Fare la regia ad un proprio testo- spiega Annalisa rossi – insegna a capire quale sia la distanza tra scrittura e messinscena. Durante le prove mi sono trovata a scoprire sottotesti e significati nascosti e inaspettati, in un lavoro che io stessa avevo da poche settimane completato. Ed anche se era mia intenzione descrivere tre storie simili solo nell’epilogo finale, mi sono ritrovata a fare i conti con una comune visione dell’esistenza, del valore della vita, di uno sbigottimento di fronte al declino di noi italiani, intesi come somma di individui un tempo solidali e ingenui, poi ribelli e forse illusi, oggi immersi nella solitudine e nell’indifferenza reciproca. I ventidue anni che separano i racconti – conclude la scrittrice e regista – sono in armonia con il 22 dell’interno da affittare: questo numero viene scelto come simbolo della morte, che danza con noi sempre, seppur con musiche costruite con armonie diverse. La morte è il nostro comune momento di verifica ed anche la chiave che, aprendo la porta di una nuova vita in un aldilà inconoscibile, chiude dietro di noi un’altra porta: quella di una esistenza nel mondo della materia, ormai risolta nei suoi molteplici e forse inutili perché.
Come la portinaia canticchierà nel finale… vita che finisce, vita che rinasce.
Annalisa Rossi è inoltre autrice di testi per adulti e bambini, insegnante di teatro e operatrice di teatroterapia (donne e minori a rischio, diversamente abili, stranieri) in associazioni di volontariato e cooperative sociali. E’ stata Presidente dell'Associazione Culturale Laboratorio Metropolitano fino al 2010. L’ ultimo lavoro portato in scena come attrice e regista, "La Cerimonia" di G. Manfridi al Teatro Agorà di Roma, a novembre 2010. A settembre 2011 è stato messo in scena il suo ultimo testo , L’isola stregata. Oggi Annalisa Rossi è Presidente dell’Associazione LiberLAB Onlus, e Direttore Artistico della compagnia LiberScena, entrambe impegnate nella diffusione del teatro come mezzo di integrazione, riabilitazione e riscatto sociale.