (Cosimo e Nicole) e pure del giallista Carlo Lucarelli all’esordio con un film, “L’isola dell’angelo caduto”, tratto da un suo romanzo ed ambientato nell’italia fascista del 1925. Insommariprendendo le parole di Muller una rassegna “schizofrenica” per le caratteristiche di un menù appassionatamente autoriale e nello stesso tempo votato all’intrattenimento popolare con virate dichiaratamente popche troveranno l’apogeo nelle giornate dedicate ai vampiridi “Twilight”, di cui vedremo finalmente l’ultimo capitolo, e delnuovo Stallonein versione pulp e diretto dal grande Walter Hill, omaggiato da un premio e pronto a parlare del suo cinema in una lezione organizzata all’interno dello spazio “Masterclass”. Di tutto questo cercheremo di parlare, consci del fatto che un festival cinematografico è in prima istanza un viaggio personale. Per questo motivo lungi dall’essere esaustivi proveremo a parlare di quello che ci accingiamo ad intraprendere.